martedì 29 luglio 2025

RACCOLTA FIRME PER IL REFERENDUM CONSULTIVO SULLA SANITÀ TOSCANA

Il gruppo di Alternativa Comune Pontassieve aderisce alla campagna di RACCOLTA FIRME per il REFERENDUM CONSULTIVO SULLA SANITA'.

Occorrono 35.000 firme entro l'ultima settimana di SETTEMBRE

I MODULI sono stati consegnati nei comuni di PONTASSIEVERUFINA.

PER FIRMARE BASTA RECARSI:

--> 1-A PONTASSIEVE PRESSO UFFICIO URP 

  • TUTTE LE MATTINE DAL LUNEDI' AL VENERDI' 

DALLE ORE 8.30 ALLE ORE 12.30 

  •  MARTEDI' E GIOVEDI' 

ANCHE DI POMERIGGIO DALLE ORE 15.15  ALLE ORE 17.45

--> 2- A RUFINA UFFICIO SEGRETERIA PRIMO PIANO

  • IN ORARIO DI APERTURA DEL COMUNE 

Qualche informazione sul Referendum. 

Comunicato ufficiale dei promotori

Sono passati 10 anni da quando fu approvata la RIFORMA del Servizio Sanitario Regionale in TOSCANA, legge 84/2015 (da noi definita SCHIFORMA).
Quella Riforma noi la contestammo democraticamente e fortemente e mai avremmo pensato che la partecipazione dei Cittadini venisse offesa e vituperata impedendo lo svolgimento del REFERENDUM Abrogativo. In Toscana, già patria della civiltà democratica, subimmo e vivemmo la stagione buia dello strapotere politico.

Eppure non occorreva essere profeti per prevedere le sventure che si sarebbero verificate. Purtroppo.
Da subito contestammo l’idea fondante e  cioè che “riducendo il numero delle Asl e concentrando in poche mani i livelli di programmazione, direzione e gestione si potessero ottenere risparmi economici, miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi”. Questa idea non trovava riscontro nella realtà perché le esperienze nazionali e internazionali dimostravanono che – nove volte su dieci – le macrofusioni organizzative in sanità producevano l’effetto contrario: facevano aumentare i costi e riducevano l’efficienza e la qualità dei servizi”.
Altra critica formulata riguardava “il gigantismo organizzativo” che in sanità non paga: aumenta la complessità organizzativa e finanziaria, diminuisce la capacità di controllo sul funzionamento dei servizi e aumentano le distanze tra il livello decisionale e la partecipazione democratica, e si riducono quasi a zero le possibilità di influenza dei sindaci e delle comunità locali.
Nel complesso lunghi tempi di attesa associati a ticket particolarmente costosi “producono migrazioni di massa verso il settore privato, soprattutto se questo mette sul mercato prestazioni low cost. Anche questo era un effetto – e un obiettivo (non dichiarato) – del definanziamento del servizio sanitario pubblico. ll mix che porta alla privatizzazione ha naturalmente costi sociali elevati, rappresentati dalle persone che rinunciano a prestazioni sanitarie o all’acquisto di farmaci a causa di motivi economici o carenze di strutture di offerta”.
Ed oggi purtroppo, ripeto, purtroppo il sistema è andato in progressiva sofferenza. Lunghi tempi di attesa, liste chiuse, difficoltà di accesso per motivi economici o di residenza. Desta vergogna pensare che 220.000 cittadini toscani rinunciano alle cure per motivi economici.  

Dopo 10 anni è tempo di verificare l’attuazione della legge di riforma del 2015. Chiediamo e ci chiediamo:
- Ha migliorato il Servizio Sanitario Regionale?
- Le AUSL di Area Vasta hanno semplificato o complicato la gestione?
- I Presidi Ospedalieri hanno migliorato o peggiorato la capacità di ricovero? 
- I tempi di attesa per un ricovero programmato sono aumentati o diminuiti?
- Il numero dei posti letto ospedalieri sono aumentati o diminuiti?
- I tempi di attesa per prestazioni di diagnostica e specialistica sono aumentati o ridotti?
- Gli Ospedali periferici/zone disagiate/di zona sono stati potenziati o ridimensionati?
- Il Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri garantisce una migliore risposta o è peggiorato?
- Sono state attivate le Case della Salute/Comunità con tutti i servizi socio-sanitari previsti? 
- Le posizioni dirigenziali/ dipartimentali/struttura/professionali sono aumentate o ridotte?
- Il territorio è stato valorizzato?
- Le risorse sono state redistribuite tenendo conto delle realtà periferiche?
- I Sindaci riescono a indirizzare la programmazione socio-sanitaria in area vasta?
- II Bilancio regionale della sanità dal 2015 ad oggi ha registrato economie di scala oppure disavanzi con obbligo di tassazione aggiuntiva? 
- Le prestazioni richieste in libera professione sono aumentate o ridotte?
- Il ricorso al Privato è aumentato o ridotto? 
- Il ricorso a rapporti atipici (tipo a gettoni) ha influito nella qualità assistenziale?
- Nel campo della Prevenzione (Igiene e sicurezza luoghi di lavoro, Alimenti, veterinaria ecc.) ci sono stati miglioramenti?

A nostro modo di vedere, complessivamente, il SERVIZIO SANITARIO REGIONALE è peggiorato. La Legge che ha imposto le Aree Vaste ha fallito. Non c’è giorno che non vengano denunciate carenze organizzative:
1) Elba.  Forse è anche un optional avere all’Elba un cardiologo fisso che in caso di urgenza potrebbe salvare la vita?
2) Massa. “devo prenotare un esame per mio padre per il prossimo Settembre/Ottobre presso il NOA di Massa ma la lista è chiusa.
3) Livorno. “Siamo alla follia nel mese di gennaio all'ospedale di Cecina è stato sospeso il servizio ambulatoriale della terapia del dolore, i malati non riescono ad avere appuntamenti nei tempi previsti per rinnovare piani terapeutici”
4) Empoli. Peggiora la situazione del Pronto Soccorso 
5) Lucca. Pronto Soccorso Odissea nello strazio. Turni infernali
6) Grosseto. Si sente male in Ospedale: mezz’ora per soccorrerla
7) Prato. Caos Emergenza, Per CGIL il sistema è sbagliato
8) Pistoia. Ospedale Caos. Ricoveri Impossibili
9) Arezzo. I Sindaci sulla nomina del D.G. “Non possiamo esprimere alla Conferenza nessun parere perché il messaggio che la Regione ci ha dato è stato chiaro: nella sostanza il nostro consenso è irrilevante.”

Quando interpelli gli Operatori Sanitari ricevi conferme del disastro provocato dalla SCHIFORMA:
- l’accorpamento ha allungato eccessivamente le linee gestionali, emarginando i territori;
-  la creazione di dipartimenti multi provinciali ha creato strutture così grandi da influire negativamente sulla gestione rendendo impossibile una reale partecipazione degli operatori;
- alla fine gli organismi di partecipazione dei professionisti (consiglio dei sanitari, ufficio di direzione) sono stati esautorati ed il potere è stato concentrato nella triade di vertice, escludendo rappresentanti dei territori e dei professionisti;
- Sotto il profilo economico i presunti risparmi derivanti dalla concentrazione sono stati riassorbiti dalle strutture di controllo necessarie alla gestione di macroaziende.

                            Per questo siamo tornati 
e proponiamo un REFERENDUM CONSULTIVO per dare ai Cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente.
                                                             
 QUESITO REFERENDARIO 

“Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale incentrato in tre Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana n. 84/2015 (“Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005”), al fine di assicurare una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio, organizzandole su base provinciale?”
 
Ciò al fine  di garantire un piu’ efficace coinvolgimento delle comunità  locali necessario per una migliore analisi dei bisogni e delle esigenze dei cittadini toscani, nonché una piu’ adeguata e coerente risposta organizzativa, gestionale e socio- assistenziale  in particolare sulle liste di attesa, ricoveri e accesso al pronto soccorso.

Per il Comitato Promotore
Giuseppe Ricci - Eva Giuliani - Oreste Giommoni 


QUI elenco aggiornato di tutti i comuni dove si può firmare

QUI, RELAZIONE ILLUSTRATIVA per saperne di più. 

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