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PROGRAMMA ELETTORALE
AMMINISTRATIVE 2024
COMUNE DI PONTASSIEVE
DUE COMUNI UN’UNICA VISIONE
DUE COMUNI UN’UNICA VISIONE
Questo programma è frutto del confronto tra alcuni cittadini di Pontassieve e Pelago che condividono una comune visione del futuro di questo territorio e che sentono l’urgenza di costruire un'alternativa all’attuale modo di concepire la politica.
Perché un unico progetto sui due Comuni?
Perché queste due realtà sono divise tra loro solo da un fiume, ma di fatto la vita sulle due sponde si interseca in molteplici attività produttive, commerciali, attività culturali, occasioni ludiche e ricreative.
Insomma, c’è tutta una vita che si svolge tra i due comuni in assoluta continuità.
Riteniamo sia giunto il momento di prendere atto di questa contiguità ed agire di conseguenza. Questo non significa immaginare un comune unico: il territorio sarebbe talmente vasto che difficilmente una sola amministrazione sarebbe in grado di “ascoltare” le specificità in esso presenti; noi pensiamo ad una azione che si ispiri a principi comuni, che ricerchi sinergie a favore del territorio, ma esalti le particolarità sociali, culturali ed economiche dei due Comuni.
Questa non è una “fusione” con finalità meramente elettorali, ma è la voglia di allargare il confronto interno che ha sempre animato le tre forze politiche.
Con questo accordo programmatico, che ci vede riuniti sotto un comune simbolo, vogliamo dimostrare che esiste un modo alternativo di amministrare la cosa pubblica e la convinzione della buona riuscita di questa operazione si basa su solidi presupposti:
● i programmi delle scorse elezioni delle due liste sono pressoché sovrapponibili
● durante la consiliatura che si sta chiudendo abbiamo trovato una stretta consonanza su molti temi importanti per il nostro territorio: il destino dell’area Italcementi, la lotta contro la Multiutility e contro la privatizzazione strisciante dei servizi pubblici, la ferma opposizione alla devastazione del paesaggio operata con il Centro Logistico della Massolina
● la constatazione che negli ultimi anni la qualità della vita è peggiorata, le sicurezze sociali sono venute meno, le tutele dell’ambiente in cui viviamo si sono ridotte. Questo indica, senza alcun dubbio, che è necessario un netto cambio di rotta che interrompa l’inesorabile declino del nostro territorio, declino a cui assistiamo da venti anni a questa parte
● si sono ridotti gli spazi di partecipazione e si offusca sempre di più la trasparenza che dovrebbe illuminare le scelte che riguardano la collettività. In questo modo si è limitato il diritto di informazione, di critica e di opposizione dei cittadini nei confronti delle scelte operate dalle amministrazioni.
L’Italia oggi si trova con un governo di destra, estrema destra, che non ascolta le istanze dei cittadini, che agisce con protervia e arroganza, che svuota di valore le istituzioni, i presidi democratici a favore di un sempre crescente potere di pochi.
Viene quasi da pensare che questa non sia la cifra stilistica esclusiva della destra, ma sia l’attuale modalità di fare politica, un modo che non ci appartiene e al quale noi non vogliamo aderire. Noi siamo alternativi a tutto questo.
Oltre alle emergenze locali condividiamo una comune visione della drammatica situazione che il mondo intero sta vivendo e il timore di consegnare alle future generazioni un pianeta devastato dalle guerre, dall’inquinamento e dal cambiamento climatico.
Anche in questo caso si trovano dei preoccupanti parallelismi tra il governo nazionale e le amministrazioni locali; da parte di queste ultime non si è sentita una netta presa di posizione a favore dell’interruzione delle forniture di armi all’Ucraina che ha avuto, come unico risultato, centinaia di migliaia di morti, l’inasprimento di un conflitto che doveva essere risolto dalla diplomazia internazionale e che invece è cresciuto sino a diventare incontrollabile, all’ombra di errori di valutazione, sterili dimostrazioni muscolari e che ha arricchito le industrie della guerra.
Nulla è stato detto per condannare lo Stato di Israele, come si è giustamente condannata l’azione terroristica di Hamas: Israele, forte di un appoggio internazionale incondizionato sino a diventare acritico, sta perpetrando una strage senza senso né umanità, ammesso che possa esistere una guerra sensata e umana.
Nulla si fa per fermare la distruzione dell’ambiente in cui viviamo, per fermare la cementificazione, per ostacolare la nascita di attività a forte impatto ambientale e sociale, per offrire ai cittadini alternative ad un modello di sviluppo basato sulla predazione delle risorse e sulla produzione incontrollata di rifiuti.
Oggi fare politica non contempla l’ascolto e la presa in carico dei bisogni delle persone e questo determina la mancanza di una visione proiettata nel futuro. Questo approccio alla politica è sempre più condiviso tra la destra e la presunta sinistra, ma noi sappiamo che un altro modo esiste e non è utopia, è un modo e un mondo che ritroviamo nella nostra Costituzione, che va conosciuta, seguita e difesa, sempre.
Proprio partendo dalla Costituzione abbiamo
deciso di lavorare per un’alternativa: un’Alternativa Comune.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Art. 4,36 e 37 - Costituzione Italiana
LAVORO
Riportare il lavoro a Pelago e Pontassieve con un’attenzione particolare alle attività che ruotano intorno alla tutela del territorio e alla valorizzazione delle ricchezze naturalistiche e storico-culturali.
Negli ultimi anni in Italia si è assistito ad un impoverimento delle retribuzioni, alla perdita delle tutele e ad un disumano sfruttamento della competizione sociale tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri, fenomeno che ha acceso conflitti sociali estremamente preoccupanti.
Creare occasioni occupazionali salvaguardando le esigenze economiche, sociali e ambientali del territorio richiede una visione ampia e lungimirante. Per questo motivo riteniamo che le leve su cui agire siano le peculiarità della zona:
Promozione delle produzioni agricole locali
L’amministrazione dovrà impegnarsi ad agevolare le nuove attività agricole, supportandole nella ricerca di finanziamenti, operando una semplificazione degli iter autorizzativi, intervenendo presso i soggetti di distribuzione organizzata per valorizzare (qualitativamente ed economicamente) le produzioni locali.
Il Comune, nel limite del possibile, dovrà promuovere forme di collaborazione (consorzi, cooperative ecc.) tra gli operatori di piccola e media dimensione in modo che si affaccino sul mercato soggetti con una accresciuta forza contrattuale.
Promozione delle produzioni forestali locali
La foresta costituisce una delle bellezze uniche e caratterizzanti del nostro territorio. Viene considerata come una potenziale attrattiva turistica, talvolta come un emporio da cui attingere beni solo apparentemente rinnovabili.
La foresta è un sistema complesso che rappresenta un presidio essenziale per la vita: ci dà l'aria da respirare, ci protegge dai dissesti idrogeologici, conserva l'acqua in un periodo in cui il problema della siccità diventa sempre più pressante, è uno scrigno di biodiversità.
Indubbiamente la foresta può anche fornirci di materie prime utili alla nostra esistenza, come il legno, può essere un’attrazione per i turisti, una palestra a cielo aperto per gli sportivi, ma deve essere tutto fatto in maniera oculata per non alterare o perlomeno alterare il meno possibile gli equilibri di questo sistema perfetto.
Per quanto riguarda il legno, non si può pensare a un prelievo indiscriminato, ma dobbiamo iniziare a ragionare in termini di sufficienza: preleviamo solo cosa ci occorre realmente alle attività di trasformazione del territorio. Per far questo dobbiamo anche dare la possibilità a chi lavora nella foresta di avere una giusta remunerazione, che il materiale prelevato con attenzione, secondo disciplinari rigorosi e controlli altrettanto rigorosi, abbia un prezzo adeguato al lavoro impiegato.
Per fare questo è necessario valorizzare il legno della nostra foresta indirizzandolo verso usi che ne paghino la qualità, non solo la qualità intrinseca, ma anche la qualità ambientale, secondo una semplice equazione per cui i costi delle devastazioni ambientali sono altissimi, mentre quelli del rispetto ambientale sono contenuti e devono essere distribuiti sulla collettività.
Accanto ad un prelievo attento del legno dovrebbero sorgere laboratori di trasformazione; segherie, falegnamerie, carpenterie che trasformino questa risorsa attribuendogli il valore che merita.
Anche in questo caso sarà necessario un supporto alle attività produttive per la ricerca di finanziamenti, e un’azione di coordinamento per la formazione di consorzi o altre forme di aggregazione.
Promozione turistica del territorio
Le attività turistiche della Toscana concorrono alla formazione del PIL regionale per una quota che nel 2019 ha raggiunto il 12 %.
Questo comparto assorbe circa il 15 % dei lavoratori attivi a livello regionale; per questo motivo e per le potenzialità attrattive che offre il nostro territorio, riteniamo che sia necessario porre estrema cura nello sviluppo di questo settore.
Le strategie e le modalità di sviluppo sono trattate in un capitolo dedicato di questo programma.
Promozione delle attività artigianali
Favorire tutte le attività che producono beni e servizi destinati al mercato locale; purtroppo, quando si parla di artigianato si pensa ad attività quasi folkloristiche, mentre l’artigianato è ancora la colonna portante dell’economia italiana, è molto presente sul territorio ed è portato avanti massicciamente da imprese femminili.
A titolo di esempio si possono citare gli artigiani riparatori: la loro attività di riparazione degli oggetti (elettrodomestici, mobili, attrezzature, automobili…) potrebbe essere di aiuto per l’innesco di un circolo virtuoso che molto beneficio potrebbe avere per l’economia locale. Riparare un elettrodomestico può essere di aiuto per l’economia delle famiglie, può costituire un importante contributo alla riduzione dei rifiuti e allo spreco di risorse, può essere un’occasione occupazionale interessante, poiché potrebbero nascere attività di supporto come la raccolta dei ricambi da oggetti da smaltire.
La salvaguardia delle attività artigiane non è solo da vedere in un'ottica di mera conservazione di posti di lavoro, ma è anche un'attività di grande valenza culturale: se pensiamo, ad esempio, agli artigiani riparatori, con la loro presenza comunicano un messaggio importantissimo per la sostenibilità ambientale. Ecco quindi che, per questa indubbia utilità sociale, l’amministrazione si spenderà per creare tutte le condizioni perché l’artigianato torni a prosperare nei nostri comuni, tornando ad occupare i locali inutilizzati nei centri storici riportando vita e sicurezza in questi angoli dei nostri centri abitati.
Sarà obiettivo principale agevolare la creazione di imprese fra i
giovani, disoccupati e inoccupati tramite la partecipazione a bandi dedicati.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese
Art. 2 e 3 - Costituzione Italiana
SOCIALE
In un mondo in costante mutamento, i comuni si trovano ad affrontare una serie di sfide sociali che richiedono soluzioni innovative e collaborative.
I nostri comuni, consapevoli di queste sfide, si impegnano a sviluppare un piano d'azione mirato per affrontare le problematiche sociali e promuovere una comunità più inclusiva e resiliente. Una delle sfide principali che ci troviamo ad affrontare è la crescente marginalizzazione degli anziani e la mancanza di opportunità per i giovani.
Per affrontare questo problema, intendiamo promuovere iniziative che favoriscano il coinvolgimento reciproco tra le diverse generazioni. Questo include la creazione di programmi di volontariato che mettano in contatto giovani disoccupati con anziani che necessitano di assistenza e compagnia. Inoltre, puntiamo a potenziare i centri diurni per anziani, offrendo servizi di socializzazione e supporto per mantenere la loro autonomia e qualità di vita. Allo stesso tempo, riconosciamo l'importanza di fornire opportunità di crescita e sviluppo ai giovani della nostra comunità. Per questo, ci impegniamo a promuovere programmi educativi e formativi, nonché opportunità di impiego e apprendistato.
Favoriremo la creazione di spazi e luoghi di incontro dove i giovani possano esprimere le proprie passioni e interessi, contribuendo così al loro benessere e al loro coinvolgimento nella vita comunitaria. Oltre a queste sfide, ci rendiamo conto dell'importanza di affrontare il disagio e l'emarginazione in tutte le loro forme.
Ci impegniamo quindi a potenziare i servizi sociali, garantendo un accesso equo e tempestivo a sostegno e assistenza per coloro che ne hanno bisogno. Promuoveremo politiche di inclusione e diversità che valorizzino la ricchezza della nostra comunità e contrastino ogni forma di discriminazione e pregiudizio. Infine, ci impegniamo a lavorare in collaborazione con tutte le parti interessate, inclusi cittadini, organizzazioni della società civile e istituzioni, per sviluppare e implementare soluzioni efficaci e sostenibili alle sfide sociali che affrontiamo.
Con un impegno condiviso e una visione inclusiva, crediamo che possiamo costruire un futuro migliore per tutti i membri della nostra comunità. Insieme, possiamo trasformare le sfide in opportunità e costruire una comunità più forte e coesa per le generazioni a venire.
Potenziamento dei servizi sociali: l'obiettivo principale è migliorare l'accesso ai servizi sociali per tutti i cittadini, garantendo una maggiore copertura territoriale e risposte più immediate alle necessità emergenti. Questo potrebbe includere l'espansione delle strutture e del personale dedicato ai servizi sociali, nonché l'implementazione di programmi innovativi per affrontare specifiche problematiche sociali.
Punti di ascolto e intervento tempestivo: I punti di ascolto rappresentano un'importante risorsa per individuare e rispondere alle esigenze dei cittadini in modo tempestivo. Oltre a fornire supporto immediato, questi centri potrebbero anche svolgere un ruolo cruciale nel coordinare gli interventi tra diversi 10 servizi e agenzie, garantendo un approccio olistico e coordinato.
Educazione all'integrazione e alla solidarietà: è fondamentale promuovere una cultura di inclusione e solidarietà all'interno della comunità. Questo potrebbe avvenire attraverso programmi educativi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione pubblica e progetti collaborativi che coinvolgono cittadini di diverse età, etnie e background culturali.
Per garantire l'uguaglianza di opportunità, è necessario eliminare le barriere che impediscono alle persone con disabilità di partecipare pienamente alla vita sociale ed economica. Questo potrebbe includere interventi per rendere gli spazi pubblici accessibili, sostenere l'occupazione inclusiva e promuovere una cultura di rispetto e accettazione delle diversità.
Creazione di reti intergenerazionali di giovani e anziani: gli anziani possono svolgere un ruolo significativo nel supportare e arricchire la vita dei giovani attraverso attività ricreative, culturali ed educative. Creare una rete di anziani pensionati per organizzare eventi e laboratori per i ragazzi non solo fornisce un'opportunità per l'apprendimento e lo sviluppo personale, ma contribuisce anche a contrastare l'isolamento sociale degli anziani. Incentivare il coinvolgimento dei pensionati come volontari in attività sociali e educative crea un ambiente in cui le persone di diverse generazioni possono imparare gli uni dagli altri. Questo potrebbe includere programmi di tutoraggio, scambi di conoscenze e abilità tra anziani e giovani, e l'organizzazione di eventi comunitari che favoriscano l'incontro e lo scambio tra diverse fasce d'età.
Creazione di una vera ludoteca che comprenda occasioni di supporto alla famiglia: la ludoteca non offre soltanto uno spazio per il gioco e il divertimento, ma può anche fornire risorse e sostegno per le famiglie. Questo potrebbe includere consulenza genitoriale, laboratori educativi per genitori e figli, e servizi di supporto per le famiglie in situazioni di difficoltà. Per quanto concerne lo spazio ludico verrà valutata la possibilità della creazione di uno sportello della Bottega dei Ragazzi di Firenze per l'organizzazione di laboratori ludico artistici.
Vogliamo promuovere l'inclusione sociale, la crescita ed il
miglioramento individuale e la solidarietà attraverso una serie di interventi
che coinvolgono attivamente la comunità locale in un processo di collaborazione
e reciproco sostegno.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 10 - Costituzione Italiana
IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE
In questo programma non si parla mai di immigrazione, non perché sia un tema che si vuole evitare di affrontare, ma perché già affrontarlo come tale, etichettando delle persone come “migranti”, “profughi” o, peggio, “extracomunitari” determina un marchio, uno steccato che successivamente diventa difficile da abbattere.
Inclusione è la parola giusta, come una barca sicura che ci permette di navigare nelle acque agitate di un mondo che cambia. Accettare il cambiamento senza resistergli, fluire nel mondo dove, da sempre, la multietnicità ha rappresentato una ricchezza, ci aiuta a rimanere vivi, a progredire e a non sgretolarci nella decadenza.
Inclusione è evoluzione e sviluppo, sociale e spirituale; porta ricchezza collettiva: ogni individuo gode i benefici dell'inserimento, all'interno di una comunità di individui diversi da lui; si lavora fianco a fianco, si soffre, si gioisce, i figli frequentano le scuole insieme ad altri figli che vengono da ogni parte del mondo.
Ma realmente queste diversità esistono?
Se ci pensiamo bene ognuno di noi è diverso dagli altri: somaticamente, per le abilità che possiede o non possiede, per le aspirazioni, i sogni, i desideri, la provenienza. Come si fa a definire la soglia di uguaglianza oltre la quale si è diversi?
Fatte queste considerazioni, la nostra scelta è quella di trattare la questione del disagio e dell’emarginazione nelle molteplici forme in cui abitualmente si presenta: dalle difficoltà economiche, a quelle abitative, all’abbandono scolastico, alle dipendenze, al disagio psichico. Queste inadeguatezze - percepite o, più spesso attribuite - determinano esclusione, autoesclusione ed emarginazione.
Come sappiamo la gestione dei servizi sociali è recentemente passata alla Società della Salute, servizi che possiamo attivare nei casi più gravi, nei quali è necessario l’intervento di personale con appropriate competenze e strumenti specifici.
Quello che può fare un’amministrazione comunale è lavorare per ricreare un tessuto sociale che possa funzionare da paracadute per gli individui e le famiglie in difficoltà; per arrivare a questo sono necessarie politiche che permettano di ricostruire relazioni, coesione sociale, senso di appartenenza alla collettività.
Come già sottolineato in altri punti di questo Programma, il lavoro per il coinvolgimento delle persone sarà quello che ci vedrà maggiormente impegnati: solo attraverso il dialogo e l’ascolto si può ricostruire un vero e forte radicamento degli individui al territorio, un forte senso di appartenenza alla collettività.
La convinzione di poter partecipare veramente e fattivamente alla vita, alle scelte ed alla definizione dei progetti futuri che riguarderanno i luoghi in cui viviamo, la certezza che le necessità della collettività sono prese in carico, danno ai singoli la forza e la capacità di accogliere e integrare chi ha bisogno di accoglienza e integrazione.
Riteniamo che solo una grande cura collettiva che fermi e faccia
regredire lo scollamento sociale e l’isolamento che abbiamo vissuto in questi
ultimi decenni, possa permetterci di affrontare il futuro con serenità.
La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Art. 34 - Costituzione Italiana
CULTURA E ISTRUZIONE
Cultura
La nostra costituzione ci dona una definizione di cultura ampia e se ci guardiamo intorno ci rendiamo conto che siamo circondati da tantissima cultura.
Uno degli obblighi di una amministrazione pubblica è quello di creare delle opportunità per permettere ai cittadini di vivere con la cultura, agevolando e attraendo sul territorio imprese e artisti che producono cultura. Investire in cultura ha un effetto moltiplicatore di 1:3,5. Non basta organizzare eventi culturali ma se vogliamo ridare vita al territorio la cultura va prodotta e diffusa.
Da questa definizione si comprende che la cultura è conservazione della memoria, intesa come recupero e riscoperta delle tradizioni dei luoghi, e conservazione della nostra storia; è coltivare uno spirito critico, ma sapersi anche affidare alla scienza, senza dogmi, ma anche senza sospetti; significa accogliere lo sviluppo tecnologico, che sia al servizio dell’uomo e che non renda l’uomo schiavo.
L’idea stessa che noi abbiamo del territorio, come polo di ricerca per lo sviluppo sostenibile, racchiude in sé tutte le accezioni del termine Cultura, quelle elencate e le altre infinite che possiamo trovare.
Si dovranno individuare luoghi dove organizzare eventi culturali di vario genere e si dovrà dare spazio al ricco tessuto associazionistico presente sul territorio per trovare sinergie d’azione all’interno di un programma di sviluppo culturale.
Importante sarà avviare una ricognizione e una schedatura dei Beni Culturali mobili e immobili che si trovano nel nostro territorio mettendola a disposizione di cittadini e visitatori.
Si dovrà creare un canale di informazione bidirezionale tra amministrazione e cittadini: il cittadino verrà informato sui luoghi, sugli eventi e a sua volta potrà informare sulle necessità per una migliore fruizione o proporrà suggerimenti per nuove iniziative.
Grande supporto in questa azione si potrà avere dalla ricchezza e condivisione delle molteplici esperienze animate dalle Associazioni presenti sul nostro territorio al fine di creare un percorso di attività culturali che interessi i capoluoghi e tutte le frazioni e che si snodi lungo tutto l’arco dell’anno.
Come con le associazioni anche i Circoli saranno chiamati a contribuire alla programmazione culturale e, ove possibile, si farà in modo che diventino sedi di manifestazioni, rassegne cinematografiche, rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali, anche valorizzando singoli artisti e gruppi presenti sul territorio.
Le biblioteche devono essere luoghi vivi, aperti, multimediali, dove si trovano informazioni di importanza vitale per la crescita educativa, tecnica, formativa e per il divertimento; quindi, rafforzamento, numerico e qualitativo, delle biblioteche e politiche che ne incentivino la fruizione.
Preme sottolineare, come già fatto in altri punti, che le attività che verranno ideate e realizzate dovranno, in via prioritaria, avere una ricaduta positiva sui cittadini di Pelago e Pontassieve; noi riteniamo che i nostri Comuni potranno essere attraenti, dal punto di vista del turismo, nel momento in cui sapranno dare ai loro abitanti uno standard di servizi, opportunità culturali, qualità ambientale e sociale elevata.
Istruzione
L’amministrazione deve andare al di là delle sole funzioni istituzionali e promuovere occasioni di istruzione e formazione per tutti. Per fare ciò occorrerà agire su questi punti:
● supportare la Scuola nell’adeguarsi alle nuove esigenze della società che cambia
● creare occasioni di formazione culturale, professionale e civile per la cittadinanza
● rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono l’accesso alle attività formative e sportive, considerando lo sport come parte integrante della formazione del cittadino.
Come è naturale che sia, l’istruzione e la scuola, nella vita di una comunità, devono avere una centralità di rilievo e questa centralità non può dirsi raggiunta se non permettiamo una totale accessibilità ai servizi offerti; quindi si rende necessario:
● il potenziamento del trasporto scolastico
● il prolungamento del tempo scuola tutti i giorni, con servizio mensa, occupazioni a supporto dell’attività curricolare e attività extra curricolari
● creare una continuità tra il tempo scuola e le attività sportive, strutturando servizi che possano supportare le famiglie nella gestione logistica dei figli
Il prolungamento dell’orario scolastico permetterebbe di ottenere molteplici risultati:
● le famiglie avrebbero più tempo da dedicare ad attività professionali, sportive, culturali, ricreative; i ragazzi vivrebbero più tempo con i coetanei, lontani da computer, tablet e tv, avendo una vita sociale reale e non virtuale
● le attività di supporto a quelle scolastiche, quelle extracurricolari e le attività sportive potrebbero essere accessibili a tutti, senza che la condizione economica, familiare o la distanza dai vari servizi possa diventare un fattore limitante per i ragazzi
● l’accesso garantito a tutti i giovani permetterebbe di attuare una vera integrazione tra i vari soggetti che compongono il nostro tessuto sociale
● stare a scuola, tutti insieme, è il miglior modo per creare una vera e solida società dove la multiculturalità è un valore imprescindibile
I costi di questi servizi dovranno essere ripartiti sugli utenti in proporzione al reddito. Siamo coscienti che servizi di questo genere dovrebbero essere a carico della fiscalità generale e per questo obiettivo ci batteremo nelle sedi deputate, ma oggi, con i tagli imposti alla pubblica istruzione, dobbiamo trovare soluzioni di compromesso.
I Comuni, insieme agli altri enti locali che governano il territorio, hanno il compito istituzionale di fornire all’istituzione scolastica il fondamentale servizio di messa a disposizione degli spazi e della loro manutenzione. L’amministrazione ha, inoltre, il compito di fungere da raccordo tra la comunità e l’istituzione scolastica, mettendo in campo tutte le iniziative possibili affinché i servizi offerti dalla Scuola rispondano alle esigenze e ai desideri, attuali e futuri, della collettività.
Nel quadro della formazione scolastica e del supporto alle famiglie, sono di primaria importanza gli asili nido per bambini di età fino a tre anni. I nostri Comuni dovrebbero tutelare quelli già esistenti, strutturandoli con organico sufficiente e, se non ancora fatto, adeguando gli edifici alle norme di sicurezza. Come Alternativa Comune siamo convinti che gli asili nido dovrebbero anche tornare sotto la gestione dell’Amministrazione Pubblica, perchè è inconcepibile che, con tutte queste esternalizzazioni, i dipendenti (insegnanti, operatori ATA ecc.) debbano vedere compresse le retribuzioni e le tutele che non risultano essere allineate a quelle dei pari funzione assunti in strutture pubbliche.
Parlando di Istruzione non ci si può però limitare all’ambito scolastico. In una società che cambia e si evolve ai ritmi attuali, è necessario mettere a disposizione di tutte le persone, di qualsiasi età, attività formative ed informative continue che aiutino l’individuo a non essere emarginato, socialmente e professionalmente, a causa di una istruzione che si è fermata agli anni della scuola.
Per questo motivo, l’amministrazione comunale dovrà contribuire alla
promozione di tutte le iniziative che hanno come finalità la crescita culturale
degli individui, essendo questo uno degli investimenti più importanti su cui il
governo di un paese deve riversare le proprie risorse. Pensiamo alle libere
università, ai corsi di lingue, di informatica, corsi di arti, corsi di
avviamento alla professione, di riqualificazione a nuove professioni. Luoghi
dove tutto questo possa prendere corpo esistono già e sono le scuole del
territorio (in orari diversi dalle attività didattiche principali) con spazi
attrezzati e laboratori che potranno così essere sfruttati di più massimizzando
gli investimenti fatti.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Art. 9 - Costituzione Italiana
AMBIENTE
Nell’attività di una amministrazione la questione ambientale deve avere un ruolo di assoluto rilievo, viste le emergenze che ci stanno travolgendo in questi ultimi anni.
Ormai non vi sono più dubbi che la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo e che consegneremo alle generazioni future, sia frutto della sommatoria di tante piccole azioni agite dai singoli individui: non è più il tempo della deresponsabilizzazione, dell’attesa che i governi, i grandi gruppi industriali intervengano per tutelare quello che, con il silenzio o con azioni scellerate, hanno distrutto
Per capire come potrebbe articolarsi la politica di tutela ambientale dei nostri due comuni, ci si deve soffermare sulle peculiarità di questo territorio, che si caratterizza per la compresenza di ambiti molto diversi, che presentano criticità ed emergenze diverse:
● la pianura, fortemente abitata e caratterizzata dalla presenza di attività artigianali, produttive e da traffico veicolare di media intensità
● la collina, che necessita di salvaguardia rispetto alle ricadute delle attività agricole, molto presenti in queste aree
● la montagna – ambito che caratterizza fortemente il nostro territorio.
La pianura
Come detto, la pianura è l’ambito maggiormente antropizzato; in questa porzione insistono gli abitati più estesi e maggiormente popolati: Pontassieve e la frazione di San Francesco.
Questa alta densità abitativa si porta dietro una serie importante di criticità, quali:
● l’impermeabilità dei suoli dovuta alle vaste aree occupate da edifici o strade
● la povertà di spazi verdi che, oltre a rendere poco accoglienti gli spazi urbani, determina la formazione di isole di calore
● le emissioni inquinanti per il riscaldamento, raffrescamento e per tutti gli usi dell’energia all’interno di essi (illuminazione, produzione di acqua calda, attività di cucina e domestiche in genere) che rappresentano oltre il 40% dei consumi energetici totali
● le attività produttive industriali ed artigianali, che impiegano oltre il 20% dell’energia totale consumata
● i trasporti, di cose e persone, che a livello nazionale assorbono oltre il 30% dell’energia totale consumata.
Dalla lettura di questi dati si rende evidente che ci sono azioni che tempestivamente devono essere poste in essere. Per fare alcuni esempi:
● monitorare la qualità dell’aria delle aree di fondovalle, sollecitando l’Arpat nell’apposizione di centraline di controllo, per la misurazione e la presenza di polveri sottili, inquinanti chimici al fine di tutelare la salute dei cittadini
● agevolare gli interventi edilizi volti al contenimento del dispendio energetico, come la realizzazione di cappotti termici, isolamento delle coperture, installazione di impianti fotovoltaici e solari termici
● creazione di uno “sportello energia” che fornisca ai cittadini assistenza su norme, procedure, finanziamenti e sussidi nazionali ed europei per interventi su edifici privati, sia residenziali che produttivi e commerciali
● previsioni di impatto della direttiva europea “Case Green” sul patrimonio edificato pubblico e privato, in modo da attivare gli strumenti finanziari previsti dalla direttiva e guidare i cittadini nella realizzazione delle opere previste
● implementazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili che vedano un ruolo importante, di partecipazione e promozione, da parte dei due enti comunali
● monitorare lo stato delle acque e dei corsi presenti, mapparne la biodiversità, lo stato di manutenzione e gestione, di controllare il loro corretto utilizzo e prelievo, evitando gli sprechi
● di incrementare gli spazi verdi anche nei centri abitati e di gestire le alberature secondo i criteri stabiliti dalle norme, per garantire il benessere degli abitanti, ridurre le isole di calore che sempre più frequentemente caratterizzano le aree urbane
● di attivare un Regolamento per “La tutela, il benessere e la cura dei nostri amici animali” per una corretta convivenza fra uomo, specie domestiche e selvatiche, riconoscendo agli animali il diritto ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche. Un regolamento a cui poter fare riferimento per eventuali criticità e problematiche e da stilare insieme ad associazioni del settore e cittadini/e sensibili/e ed attivi/e.
La Collina
La collina è caratterizzata da una interessante attività agricola, attività che caratterizza in generale il territorio toscano.
Nel corso degli anni questa immagine è via via mutata e l’agricoltura si è progressivamente industrializzata; questo cambiamento ha avuto sicuramente un impatto importante sotto il profilo idrogeologico, morfologico e paesaggistico, anche se l’armonia del paesaggio non ha sofferto dal punto di vista estetico.
Quello che invece rischia di non essere ammortizzabile è l’impatto degli inquinanti utilizzati in agricoltura: pesticidi e concimi che contaminano il suolo e le acque non costituiscono solo una minaccia per la salute dell’uomo, ma sono una seria ipoteca sulla fertilità futura dei terreni oggi coltivati.
Le sfide, che si presentano e che richiedono in maniera sempre più pressante una risposta, impongono di utilizzare l’intelligenza e mettere in campo tutte le nostre conoscenze, con l’impegno di ampliarle per trovare altri prodotti, altre tecnologie che permettano di avere una agricoltura rispettosa dell’ambiente in cui viviamo.
Tanto già è stato fatto per rendere l’agricoltura meno impattante per l’ambiente, ma ancora moltissimo si deve fare; certo è che i costi di questa transizione non possono ricadere sulle spalle degli operatori o dei consumatori: ci dev’essere una partecipazione di tutti i soggetti che compongono la filiera e ci deve essere un impegno massiccio delle istituzioni.
Prima di tutto un lavoro culturale sui consumatori per modificare i canoni di giudizio che regolano la scelta dei prodotti agricoli, passando da “bello” al “buono”; buono inteso non solo dal punto di organolettico (buono di sapore e di odore), ma buono per la salute del consumatore e buono per l’ambiente in cui viviamo.
Il supporto economico da parte delle istituzioni, quindi della collettività, è altrettanto importante perché, se l’errore è stato collettivo, la soluzione deve vedere un impegno della collettività; quindi, azioni che devono articolarsi sia attraverso la fiscalità generale (incentivi e sovvenzioni), sia attraverso la messa a disposizione di strumenti che permettano agli imprenditori di trovare altre fonti di reddito accessorie (turismo, formazione, svago ecc.). È evidente che attività di questo genere necessitano di servizi, capacità attrattiva, politiche mirate che il singolo operatore non può gestire; occorre quindi uno stretto dialogo e attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche, anche e soprattutto locali.
Anche in questo caso il nostro territorio può diventare un modello, un riferimento per studi e applicazioni pratiche; insomma, se il nostro territorio ha molto da insegnare al mondo per quanto riguarda la storia, le arti, la bellezza, si potrebbe provare a dare anche un contributo su come si preserva il futuro dell’uomo su questo pianeta.
La Montagna
Elemento distintivo dell’intero territorio è il suo ambiente naturale, costituito principalmente da foreste e boschi e da aree rurali, che si identifica con la Montagna Fiorentina a circondare la Valdisieve, e che oltre ad essere fondamentale per la ricchezza d’acqua, che produce e mantiene, per gli innumerevoli benefici ambientali e per il suo ineguagliabile valore ecosistemico, costituisce il principale richiamo per migliaia di visitatori e turisti da ogni parte del mondo.
Le foreste hanno un ruolo fondamentale nel contrasto al dissesto idrogeologico, per lo stoccaggio della CO2, nel mantenimento della fertilità dei terreni, nella regimazione delle piene e delle magre dei corsi d’acqua, per essere habitat di numerose specie di animali selvatici, nel migliorare la salute delle persone e del Pianeta, oltre ad avere un significativo valore ricreativo, educativo, spirituale e del controllo sulle infestazioni.
La conservazione di questa unicità impone di ridefinire i criteri che regolamentano le pratiche abitualmente svolte sul territorio (ludico sportive, di svago e produttive), in special modo quelle che rischiano di alterare gli equilibri di questi luoghi tanto ricchi quanto fragili. Obiettivo prioritario sarà creare un tavolo di confronto fra tutti i portatori di interessi a qualsiasi titolo al fine di praticare una coesistenza sostenibile delle varie attività.
In riferimento alla salvaguardia delle ricchezze ambientali dei nostri Comuni e per migliorare la qualità ambientale delle aree urbanizzate, proponiamo:
● il ripristino, la tutela, l’ampliamento e la valorizzazione delle aree protette presenti: - la Zona di Protezione Fontemassi - l’ex ANPIL Santa Brigida - Poggio Ripaghera - Valle dell’Inferno
● una maggiore attenzione sulla fruizione della riserva Naturale Biogenetica di Vallombrosa- Bosco di Sant’Antonio e delle aree limitrofe alla Sieve e all’Arno per sviluppare un’economia di sistema che dia lavoro alle imprese esistenti e a quelle che verranno, con il coinvolgimento delle nuove generazioni
● seguire le indicazioni nazionali e dell’Unione Europea definite dalla “Strategia UE sulla Biodiversità per il 2030” al fine di tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico che abbiamo per esaltarne i benefici ecosistemici e le ricadute positive sulla popolazione locale
● di creare luoghi di confronto permanenti fra tutte le categorie che lavorano, abitano e vivono sulla Montagna e della Montagna, in modo da condividere un nuovo percorso per la sua gestione, affinché sia tutelata la Biocomplessità e Biodiversità dei sistemi naturali, per il beneficio culturale, sociale e della salute di tutti residenti, siano essi delle zone montane o quelli delle aree di fondovalle
● di mantenere, valorizzare e promuovere le antiche vie, i percorsi storici e i cammini presenti che attraversano ambienti naturali ed antichi borghi, fonti di storia e cultura del territorio e motivo di sviluppo di un turismo qualificato
● di censire gli alberi monumentali del nostro Comune, vera fonte di attrazione per appassionati di tutto il mondo, secondo quanto previsto dalla Legge 14 gennaio 2013, n.10.
Turismo
Come già visto il comparto turistico complessivamente concorre alla formazione del PIL della regione per circa il 12 % (dati 2019).
La nostra zona è sicuramente ricca di attrazioni culturali e paesaggistiche, che però sono messe in ombra dalla vicinanza della città di Firenze.
La prossimità di Firenze gioca, infatti, un ruolo ambivalente per il territorio di Pontassieve e Pelago:
● da una parte questa vicinanza costituisce un vantaggio perché godiamo del potere attrattivo di Firenze che scarica, sul nostro territorio, parte del carico di visitatori che non riesce a soggiornare in città
● dall’altra impedisce l’affermazione del nostro territorio data l’attrazione gravitazionale del capoluogo di regione.
La strutturazione di una identità propria è però una carta da giocare per tentare di fare di questa industria un motivo di crescita economica ed occupazionale.
Poiché non vogliamo un turismo mordi & fuggi e al contempo siamo convinti del valore dell’interazione tra cittadini e turisti, riteniamo che debbano essere intraprese iniziative che abbiano prioritariamente una ricaduta positiva sulla qualità della vita dei cittadini di Pontassieve e Pelago diventando esse stesse motore di richiamo turistico.
Le nostre proposte sono:
● attivare servizi navetta, realizzati con mezzi elettrici, che collegano le frazioni e i paesi tra loro e con le principali stazione di bus e treni
● incrementare il numero e la distribuzione delle colonnine di ricarica dei mezzi elettrici. Oltre a dare un servizio ai visitatori stranieri, dotati di auto elettrica, si incentiverebbe l’uso di questi mezzi anche tra i cittadini dei nostri territori
● migliorare la connessione internet di tutto il territorio; l’Italia è agli ultimi posti per la qualità e l’estensione della rete internet
● rimuovere le ancora troppe barriere architettoniche in modo da essere una località accogliente e inclusiva
● caratterizzare l’intero territorio come un laboratorio di sostenibilità ambientale in modo da agevolare la nascita di attività, centri di studio, convegni che richiamerebbero turismo tecnico: allo stesso modo le attività culturali che intendiamo avviare sul nostro territorio, animeranno la vita del paese richiamando turismo di buon livello
● incrementare le attività sportive: dando spazio e supporto alle numerose associazioni sportive del territorio, come spieghiamo nel capitolo dedicato, si potrebbero ospitare manifestazioni sportive richiamando partecipanti e accompagnatori da luoghi anche distanti; le nostre attività ricettive avrebbero un incremento di presenze anche in periodi non propriamente vocati al turismo
● favorire ed incrementare il turismo lento, salutare e contemplativo; questo turismo è attratto da ambienti naturali belli e possibilmente intoccati, dalle antiche vie, dai percorsi storici, (Via di Francesco) ed è alla ricerca di strutture ricettive che siano tramite di cultura, sapori, tradizioni e semplicità sia nelle architetture sia nelle modalità di accoglienza; la Montagna Fiorentina è ricchissima di tutto questo
● supportare le iniziative private per la creazione di ricettività a stretto contatto con la natura, come agricampeggi e simili
● mettere in rete tutti gli operatori turistici presenti e lavorare verso un obiettivo comune di proposta turistica
● organizzare corsi di lingue per operatori turistici e cittadini
● promuovere tutte le azioni che potrebbero concorrere alla destagionalizzazione delle attività turistiche distribuendo la domanda di ricettività lungo tutto l’arco dell’anno.
Se da una parte l’amministrazione si impegnerà a facilitare le attività turistico ricettive dall’altra verrà richiesto un serio e costante impegno per mantenere un elevato standard qualitativo e tal fine sarà istituita una maggiore attività di controllo per garantire il rispetto dell’immagine che il nostro territorio merita.
Proprio al fine di definire uno standard qualitativo a cui le attività dovranno uniformarsi, riteniamo sia utile la creazione di un marchio di qualità della “Valdisieve” e contemporaneamente lavorare per la creazione di un Bio-Distretto di cui abbiamo esempi vicini.
Un biodistretto è un’area geografica naturalmente vocata al biologico nella quale i diversi attori del territorio (agricoltori, privati cittadini, associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni) stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, puntando su produzioni biologiche che coinvolgono tutti gli anelli delle filiere fino al consumo.
Il biodistretto, in sintesi, è un patto per lo sviluppo green del territorio, sottoscritto dai produttori biologici, dalle amministrazioni locali e da ambiti della società civile coinvolta.
Per fare ciò occorrerà:
● definire, stilare e condividere un disciplinare tra tutti gli aderenti in modo da poter essere riconoscibile anche a livello internazionale
● promuovere questa rete di ospitalità diffusa sui mercati esteri utilizzando gli strumenti messi a disposizione gratuitamente dall’ambito Turistico Fiorentino
● finalizzare le Tasse di Soggiorno al miglioramento dei servizi turistici: dépliant, bacheche, uffici informazioni, mappe sentieri
● studiare la condivisione di supporti e servizi per gli operatori in modo che le attività di indotto possano, a loro volta, essere fonte di occupazione.
Parallelamente alle attività turistiche ricettive si dovrà incentivare
la nascita di attività di vario genere legate all’accoglienza e allo svago di
cui i cittadini stessi saranno i primi fruitori: servizi di accompagnamento,
apertura di musei e chiese, riqualificazione dei piccoli centri abitati e delle
emergenze architettoniche sparse, nuovi bar, ristoranti, pub, cinema ecc.
dovrebbero trovare, da parte dell’amministrazione, terreno fertile poiché
costituiscono, al di là dell’opportunità economica e occupazionale, un elemento
di incontro e crescita sociale.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Art. 32 - Costituzione Italiana
SANITÀ
Tutte le scelte dell’Amministrazione devono essere finalizzate al mantenimento della Sanità come servizio pubblico. Il concetto di "Sanità: Distretto e Servizi Territoriali" evidenzia l'importanza di considerare la salute come un bene comune fondamentale, legato strettamente alla salvaguardia dell'ambiente e al benessere della comunità.
E’ necessario respingere l'idea che la sanità debba essere gestita privatamente a fini di lucro, poiché la tutela e la promozione della salute non possono essere considerate un costo, ma piuttosto un investimento per il bene della società nel suo insieme.
Se si vuole provare ad affrontare con razionalità la questione si deve fare chiarezza su alcuni punti fondamentali:
• un pronto soccorso che non lavori con il supporto dei reparti normalmente presenti in un ospedale (chirurgia, ortopedia, neurologia ecc.) non può dare garanzie adeguate di un efficace intervento in caso di estrema gravità; in questi casi il paziente dovrebbe essere comunque trasferito in un centro più attrezzato; nei casi meno gravi il paziente avrebbe potuto essere immediatamente instradato presso l’ospedale più vicino;
• l’equazione sanità = ospedale è estremamente fuorviante ed è un’ambiguità alimentata negli anni durante le campagne elettorali: il senso di insicurezza derivante dalla lontananza di un servizio di pronto soccorso è stato “utilizzato” come leva per acquisire consenso. Sono state fatte, negli anni, promesse che, puntualmente, o non si sono verificate o si sono rivelati palliativi inutili (es. Punto di Primo Soccorso di San Francesco);
• la Sanità va dall’educazione ai corretti stili di vita alla sala operatoria in cui si cerca di salvare la vita ad una vittima di un incidente; in mezzo a questi due estremi c’è una infinità di attività, strutture, operatori che hanno un’importanza eccezionale. Se si guarda la Sanità nel suo complesso ci si rende conto che i servizi che coinvolgono il maggior numero di utenti sono quelli che devono essere erogati sul territorio:
o servizi sociali
o i medici di medicina generale
o la prevenzione (tra cui gli screening)
o la diagnostica di primo e secondo livello
o le attività di riabilitazione
o la cura delle cronicità
La distribuzione sul territorio delle funzioni non prettamente ospedaliere segue la logica della medicina di iniziativa, un modello assistenziale di gestione della salute che non si limita a curare presso gli ospedali, ma istituisce una rete assistenziale sul territorio in modo da intercettare e affrontare le patologie nel momento in cui insorgono, evitando che si aggravino, fase in cui l’ospedale diviene una scelta obbligata.
Una efficiente sanità territoriale si fa carico di formare e informare le persone sui corretti stili di vita (alimentazione, attività fisica, ponendo attenzione su dipendenze, disturbi alimentari ecc.), prevede campagne di prevenzione, cura le cronicità.
Dopo la pandemia degli scorsi anni, il Ministero della Salute ha definito un nuovo modello organizzativo della sanità territoriale che prevede, all’interno di ogni Distretto Sanitario, la costituzione di una Casa della Comunità che dovrebbe essere un’evoluzione della Casa della Salute.
Come la Casa della Salute, le Case di Comunità faranno parte del Servizio Sanitario Regionale e, quelle ancora da realizzare, saranno finanziate con i fondi del PNRR (2 miliardi di euro a livello nazionale).
La norma definisce le Case di Comunità come “luogo fisico di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria”.
Inoltre, si evidenzia l'importanza di garantire servizi sanitari di base sul territorio, con particolare attenzione alle aree rurali e alle frazioni. Infine, si evidenzia come una sanità territoriale potenziata possa collaborare fattivamente con le istituzioni comunali e altri soggetti interessati per promuovere iniziative di educazione alla salute e stili di vita sani.
La funzione dell'Amministrazione Comunale, nella fase di implementazione di queste strutture, consisterà in una stretta interlocuzione con la ASL al fine di progettare e realizzare un servizio che risponda al meglio alle esigenze del territorio.
La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme
Art. 33 - Costituzione Italiana
SPORT
Come già affrontato in parte nel tema ISTRUZIONE, sappiamo bene che praticare uno sport, ha dei benefici enormi su tutti noi, sia da un punto di vista psicologico, sociale e salutare. Le attività sportive dovrebbero essere praticate fin da piccoli, anche al di fuori dei programmi scolastici.
In una società in continua evoluzione e trasformazione lo sport può rappresentare una parte importante nella formazione dell’individuo perché, se fatto bene, aiuta a socializzare, ad integrare le varie culture, contribuendo al tempo stesso ad una crescita equilibrata fisica e psichica.
Lo sport, inizialmente eseguito a scopo ludico (dai più piccoli), con il tempo, affinando le capacità individuali di ognuno, può essere esercitato anche in forma agonistica sempre nel rispetto reciproco degli atleti, sia essi come competitori singoli che come squadra. Per ottenere questo occorre lavorare in simultanea con le Associazioni sportive, dove l’Amministrazione, dal canto suo, dovrà elaborare strategie volte a rimuovere eventuali ostacoli economici e/o organizzativi per aiutare chi altrimenti non si avvicinerebbe a questo o quello sport.
Le Associazioni Sportive Dilettantistiche che ci sono sul nostro territorio fanno un lavoro egregio e, con grande impegno e sacrifici, permettono ai nostri giovani e cittadini di ogni età di praticare una costante attività fisica che, insieme a tutte le informazioni sui corretti stili di vita, è alla base della buona salute.
A parte il calcio che è praticato in ogni comune della Valdisieve, ci sono alcune discipline che possono essere praticate solo in un comune invece che in un altro. Solo a titolo di esempio nella piscina comunale di Pontassieve, si riversano quasi tutti i ragazzini della Valdisieve, mentre il basket è tipico di Pelago nella palestra di San Francesco. Questi spostamenti sono una delle colonne portanti, insieme ad altre di cui abbiamo parlato in altri capitoli, della sinergia che intercorre tra tutti i comuni e in particolare tra Pelago e Pontassieve.
Questa sinergia relativa allo sport dovrebbe essere sfruttata ancora di più promuovendo attività multidisciplinari periodiche per tutti i bambini delle scuole primarie, di tutti i comuni, affinché ognuno di loro dopo questo percorso, sia di apprendimento motorio che di relazione e di gioco, possa meglio orientarsi anche per scegliere la disciplina che più gli si confà o gli piace. Questa sinergia tra comuni dovrebbe sfociare nella creazione di un Osservatorio dello sport composto da dirigenti delle società sportive, da atleti, da genitori e da un amministratore/assessore allo sport.
Il suo compito sarebbe quello di coordinare e tenere sotto controllo le varie discipline, individuare eventuali criticità e trovare soluzioni idonee. Inoltre, dovrebbe interessarsi dell’inclusione sociale insieme alle associazioni sportive che beneficiano di sussidi comunali, anche per permettere a persone anziane o con diverse abilità di fare sport. Le associazioni sportive collaboreranno mettendo a disposizione strutture e personale e dove non possibile, per ragioni logistiche, collaboreranno con altre società.
…quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della
mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei
confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che
ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per sé stessi io lo chiamo libertà. E
se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti
schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono
il tempo per vivere. Pepe Mujica – ex presidente
Uruguay
La Repubblica garantisce a tutti, mediante un sistema di trasporto pubblico, le condizioni di mobilità essenziali in relazione all'esercizio dei diritti fondamentali dell'individuo e al perseguimento dell'interesse della collettività.
L'accesso al trasporto pubblico è garantito, nei modi stabiliti dalla legge, anche a chi sia privo di mezzi.
Proposta di legge costituzionale – 27 febbraio 2014 - Art. 34-bis.
MOBILITA’
Il sistema dei trasporti pubblici nei nostri territori e più generalmente nella Valdisieve-Mugello, soffrono di disagi continui legati alla carenza e inaffidabilità dei mezzi pubblici.
Si dovrà quindi impostare una interlocuzione con la Regione Toscana attraverso la quale si dovranno sollecitare i diversi gestori, appaltanti il servizio, per risolvere le criticità che affliggono con costanza e continuità i servizi di trasporto pubblico.
Quotidianamente si assiste a ritardi e soppressioni di treni o bus, frequentemente senza preavvisi, arrecando danni e disagi ai pendolari che si spostano per lavoro o studio nelle direttrici Mugello, Valdarno, Firenze, Pistoia.
L’inaffidabilità del servizio ha come risultato immediato l’utilizzo delle auto private con aggravio del traffico sulle direttrici da e per Firenze e hinterland, gravi difficoltà di parcheggio nei centri urbani e nelle zone industriali, artigianali ed universitarie della Città Metropolitana. Tutto questo senza contare l’enorme dispendio energetico per l’uso di tanti mezzi e il conseguente inquinamento atmosferico.
Sviluppare un sistema di trasporti efficiente tra i nostri Comuni e le altre direttrici determinerà un miglioramento della qualità della vita di chi è costretto a spostarsi per studio e lavoro; maggiore autonomia dei giovani nei loro spostamenti, un risparmio economico e, come detto, una riduzione dell’impatto ambientale.
Quindi occorrerà:
● istituire un servizio di tipo metropolitano a frequenza maggiore nell’anello Firenze - Pontassieve - Borgo San Lorenzo, aggiungendo corse nelle ore serali e notturne
● valutare la fattibilità di nuove fermate ferroviarie in luoghi strategici, come per esempio all’Istituto Statale Superiore "Ernesto Balducci", o le scuole di Pelago - Valdisieve Hospital
● introdurre il biglietto unico, che consideri Pontassieve nell’area metropolitana di Firenze e renda possibile, a pendolari e turisti, raggiungere il territorio con mezzi pubblici a costi più contenuti
● dotare le stazioni e le principali fermate dei bus di aree protette per bici e monopattini
● valutare l’incremento di corse supplementari del trasporto pubblico locale su gomma per migliorare il collegamento tra le frazioni e le stazioni ferroviarie, eventualmente con l’istituzione di un servizio circolare continuo anche con l’utilizzo di mezzi più piccoli e/o elettrici
● dotare il territorio di piste ciclabili modernamente attrezzate
● valorizzare, sotto il profilo turistico e culturale, l’anello ferroviario Mugello - Valdisieve attraverso l’elaborazione di percorsi che portino i visitatori a scoprire le bellezze del territorio
● migliorare la viabilità attuale, storica e non, evitando la costruzione di strade o varianti nuove, impattanti, che favoriscono l’aumento del trasporto privato su gomma e del consumo di suolo
● promuovere l’uso del car pooling (condivisione di una stessa auto privata tra più persone su uno stesso tragitto, tipicamente casa-lavoro o casa-scuola)
● stipulare accordi di sperimentazione con aziende che operano nel campo del car sharing
● favorire gli spostamenti a piedi nelle aree urbane, rendendo sicuro il percorso per i pedoni, e allargando dove possibile i marciapiedi
● interdizione della strada SR 70 della Consuma ai mezzi pesanti che utilizzano il valico come alternativa alla autostrada a pedaggio
●
rigorosi
controlli per chi non rispetta le regole del Codice della Strada transitando
nel nostro territorio.
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali
Art. 41 - Costituzione Italiana
ECONOMIA CIRCOLARE - VERSO RIFIUTI ZERO
Per invertire la tendenza dei cambiamenti climatici e il collasso delle risorse è necessaria una riconversione della nostra economia. Non possiamo continuare a sfruttare indiscriminatamente risorse limitate per produrre oggetti che diventano rifiuti immediatamente dopo il loro utilizzo. E’ necessario puntare sulla prevenzione, cioè su pratiche di riduzione dei rifiuti, riducendo gli imballaggi e ridisegnandoli perchè siano riusabili; puntando sul riuso, anche su larga scala, come ad esempio attraverso il vuoto a rendere; promuovendo l’acquisto di prodotti sfusi; riparando e riusando ciò che è ancora riutilizzabile, anche su scala industriale. Solo dopo avere praticato fino in fondo la prevenzione si può ricorrere al riciclo dei materiali raccolti con la differenziata.
Con questo tipo di gestione il rifiuto indifferenziato potrebbe tendere allo zero, diminuendo il conferimento in discarica o in impianti insalubri, che costituisce il maggiore costo per i cittadini sulla TARI e sulla salute dell’ambiente e degli esseri umani. Questo tipo di gestione produrrebbe un'economia alternativa e nuovi posti di lavoro.
Per ottenere ciò, dunque, è necessario agire su questi punti:
● adottare tutte le misure possibili e praticabili da una amministrazione comunale per la riduzione a monte dei rifiuti, come ad esempio: far pressione sui grandi centri commerciali affinché: - usino più prodotti sfusi e riducano drasticamente gli imballaggi inutili (solo per fare un esempio, un dentifricio, spesso è contenuto anche in una scatola di cartone, basterebbe solo il tubetto in materiale recuperabile); - consentano e agevolino l’utilizzo di contenitori portati dal cliente per i prodotti a peso, come da recenti normative; - istituiscano pratiche di vuoto a rendere per il vetro e le lattine. Inoltre, occorrerà agire anche sulle feste e sagre paesane in modo che si adottino soluzioni meno impattanti e più sostenibili utilizzando per esempio le stoviglie lavabili e riutilizzabili. Una buona riduzione a monte dei rifiuti, soprattutto della plastica, la si ottiene anche aumentando i punti di prelievo dell’acqua pubblica con i cosiddetti fontanelli, nei luoghi ancora non serviti, in modo da arrivare ad avere una rete di fontanelli, capillare su tutto il territorio;
● unificazione dei sistemi di raccolta per tutta la Valdisieve
● adozione della delibera Rifiuti Zero per il comune di Pelago e conferma dell’adesione per il Comune di Pontassieve
● di conseguenza, estensione e potenziamento dell'esperienza dell'Osservatorio Rifiuti Zero anche al comune di Pelago e in prospettiva ai comuni della Valdisieve
● introduzione di sistemi di raccolta adeguati a garantire un'alta percentuale di RD, nonchè a migliorare la qualità della stessa, anche per prevenire l'eccesso di spesa in operazioni di ripulitura
● eliminazione graduale degli indecorosi cassonetti stradali, che diventano spesso un ricettacolo di abbandoni anonimi e proliferazione di insetti e animali
● aumento della percentuale di raccolta differenziata almeno fino all’80% con incremento della qualità del rifiuto raccolto (selezione corretta operata dal cittadino prima di inserire i rifiuti nel cassonetto)
● promuovere il compostaggio domestico e di comunità anche con l'incremento degli incentivi sulla TARI
● adozione della Tariffa Puntuale che premia chi produce meno rifiuto indifferenziato: attraverso la lettura di un codice utente o il peso del sacchetto o il numero dei sacchetti utilizzati in un anno, le utenze pagheranno sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti più consapevoli
● creazione di un Centro di Riuso destinato a raccogliere e riparare oggetti prima che questi diventino rifiuti. Attività che consentirebbe la conservazione e lo sviluppo di competenze artigianali e tecniche che si stanno perdendo, oltre che a rimettere in circolo, a bassi prezzi, questi beni
● promuovere e sostenere le nuove attività economiche che potrebbero svilupparsi grazie alle nuove normative relative al recupero e riparazione. Queste, infatti, prevedono autorizzazioni semplificate e la possibilità di prelevare direttamente dal gestore, in aree adibite appositamente, gli oggetti che i detentori di tali autorizzazioni ripareranno e rimetteranno in circolo. Con il duplice beneficio di aumento di posti di lavoro e di risparmio sul mancato smaltimento di beni, che essendo già diventati rifiuti, sarebbero stati avviati a distruzione
● l’impegno dell’amministrazione al rispetto delle normative nazionali e, specificatamente, dei Criteri Ambientali Minimi definiti nell’ambito del Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione. La definizione di tali criteri, minimi appunto, dovrebbe spingere l’amministrazione a comportamenti atti a fissare obiettivi più ambiziosi rispetto a quelli fissati dalla norma
● incrementare l’attività educativa nelle scuole attraverso l'esperienza diretta e la pratica proponendo alle scuole, per esempio, il “Protocollo Rifiuti Zero” elaborato dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, stimolando il consolidarsi di una sensibilità nuova.
● lo stesso protocollo potrebbe essere proposto anche ad attività come alberghi, agriturismi e ristoranti, come già avviene in altre realtà, con questi risultati:
- riduzione dei costi
- aumento della soddisfazione della clientela
- aumento della reputazione verde
- aumento delle presenze
La cultura della sostenibilità ambientale deve diventare una caratteristica peculiare soprattutto se questi obiettivi sono realizzati insieme dai due comuni Pelago e Pontassieve. Nell’ottica di una loro valorizzazione come poli culturali rispetto ad un nuovo modello di sviluppo.
Questo comporta anche la necessità che il gestore assuma come nuclei fondanti della propria azione:
● la riduzione dei rifiuti
● una maggiore economicità del servizio
● la salvaguardia dei lavoratori
●
la formazione
degli operatori e dei cittadini.
I contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.
ART. 68-bis D. LGS 152/2006
RECUPERO DELLE SPONDE DEL FIUME ARNO E DEL FIUME SIEVE
Tra le doti naturali di Pontassieve e di Pelago le più emergenti sono rappresentate dalla presenza di due fiumi: l’Arno e la Sieve che in quest’ultimo vi sfocia. Gli abitati di Pontassieve così come quello di San Francesco di Pelago sono stati determinati dalla presenza del fiume Sieve che ne ha determinato la genesi. Gli edifici antichi del Borgo che guardano il fiume hanno le fondamenta proprio sulla sponda e da ciò ne consegue che il “centro storico” di Pontassieve parte dalla banca destra del fiume Sieve.
Lo stesso dicasi per l’abitato di San Francesco sulla riva sinistra dove abitazioni e opifici sono fondati sulla banca sinistra. Da tali notazioni ne deriva che la definizione del centro storico nei casi su accennati non può che partire dalla sponda del fiume e pertanto quando si parla di recupero e restauro della città antica è dalle sponde del fiume che bisogna partire per una valorizzazione dell’insieme.
La realtà sino ad oggi è stata determinata da uno stato di abbandono totale delle banche destra e sinistra del fiume Sieve e del fiume Arno che restano completamente avulse dalla quotidianità cittadina.
La nostra coalizione Alternativa Comune ritiene che questi due fiumi siano una grande risorsa da valorizzare e da sfruttare nella potenzialità, integrandoli nella vita quotidiana della città, realizzando un parco lineare lungo le sponde della Sieve e senza soluzione di continuità lungo le sponde del fiume Arno, mediante un percorso pedonale attrezzato lungo il quale si possano svolgere attività compatibili con l’ambiente fluviale e lo stato dei due fiumi in armonia con il contesto circostante.
Tale nuova visione induce a immaginare:
Valorizzazione delle aste fluviali realizzando dove possibile dei moli di attracco per chi pratica sport come canottaggio, ecc.; Individuare altre aree, rispetto alle attuali, sulla riva del fiume da utilizzare per attività di relax, informazione, gioco, sport, spettacoli e altro.
Ricucitura delle piste ciclabili esistenti o in costruzione ad eventuali nuovi percorsi da individuare che siano parte integrante di tutta la rete delle piste ciclabili lungo le sponde per una viabilità ciclabile che dovrà raggiungere Firenze.
Alternativa Comune è consapevole che Pontassieve e Pelago dovranno
farsi promotori insieme a Firenze e a tutti gli altri comuni che gravitano sul
fiume Arno (San Giovanni Valdarno, Figline, Incisa, Reggello, Bagno a Ripoli,
Fiesole) di azioni che favoriscano la rinascita del fiume Arno e dei principali
affluenti lungo tutto il suo percorso. Valutando l’ipotesi di elaborare accordi
il cui fine sarà quello di rilevare e accertare lo stato del fiume ed
eventualmente attivare “i contratti di Fiume”. Un fiume dunque integrato nella
vita quotidiana che risolva l’abbandono che oggi lo caratterizza.
Sole, spazio e alberi, io li ho considerati come materiali fondamentali per la creazione urbanistica.
Le Corbusier
URBANISTICA
Privilegiare il recupero e la ristrutturazione dell’edificato esistente per evitare un ulteriore consumo di suolo promuovendo nel contempo una ricognizione degli edifici attuali sia pubblici che privati inutilizzati, comprese le aree industriali dismesse sia di Pontassieve che di Pelago.
Per quanto riguarda le aree industriali dismesse che abbiamo sul territorio tra Pontassieve e Pelago, con riferimento all’ex area ferroviaria, l’area ex Brunelleschi e l’ex cementificio di San Francesco, le passate amministrazioni hanno, di fatto, vincolato queste aree su indirizzi di utilizzo che, a nostro parere, non soddisfano le necessità e le aspirazioni di sviluppo del territorio.
Per questo motivo faremo quanto è nelle possibilità della pubblica amministrazione per mediare con gli attuali proprietari una soluzione che sia più rispettosa dei bisogni della collettività.
Particolare attenzione dovrà essere prestata alla conservazione alla rivitalizzazione dei centri storici, rendendoli più vivibili e desiderabili come nuclei abitativi incrementando i servizi e incentivando il commercio di prossimità. Per fare ciò occorrerà attivare dei tavoli di lavoro con i diretti interessati per capire quali problemi riscontrano e per sviluppare insieme eventuali soluzioni.
Incentivi e agevolazioni burocratiche a chi ristruttura sfruttando tecniche che consentono risparmio energetico, produzione di energia, riutilizzo di acqua piovana.
Incentivi e agevolazioni burocratiche alle attività industriali, artigianali e commerciali che rilevano ed adattano un capannone preesistente invece di costruire un capannone nuovo (magari accanto ad uno sfitto).
Promozione e realizzazione di Comunità Energetiche con il coinvolgimento di aziende e cittadini promuovendo lo sviluppo delle politiche energetiche degli edifici pubblici e incentivando incontri formativi con esperti del settore e azioni concrete per la diffusione e sviluppo di queste pratiche. Per l’approfondimento di questa tematica si rimanda al capitolo “Ambiente”.
Dalla ricognizione degli edifici inutilizzati identificare se ci sono dei ruderi, case coloniche, borghi abbandonati in cui, in via sperimentale, realizzare un neovillaggio (o ecovillaggio) completamente autosufficiente, capace di produrre in modo indipendente, con sistemi innovativi, e totalmente ecosostenibili, il proprio cibo e la propria energia da fonti rinnovabili pulite.
Questi neovillaggi potrebbero fare parte integrante di aziende agricole come fattori produttivi di piani di miglioramento agricolo ambientale su base sociale. Oppure rappresentare un fattore di rigenerazione urbana che prevede la sostituzione edilizia di fabbricati ex industriali obsoleti.