Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli
Al Signor Sindaco
Carlo Boni
Pontassieve, 22 ottobre 2024
ORDINE DEL GIORNO: Cancellazione del Decreto Dirigenziale n. 17020/2024 della Regione Toscana
Il Consiglio comunale di Pontassieve
Premesso che:
- L’articolo 3 della Costituzione italiana recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
- L’articolo 26 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea recita: “L’Unione riconosce e rispetta il diritto dei disabili di beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità.” (il termine autonomia è solo nella traduzione italiana della Carta, il termine inglese è “indipendence”, tradotto in tutte le altre traduzioni ufficiali in “vita indipendente”).
- Ugualmente nella Convenzione dell’Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità si legge all’art.1: “Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.”
E all’art. 19: “Gli Stati Parti alla presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche assicurando che:
le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione;
le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione;
i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni.”
Considerato che, anche in Italia:
- La legge n. 162 del 1998 prevede per la prima volta in Italia, sull’intero territorio nazionale, la possibilità di fare vita indipendente per le persone con disabilità. Tale legge prevede la collaborazione tra le Regioni e gli enti locali per la realizzazione di programmi di aiuto alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento delle funzioni essenziali della vita, allo scopo di garantire il diritto alla vita indipendente.
- E nello Statuto della Regione Toscana, all’art. 4, punto 1, si legge:
“La Regione persegue, tra le finalità prioritarie:
e) il diritto delle persone con disabilità e delle persone anziane ad interventi intesi a garantirne la vita indipendente e la cittadinanza attiva.”
- Inoltre, l’art. 108, comma 6 della legge regionale n.66/2011 recita: “Ai fini del presente articolo, rimangono esentate dalla valutazione ISEE le persone facenti parte dei progetti di vita indipendente. La Regione garantisce la continuità dei progetti di vita indipendente, revocabili solo nel caso di cessazione della condizione prevista per l’accesso al progetto.”
Valutato che:
Il Decreto Dirigenziale n.17020 del 2024, approvato dalla Giunta regionale toscana, va contro tutte le normative sopra citate in quanto:
- di fatto cancella la continuità del contributo per la vita indipendente per chi già lo percepisce, cancellandolo alla fine del 2024 e obbligando i disabili che vogliono fare vita indipendente a fare una nuova domanda.
- gli adempimenti burocratici da affrontare per fare la domanda per il contributo e per mantenerlo sono uno scoglio difficile da superare per dei disabili gravi. Questo decreto li rende ancora più difficili.
Preso atto che:
- Tale decreto è stato duramente criticato dall’Associazione Vita Indipendente della Toscana (associazione formata da soli disabili che vogliono fare vita indipendente, che aderisce ad ENIL (European Network on Indipendent Living, rete europea per la vita indipendente) che è nata nel 1992 per perseguire i seguenti scopi: “a) operare per favorire le condizioni affinché i soci con disabilità possano vivere nelle stesse condizioni di libertà fruibili dalle persone normodotate; b) rendere effettiva, tramite i propri servizi, l'assistenza personale quale chiave per una reale vita indipendente delle persone con disabilità che ne facciano richiesta; c) attivare consulenze tali da permettere ai soci con disabilità di potersi pensare realmente capaci di poter fare vita indipendente; d) coinvolgere i soci con disabilità, direttamente ed in modo continuativo, nell'attivare tutte quelle iniziative che possano garantire loro il diritto ad una vita indipendente ed autodeterminata; e) fornire agli assistenti personali consulenze tali da metterli nelle condizioni di poter comprendere pienamente il proprio ruolo”. Tutto ciò deve avvenire “nel rispetto della volontà della persona con disabilità a cui essi sono destinati, sulla base delle sue reali necessità, trattandosi di requisiti essenziali per vivere liberamente.”
- Si riportano alcuni degli aspetti del decreto criticati da AVI Toscana in un documento pubblicato sul sito www.avitoscana.it, al quale si rimanda per una lettura completa:
1) La vita indipendente verrà finanziata SOLO nelle Zone che chiederanno i fondi alla Regione e SOLO SE eseguiranno correttamente tutta la procedura. Questo vuol dire che la Regione non garantisce:
a) il diritto alla vita indipendente;
b) la continuità dei progetti di vita indipendente
Inoltre, come altri punti che vedremo più avanti, questo vuol dire consolidare la prassi della diversità di trattamento fra i disabili delle varie Zone della Regione.
2) Nel Decreto in questione all’art. 12 fase C è stabilito che “La persona con disabilità ... titolare del progetto di vita ... concorre a determinarne i contenuti”. Invece deve essere stabilito che “ne determina i contenuti”.
3) Nel Decreto in questione non è stabilita nessuna continuità per chi riceve già il finanziamento per la vita indipendente.
4) Nella legge regionale 66 del 2011 è stabilito che: la “Regione garantisce la continuità dei progetti”:
c) In Toscana il primo finanziamento per la vita indipendente ci fu nel 2004. Da allora la retribuzione di chi lavora come assistente personale è aumentata del 50%, mentre da parte della Regione il tetto dei contributi individuali per la vita indipendente è aumentato solo del 7%. (...) È indispensabile l’adeguamento all’inflazione di tutti i contributi per la vita indipendente.
5) È inammissibile che la domanda possa essere inviata soltanto via Pec. Questo significa penalizzare le persone meno evolute informaticamente o con maggiori difficoltà mentali. Si tratta di una discriminazione verso persone alle quali spetta invece una maggiore tutela.
6) È inammissibile che sia stato stabilito che, all’apertura dei bandi, le domande vengano valutate in ordine di arrivo. Questo significa favorire le persone disabili con minori difficoltà (che possono quindi presentare la domanda più velocemente), a svantaggio quindi delle persone disabili con maggiori difficoltà fisiche, psichiche, mentali, sensoriali.
7) È umiliante ed offensivo per un disabile grave, con disabilità stabile o comunque a necessità assistenziali invariate, essere sottoposto di nuovo a valutazione Uvm. (Unità Valutativa Multidisciplinare)
8) Come spese rendicontabili sono previste iscrizione a circoli sportivi e il fisioterapista privato
a) l’iscrizione a circoli sportivi sa di presa in giro (...)
il fisioterapista deve essere garantito gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.
9) All’art. 13 del Decreto viene imposta la rendicontazione mensile. (...)
a) o il singolo disabile la fa da sé, con enorme sforzo e fatica, per cui con la rendicontazione mensile vengono triplicati questi nostri sforzi e fatiche, (...)
b) oppure il/la persona disabile si affida ad un commercialista e quindi, con la rendicontazione mensile, si triplicano i costi mentre il finanziamento per la vita indipendente è ampiamente insufficiente;
10) A pag. 50 del Decreto è stabilito che l’erogazione del finanziamento per la vita indipendente avviene dopo la rendicontazione:
(...)
c) viene fatta discriminazione fra i/le disabili perché si penalizza di più (invece di aiutare di più) chi è in maggiori difficoltà economiche e quindi non può anticipare di tasca propria regolarmente a fine mese la retribuzione alle/gli assistenti personali;
e) in tutta Europa è noto che è difficilissimo trovare assistenti personali adeguate/i per la vita indipendente di chi ha gravi disabilità. Per cui è chiaro che queste/i brave/i assistenti personali, se vengono anche pagate/i con ritardo, appena possono se ne vanno e questa è una gravissima penalizzazione per chi ha gravi disabilità.
(...)
12) Nel Decreto c’è scritto:
“Ogni variazione del progetto approvato che comporti una modifica dell’obiettivo di vita indipendente, dà luogo alla chiusura del progetto e alla presentazione di una nuova domanda e progetto di Vita Indipendente.” (...)
a) fra la fine di un progetto e l’entrata in funzione dell’altro passano mesi, se non anni. Nel frattempo, il/la disabile come paga l’assistenza personale? (...)
13) Art. 4 ultimo comma: viene imposta ad ogni disabile la rinuncia a “misure analoghe o altri contributi o agevolazioni ...”. Per molti disabili gravi altri finanziamenti possono essere preziosissimi per non soccombere.
(...)
15) A pag. 61 del Decreto, per attribuire il punteggio sono indicati bisogni di assistenza personale solo in casa. Questo vuol dire negare la vita indipendente perché il punto centrale della vita indipendente è proprio poter vivere attivamente fuori casa;
(...)
18) A pag. 62 del Decreto, per le attività sociali, si chiede inizio, durata e tipologia. Tutto questo è illegittimo, inaccettabile e illogico: (...)
a) tipologia:
i) è un dato privato, che fa parte della privacy, ed è umiliante e discriminatorio che vada riferito all’UVM;
ii) è diritto inviolabile della persona, che può cambiarlo in ogni momento;
b) fra le attività sociali può esserci andare in un parco, in campagna, a trovare amici, al cinema, a teatro, a passeggio in centro ecc.: è senza senso che si debba dire l’inizio e la durata di tutto questo
c) fra le attività sociali c’è anche poter partecipare a iniziative sindacali, politiche, ecc.. Dover dichiarare questo è un’altra gravissima violazione dei princìpi fondanti della Costituzione, ...
19) A pag. 61 del Decreto viene chiesto il reddito del disabile. Questo è illegittimo innanzitutto perché la L.r. 66/2011 sottrae la vita indipendente alla valutazione Isee.
(...)
21) Per vari e fondamentali motivi la spesa di assistenza personale può variare, e varia, anche di molto, fra un mese e l’altro. Nel Decreto non è prevista la possibilità di compensare la spesa fra i vari mesi. (...)
22) Attualmente i documenti vengono normalmente conservati da tutti (Parlamento, Pubblica amministrazione, Magistratura, aziende private ecc.) in formato elettronico. Ciò facilita enormemente i disabili gravi, sia perché è più facile e sia perché è possibile farlo senza consumare il già pochissimo tempo di assistenza personale concesso dalla Regione. Viceversa l’art. 14 del Decreto costringe i disabili gravi a conservare i documenti cartacei. (...)
23) Nel Decreto è scritto che: “È motivo di sospensione del contributo l’inserimento temporaneo in struttura residenziale riabilitativa, sociosanitaria o ospedaliera e per il medesimo periodo di permanenza, se superiore a 30 giorni consecutivi.” Questa sospensione è inaccettabile almeno per questi motivi:
a) per un disabile grave è importantissimo avere una propria assistenza personale in ospedale tant’è che è anche previsto che può entrare sempre chi va ad aiutare un disabile;
b) tanto più lunga è la degenza tanto più vuol dire che c’è un (o più) motivo grave e quindi tanto maggiore è l’importanza di assistenza personale;
c) sospendere il finanziamento per l’assistenza personale vuol dire costringere il/la disabile a licenziare le/gli assistenti personali. Già è difficilissimo trovare adeguate/i assistenti personali da fuori, trovarli dall’ospedale vuol dire costringere il/la disabile ad un’impresa difficilissima nel momento in cui (uscita dall’ospedale, dopo il ricovero) è essenziale la tranquillità per recuperare le proprie forze e il proprio benessere;
d) le/gli assistenti personali hanno diritto alla certezza del posto di lavoro, mentre questo è un altro punto del Decreto che precarizza ulteriormente un lavoro fondamentale come quello di assistenti personali.
Impegna il Sindaco e il Consiglio Comunale di Pontassieve
Dopo aver tutto quanto sopra attentamente considerato e valutato e aver approfondito con la lettura integrale del suddetto decreto e delle considerazioni di AVI Toscana:
- a richiedere, attraverso l’invio del presente Ordine del Giorno, all’Assessore che ha emesso il Decreto Dirigenziale n. 17020/24, alla Giunta regionale toscana che lo ha approvato, nonché al Presidente della Regione Toscana e al Consiglio Regionale tutto, di approvare una nuova Deliberazione di Giunta che annulli il suddetto decreto;
- a richiedere un adeguamento dei finanziamenti stanziati per i progetti di Vita Indipendente dei disabili, almeno per poter recuperare l’aumento degli stipendi degli assistenti personali causato dall’inflazione.
Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”
YOUTUBE:
https://www.youtube.com/live/_Rkb33Y8OQY?si=MABHhmLs89soMnjL
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.