mercoledì 16 luglio 2025

Ordine del giorno su "Basta favori ai mercanti di armi!" Presentato dal capogruppo consiliare Alternativa Comune; C.C. 27-5-25

 Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni


Pontassieve, 19 maggio 2025

Oggetto: sostegno alla Campagna “Basta favori ai mercanti di armi!” per impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Considerato che:
a inizio marzo 2024 è stato incardinato nelle commissioni competenti della Camera dei Deputati il Disegno di Legge di iniziativa governativa con modifiche alla Legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti (Atto Camera 1730). Il DDL ha già esaurito il proprio passaggio al Senato, e dunque manca solo un passaggio parlamentare prima di rendere definitiva questa modifica peggiorativa delle norme che regolamentano la vendita all’estero di sistemi d’arma;
molte organizzazioni della società civile italiana hanno seguito l’iter del DDL al Senato esprimendo fin dall’inizio preoccupazione per le modalità con cui si stava modificando la normativa ed evidenziando l’intenzione di indebolire il controllo sulle vendite all’estero di armi esplicitata già da anni da alcuni gruppi di potere e pressione legati all’industria militare;
esponenti della Rete Italiana Pace Disarmo (in rappresentanza di tante altre organizzazioni) sono intervenuti nel dibattito al Senato (sia in audizione sia con documenti di approfondimento) con considerazioni e proposte che sono entrate nel merito del testo del DDL governativo;
nonostante l’attenzione delle strutture della Commissione Esteri e Difesa del Senato e di alcune forze politiche, tali proposte sono state completamente ignorate e rigettate dal Governo, che addirittura ha sconfessato anche gli emendamenti migliorativi promossi dalla stessa Presidente della Commissione;
la Legge 185 è una norma innovativa che il Parlamento ha approvato nel 1990 dopo una grande campagna di mobilitazione della società civile, inserendo per la prima volta dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane. Un approccio che è stato poi ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull’export di armi sia dal Trattato ATT (Arms Trade Treaty);
sebbene nel corso degli anni anche questa Legge che prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto, che spendono troppo per gli eserciti, in cui ci siano gravi violazioni dei diritti umani non è stata in grado di fermare esportazioni di sistemi militari con impatti negativi, è indubbio e cruciale il grande ruolo di trasparenza che essa ha avuto permettendo al Parlamento e alla società civile - in nome di tutta l’opinione pubblica italiana - di conoscere i dettagli di un mercato che di solito è altamente opaco.

Preso atto che:
la trasparenza sulle vendite estere di armi italiane è messa in pericolo a causa di decisioni che vogliono rendere sempre più liberalizzata la vendita di armi, con l’utilizzo di false retoriche: non è vero che c’è un problema di eccessivi controlli sull’esportazione di armi italiane e non è vero che questa modifica della Legge185/90 favorirà una maggiore sicurezza per l’Italia in un momento di crisi internazionale. Al contrario facilitare la vendita all’estero di armi che sicuramente finiranno nelle zone più conflittuali del mondo aumenterà l’insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi, solo per garantire un facile profitto di pochi;
già nella situazione attuale è evidente come in diversi casi le autorizzazioni all’export rilasciate non sono state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei Trattati internazionali;
se il Disegno di Legge di iniziativa governativa dovesse essere approvato definitivamente la situazione peggiorerebbe, in particolare sull’aspetto relativo agli intrecci tra finanza e produzione di armamenti. 

Ricordando che:
è in corso una grande mobilitazione della società civile italiana denominata “Basta favori ai mercanti di armi!” volta ad impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti che si avrebbe con l’approvazione del testo di DDL governativo di modifica attualmente presentato alla Camera dei Deputati. 

Ritenendo che:
è opportuno che questo Ente Locale si unisca alla voce della società civile che non vuole rassegnarsi al fatto che sia solo il profitto di pochi a dover guidare le scelte sull’export di armi, che ha invece importanti ripercussioni sulla politica estera e sui diritti umani e dunque incide sulla vita di tutti;
la richiesta della campagna è quella di migliorare (e non peggiorare) la normativa sulle vendite all’estero di sistemi d’armamento intervenendo con modifiche che vadano nella direzione degli emendamenti al DDL già illustrati e proposti durante il dibattito al Senato, in particolare:
fare in modo che la reintroduzione del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD), utile luogo di presa di responsabilità da parte della politica sulle questioni riguardanti l’export di armi, non si trasformi in un “via libera” preventivo a qualsiasi vendita di armi ma sia sempre bilanciato dall’analisi tecnica e informata degli uffici preposti presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Difesa;
inserire nella norma nazionale un richiamo esplicito al Trattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty) – che non era presente nel testo originario della Legge 185/90 in quanto entrato in vigore solo nel 2014 – e ai suoi principi e criteri decisionali che hanno precedenza sulle leggi nazionali, con forza normativa maggiore di natura internazionale;
migliorare la trasparenza complessiva sull’export di armi rendendo più completi e leggibili i dati della Relazione al Parlamento, in particolare contenendo indicazioni analitiche per tipi, quantità, valori monetari e Paesi destinatari delle armi autorizzate con esplicitazione del numero della Autorizzazione MAE (Maeci), gli stati di avanzamento annuali sulle esportazioni, importazioni e transiti di materiali di armamento e sulle esportazioni di servizi oggetto dei controlli e delle autorizzazioni previste dalla legge;
impedire la cancellazione integrale della parte della Relazione annuale al Parlamento che riporta i dettagli dell’interazione tra Istituti di Credito e aziende militari;
impedire l’eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento presso la Presidenza del Consiglio, unico che potrebbe avanzare pareri, informazioni e proposte per la riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa;
reintrodurre la possibilità per il CISD di ricevere informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte delle organizzazioni riconosciute dall’ONU e dall’Unione Europea e da parte delle organizzazioni non governative riconosciute”. 

Tutto ciò premesso, e ritenendo che un commercio irresponsabile e incontrollato di armamenti sia deleterio per la Pace e la sicurezza del mondo e che le vendite di armi debbano allinearsi (come previsto dalle norme internazionali sottoscritte dall’Italia) a principi di rispetto dei diritti umani e riduzione dei conflitti e non ai vantaggi economici di pochi

il Consiglio Comunale di Pontassieve
delibera di:

sostenere la Campagna “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90 - Miglioriamo il controllo dell’export di armi - Stop agli affari armati irresponsabili che alimentano guerre e insicurezza” promossa dalla società civile italiana;
segnalare questa adesione alle Commissioni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati e in subordine a tutti i Deputati e le Deputate che dovranno poi votare in Aula il provvedimento in oggetto.



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

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