venerdì 18 luglio 2025

Interrogazione a risposta orale su: "Biodigestore" Presentata dal Capogruppo Alternativa Comune; C.C. 1-7-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente
Interrogazione a risposta orale
 
Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato che:
  • nella Relazione di accompagnamento ex art. 27.4 MTR-2 – Aggiornamento tariffario biennale 2024-2025 per la gestione AER SpA, allegata all’ordine del giorno dello scorso Consiglio Comunale del 27 maggio 2025, al punto 5.6 Valutazioni in ordine all’equilibrio economico finanziario si legge testualmente “Infatti, la parte più rilevante della perdita, circa 685.000 euro, è dovuta alla svalutazione dei cespiti concernenti le progettazioni, affidate a professionisti esterni, del biodigestore anaerobico della Forsu per la produzione di biometano e del nuovo centro di raccolta. La progettazione è stata interamente autofinanziata grazie alla disponibilità di cassa derivante dai risultati degli anni precedenti all’introduzione del MTR.”;
  • nel bilancio AER elaborato alla fine dell’esercizio, al 31 dicembre 2022, la spesa di 685.000 euro per il progetto del biodigestore, non appare più come parte di un investimento, ma viene riportata a costo, segno evidente del suo abbandono;
chiede: 
  • di conoscere a quale punto del progetto sul biodigestore siamo;
  • se questa Amministrazione e AER - ALIA intendono proseguire la costruzione del biodigestore, con quali tempi e a quali costi, oppure, come sembra visto che la somma spesa per il progetto viene riportata a costi, confermate l'abbandono del progetto;
  • nel caso in cui fosse confermato l’abbandono del progetto del biodigestore se avete già un terzo progetto in mente per quell’area. E se si, se metterete al corrente la popolazione prima di qualsiasi passaggio ufficiale.


Pontassieve 25 giugno 2025
 


               Alessandro Cresci                                                                        
        Capogruppo “Alternativa Comune”

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Interrogazione a risposta orale su: "Piste Ciclabili" Presentata dal Capogruppo Alternativa Comune; C.C. 1-7-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente
Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato che:

  • negli ultimi anni l’amministrazione ha realizzato molte piste ciclopedonali per collegare la parte nord alla parte sud del nostro comune;
  • tutti i percorsi sono utilizzati dai cittadini con molta frequenza, segno evidente della necessità di avere itinerari di questo tipo, più naturali soprattutto se lungo i fiumi e sicuramente più salutari perché inducono a uno stile di vita più corretto;
  • ci sono ancora dei collegamenti da realizzare come lungo la Sieve per ricollegarsi per esempio a Rufina e poi a Contea, dove esiste già una pista ciclopedonale fino a Dicomano;
  • mentre alcuni collegamenti invece sono in stallo ormai da tanto tempo;

chiede in particolare di conoscere:  
- come procedono gli accordi e/o i finanziamenti per la realizzazione delle piste ciclabili nel tratto di collegamento con Rufina;

- come procedono i lavori nella parte che dovrebbe congiungere la pista ciclabile viale Hanoi – Balducci con la ciclovia dell’Arno all’altezza della rotatoria Vicas, in vicinanza del ponte sull’Arno;

- se il collegamento di cui sopra non fosse fattibile per vari motivi (si è in uscita e in entrata da una rotatoria molto trafficata che si immette direttamente sulla SS67), se si è pensato a qualche alternativa magari utilizzando piste ciclopedonali già esistenti all’interno del tessuto urbano in modo da ricollegarsi alla pista dei Veroni senza dover attraversare la SS67. 

Pontassieve 25 giugno 2025


             Alessandro Cresci                                                                        
        Capogruppo “Alternativa Comune”

Mozione su: "Bandire i pesticidi dannosi per le api e per gli insetti impollinatori" Presentata dal Capigruppo Alternativa Comune; C.C. 1-7-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni
Pontassieve, 25 giugno 2025

Oggetto: Bandire i pesticidi dannosi per le api e per gli insetti impollinatori

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Considerato che:
le api e molti insetti impollinatori sono in declino, minacciati da pesticidi, perdita di habitat, monocolture, parassiti, malattie e cambiamenti climatici;
se le api muoiono, a farne le spese sono l’ambiente, l’agricoltura e il nostro cibo. Le api, infatti, non producono solo miele: dalla loro opera di impollinazione - insieme a quella di molti altri insetti pronubi - dipende un terzo degli alimenti che consumiamo abitualmente – come mele, fragole, pomodori e mandorle – e la produttività del 75% delle nostre principali colture agricole. In Europa, infatti, abbiamo circa 2000 specie di api selvatiche e circa un terzo delle popolazioni di api e farfalle sono in declino.
Ricordando che:
il 27 aprile 2018 l’Unione Europea ha approvato il bando permanente di tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api e gli impollinatori: l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta;
il loro utilizzo resta però consentito all’interno di serre permanenti. Inoltre, è ancora consentito l’uso di altri neonicotinoidi: acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone e altre sostanze quali cipermetrina, deltametrina e clorpirifos, tutti insetticidi potenzialmente pericolosi per le api e gli altri insetti impollinatori.
Preso atto che:
l’attuale sistema di agricoltura industriale basato sulla dipendenza dai pesticidi chimici, come i neonicotinoidi, non è più sostenibile,
sempre più studi confermano che i neonicotinoidi danneggiano non solo le api, ma anche i bombi, le farfalle, gli insetti acquatici e persino gli uccelli, con possibili ripercussioni su tutta la catena alimentare.

Il Consiglio Comunale di Pontassieve
chiede al Governo italiano e alla Commissione europea:

di bandire l’uso di tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri insetti impollinatori; 
di applicare rigidi standard per la valutazione dei rischi da pesticidi;
di aumentare i finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo e l’applicazione di pratiche agricole ecologiche;
chiede al Sindaco e alla Giunta di:
informare e sensibilizzare la cittadinanza tramite il sito internet e i social ufficiali del Comune di Pontassieve la campagna di Greenpeace di non usare pesticidi chimici nei propri giardini e terrazzi e di seminare fiori che possono fornire nutrimento alle api;
sostenere nella propria comunità locale lo sviluppo delle attività apistiche in maniera diffusa sul territorio, come opportunità di reddito e inclusione sociale;
includere e incrementare nella pianificazione del verde pubblico, tipo rotatorie e altre zone non destinate prettamente alle persone come parchi e giardini pubblici, la coltivazione di specie vegetali gradite alle api;
porre grande attenzione ai trattamenti sulle alberate cittadine, da evitare in fioritura e in presenza di melata;
ridurre progressivamente, fino ad eliminarlo, l’uso di erbicidi nella manutenzione dei cigli stradali e negli spazi verdi pubblici;
intraprendere un’azione di lotta alle zanzare concentrandosi sulla prevenzione e privilegiando interventi larvicidi basati sull’uso di prodotti biologici (a base di Bacillus thuringiensis israelensis);
promuovere e sostenere iniziative a sostegno dell’apicoltura - eventi, mostre, convegni, premi, etc. - anche in collaborazione con altri Comuni, ivi incluso la realizzazione di azioni concrete e simboliche nella propria città al fine di sensibilizzare la cittadinanza, quali ad esempio la realizzazione di un “Giardino delle api” (con piante nettarifere o aromatiche, e eventuali arnie dimostrative), l’ideazione di percorsi didattico-informativi, l’utilizzo delle api come tema artistico-decorativo nei progetti di riqualificazione urbana e di decoro della città (sul modello street art), etc.;
promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione sul valore di Bene Comune dell’Apicoltura, coinvolgendo in particolare le scuole di ogni ordine e grado del proprio territorio;
far rispettare quanto indicato dalle normative europee, nazionali e regionali, anche relativamente alle sanzioni: 
Direttiva Biodiversità 2021 - Legge Nazionale N. 313/2004 “Disciplina dell'apicoltura” - Legge Regionale Toscana N. 21/2009 “Norme per l'esercizio, la tutela e la valorizzazione dell'apicoltura“, come modificata dalla Legge Regionale Toscana N. 49/2018, - i vari DISCIPLINARI della RT di agricoltura integrata (PSR), e relativi aggiornamenti e decreti, in cui per esempio si stabilisce il divieto di utilizzare il principio attivo glifosato a partire dal 15 maggio 2021;

chiede, altresì, al Presidente del Consiglio:
di inviare la presente mozione al Governo Italiano e alla Commissione europea, nonché ai gruppi parlamentari presenti alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica e al Parlamento europeo;
di inviare la presente mozione alla Regione Toscana, alla Città Metropolitana di Firenze e a tutti i Comuni della Città Metropolitana di Firenze.


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

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Mozione su: "Adesione alla rete degli enti locali per i diritti del Popolo Palestinese" Presentata dai capigruppo PD, Lista Civica, Pontassieve al centro e Alternativa Comune; C.C.

COMUNE DI PONTASSIEVE
CITTA' METROPOLITANA DI FIRENZE
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli
p.c. al Signor Sindaco
Carlo Boni

Pontassieve, 24 giugno 2025
MOZIONE AI SENSI DELL’ART. 39 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE

Adesione alla “Rete degli enti locali per i diritti del popolo palestinese. Per il diritto internazionale e per la coesistenza pacifica dei popoli”

IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO CHE
La risoluzione 181 (1947) adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU approva il Piano di Partizione della Palestina mandataria in due Stati: Israele, comprendente il 56% del territorio, e Palestina, sulla parte restante, mentre Gerusalemme è stata individuata come corpus separatum sotto l’amministrazione dell’ONU;
La risoluzione 194 (1948) dell'Assemblea Generale dell'ONU chiede la smilitarizzazione e il controllo delle Nazioni Unite su Gerusalemme e sancisce il diritto al ritorno dei profughi palestinesi;
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 302 (1949) istituisce la United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East – UNRWA, l'organo preposto a fornire assistenza e protezione alle rifugiate ed ai rifugiati palestinesi;
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 242 (1967) in cui afferma che il compimento dei principi della Carta dell’ONU richiede l'instaurarsi di una pace giusta e duratura in Medio Oriente che dovrebbe comprendere l'applicazione dei due seguenti principi: ritiro delle forze israeliane dal Territorio Occupato Palestinese e il rispetto e il riconoscimento della sovranità, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza politica di ogni Stato della regione e del loro diritto a vivere in pace all'interno di frontiere sicure e riconosciute, al riparo da minacce o atti di forza;
L’assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 3236 (1974), ripresa anche dalla risoluzione 3276 (1975), ribadisce i diritti inalienabili del popolo palestinese all’autodeterminazione, all’indipendenza e alla sovranità, al ritorno dei profughi alle loro case e proprietà e enfatizza che la realizzazione dei diritti inalienabili del popolo palestinese sono indispensabili per la soluzione della questione israelopalestinese e che il godimento di tali diritti da parte del popolo palestinese rientra nei propositi e nei principi della Carta delle Nazioni Unite;
La Corte Internazionale di Giustizia, a seguito della reazione del governo israeliano agli attacchi di Hamas e di altre milizie palestinesi del 7 di ottobre 2023, ha deliberato un richiamo formale allo Stato di Israele, in data 26 gennaio 2024, a seguito di un ricorso presentato dalla Repubblica del Sudafrica per presunte violazioni agli obblighi derivanti dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Questa ordinanza cautelare emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia richiama espressamente le responsabilità degli altri Stati firmatari della Convenzione che hanno l’obbligo di fare tutto quanto sia in loro potere per evitare la commissione del genocidio;
La Corte Internazionale di Giustizia si è inoltre pronunciata il 30 aprile 2024 nella controversia Nicaragua vs. Germania ricordando gli obblighi degli Stati terzi rispetto alla prevenzione del genocidio indagato: interruzione della fornitura d’armi o di tecnologie militari a Israele, riconsiderare le proprie relazioni economiche, politiche, sociali e culturali con lo Stato di Israele, promuovere la sospensione dell’Accordo di associazione con Israele, impedire alle aziende italiane di avviare o sostenere azioni commerciali che contribuiscano al mantenimento dell’occupazione illegale del Territorio Occupato Palestinese e fare pressioni politiche affinché cessino le politiche israeliane oppressive contro il popolo palestinese;
La Corte Internazionale di Giustizia, il 19 luglio 2024, si è espressa in modo chiaro sulle conseguenze legali delle politiche e pratiche di Israele nei Territori Occupati Palestinesi e intima gli Stati membri a non riconoscere come legali le variazioni e le annessioni israeliane del Territorio Occupato Palestinese;
Il 13 settembre 2024 l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la risoluzione intitolata “Illegal Israeli actions in Occupied East Jerusalem and the rest of the Occupied Palestinian Territory” (documento A/ES-10/L.31/Rev.1) con 124 voti favorevoli, 14 contrari e 43 astensioni. La risoluzione, richiamando la risoluzione 2334 (2016) del Consiglio di Sicurezza Onu e il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 19 luglio 2024, ribadisce l’illegalità delle attività coloniali nel Territorio Occupato Palestinese, la violazione dell’art. 3 della International Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination da parte di Israele e la violazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese derivante dall’occupazione del Territorio Occupato Palestinese nel 1967 e invita gli Stati membri a non riconoscere alcun cambiamento demografico, istituzionale o di status nei territori occupati dal 5 giugno 1967;
Il Comitato speciale delle Nazioni Unite per l'investigazione sulle pratiche israeliane che colpiscono i diritti umani del popolo palestinese e di altre popolazione arabe che vivono nei territori occupati ha presentato un report nel settembre 2024 in cui vengono esposte serie preoccupazioni per violazioni del Diritto Internazionale Umanitario e dei diritti umani nel Territorio Occupato Palestinese, tra cui l’uso della fame come arma di guerra, la possibilità che si stia commettendo genocidio a Gaza e che esista un sistema di apartheid in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est;
Il 21 novembre 2024 la Camera preliminare I della Corte Penale Internazionale ha emesso i mandati di arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini contro l’umanità (omicidio, persecuzione e altri atti disumani) e crimini di guerra (fame come metodo di guerra e direzione intenzionale di un attacco contro la popolazione civile) commessi tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024. Gli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma – tra cui l’Italia - sono obbligati a cooperare per concretare l’arresto di chi è oggetto di tali mandati. Anche Mohammed Deif, comandante delle Brigate Ezzedin al-Qassam, è stato oggetto di mandato di arresto con le stesse accuse, ma risulta deceduto durante un raid israeliano nel luglio 2024. Il procuratore capo della CPI, Karim Khan, aveva emesso mandati di arresto anche per Yahya Sinwar e Ismail Haniyeh anch’essi ritenuti responsabili degli omicidi e della detenzione di ostaggi dopo l'attacco di Hamas e di altre milizie palestinesi del 7 ottobre, e accusati di crimini di guerra e contro l’umanità (rapimento di civili come ostaggi, trattamenti crudeli e oltraggi alla dignità personale nel contesto della prigionia) commessi in Israele e nella Striscia di Gaza, richiesta poi ritirata dopo la conferma della loro morte.

CONSIDERATO CHE
Sono ormai 149 su 193 Stati membri delle Nazioni Unite, oltre il 75% degli Stati Membri, che hanno riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina, entro i confini antecedenti la guerra del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa, quale passo fondamentale per una equa soluzione politica del conflitto che porti ad una pace duratura;
Il Diritto Internazionale e il Diritto Internazionale Umanitario sono sempre più messi in discussione a livello internazionale, ma risulta chiaro che solo ribadendo la centralità e l’importanza del Diritto Internazionale e delle Istituzioni che lo rappresentano, in primis Organizzazione delle Nazioni Unite, Corte Penale Internazionale e Corte internazionale di giustizia, si potrà costruire un futuro globale di Pace e convivenza;

PRESO ATTO CHE
Negli anni sono state numerose le manifestazioni che chiedevano un immediato cessate il fuoco e un impegno maggiore della diplomazia e degli Stati per la conclusione del conflitto;
Molti comuni ed enti locali, tra cui la grande maggioranza dei Comuni della Città metropolitana di Firenze, hanno approvato l’Odg per il Riconoscimento dello Stato di Palestina proposto dalla Rete Pace e Giustizia in Medio Oriente che prevede di riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina come entità sovrana, nei confini precedenti all’occupazione del 1967, accanto allo Stato di Israele e con Gerusalemme capitale condivisa, di agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità e di impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di Diritto Internazionale per fermare la colonizzazione e l’annessione del Territorio Occupato Palestinese;
Durante la conferenza stampa della Rete Pace e Giustizia in Medio Oriente tenuta il 29 maggio scorso a Firenze è stata presentata la Rete degli Enti Locali per i diritti del popolo palestinese che ha, fra i suoi obiettivi, la promozione di gemellaggi e percorsi di solidarietà e cooperazione tra gli Enti aderenti e le municipalità e gli Enti locali palestinesi, nell’ottica della costruzione di una convivenza pacifica dei popoli, del rifiuto del terrorismo e dei crimini di guerra così come del riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione Europea, nel rispetto del diritto alla pacifica convivenza dello Stato di Palestina e di Israele;
La Rete promuove inoltre, nell’immediato, attività di sostegno e sensibilizzazione a favore di ogni iniziativa volta ad esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine dell’Occupazione militare, dell’espansione degli insediamenti illegali dei coloni e delle violenze e violazioni dei diritti umani in Cisgiordania, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri senza restrizioni all’interno della Striscia, e azioni che richiamino la centralità del Diritto Internazionale e degli Organismi internazionali che lo rappresentano, oltre all’organizzazione di iniziative culturali e di sensibilizzazione sulle attività di solidarietà con il popolo palestinese portate avanti dalle Istituzioni e dall’associazionismo del proprio territorio;

CONSIDERATO INFINE CHE QUESTO STESSO CONSIGLIO COMUNALE
il 29 maggio 2025 ha approvato un ordine del giorno avente come oggetto la condanna delle gravi violazioni del diritto internazionale da parte del Governo israeliano guidato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e la necessità di rilanciare il processo di pace fondato sul riconoscimento dello Stato di Palestina e sulla prospettiva della coesistenza tra due Stati sovrani;
il 5 settembre 2024 ha approvato un ordine del giorno avente come oggetto il riconoscimento dello Stato di Palestina;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA 
Ad aderire alla Rete degli Enti Locali per i diritti del popolo palestinese e a porre in essere gli obiettivi che la Rete si è data.

Gruppo Consiliare “Partito Democratico”
Paolo Belardinelli
(Capogruppo)
Gruppo Consiliare “Lista Civica Carlo Boni Sindaco”
Giulia Selvi
(Capogruppo)
Gruppo Consiliare “Pontassieve al Centro”
Simone Pasquini
(Capogruppo)
Gruppo Consiliare “Alternativa Comune”
Alessandro Cresci

YouTube https://www.youtube.com/live/_gbyvmghm7Q?si=KtWPCkuwC3KtcWAV

O.D.G. Condanna delle gravi violazioni del diritto internazionale da parte del governo israeliano guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu e alla necessità di rilanciare il processo di pace fondato sul riconoscimento dello stato di Palestina e sulla prospettiva della coesistenza tra due stati sovrani ”. C.C. 27-5-25

COMUNE DI PONTASSIEVE CITTA’ METROPOLITANA DI FIRENZE

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

al Signor Sindaco
Carlo Boni

Pontassieve, 20 maggio 2025

Ordine del giorno ai sensi dell’articolo 40 del Regolamento del Consiglio Comunale

Oggetto: in merito alla condanna delle gravi violazioni del diritto internazionale da parte del Governo israeliano guidato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e alla necessità di rilanciare il processo di pace fondato sul riconoscimento dello Stato di Palestina e sulla prospettiva della coesistenza tra due Stati sovrani.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che:

- il 5 maggio 2025 è stata resa nota, da fonti stampa, la notizia dell’approvazione, da parte delle autorità israeliane, di un piano che prevederebbe l’occupazione militare prolungata della Striscia di Gaza mediante il mantenimento di presìdi armati lungo i corridoi centrali del territorio e la creazione di una zona umanitaria costiera nel sud, destinata ad accogliere in forma forzata la popolazione palestinese;
- tale piano è stato preceduto e accompagnato da una nuova intensificazione delle operazioni militari, con una recrudescenza degli attacchi tra la metà di marzo e la fine di aprile 2025, tra cui le incursioni notturne del 17 e 18 marzo, che hanno comportato bombardamenti aerei e operazioni terrestri in vaste aree della Striscia di Gaza, provocando un ulteriore esasperazione della già gravissima situazione umanitaria; 

Rilevato che:
- secondo quanto riportato nell’aggiornamento n. 284 pubblicato il 30 aprile 2025 dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), il Ministero della Salute di Gaza ha comunicato che, tra il 7 ottobre 2023 e il 30 aprile 2025, almeno 52.400 persone sono state uccise e 118.014 ferite, mentre 2.308 vittime e 5.973 feriti sono attribuibili alla sola escalation iniziata il 18 marzo 2025 (https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-situation-update-284-gaza-strip);

Preso atto che:
- la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex Ministro della difesa Yoav Gallant e del leader di Hamas Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri in relazione agli attacchi del 7 ottobre 2023 e alle condotte successive al conflitto;
- è attualmente pendente presso la Corte internazionale di giustizia – principale organo giudiziario delle Nazioni unite - il procedimento avviato dallo Stato del Sudafrica nei confronti di Israele per presunta violazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio del 1948, cui l’Italia ha aderito con legge 11 marzo 1952, n. 153;

Considerato che:
- quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza configura un disegno politico e militare che, per la sua natura e per gli effetti prodotti, si caratterizza come un’azione sistematica di occupazione territoriale e di trasferimento forzato della popolazione civile palestinese, condotta in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario e in aperto contrasto con ogni prospettiva di pace, e che richiede pertanto un’iniziativa ferma e immediata della comunità internazionale finalizzata alla cessazione delle ostilità, alla tutela dei civili, alla garanzia del pieno accesso agli aiuti umanitari e alla promozione di misure sanzionatorie nei confronti del Governo israeliano;
- la recente approvazione, da parte delle autorità israeliane, di un piano che prevederebbe il controllo militare continuativo della Striscia di Gaza e il trasferimento forzato della popolazione in una zona delimitata del sud costituisce un ulteriore atto di gravissima rottura dell’ordine giuridico internazionale, che configura una volontà di gestione coercitiva e permanente del territorio palestinese, conferma l’intento di sottrarre ogni margine di intervento agli organismi multilaterali e contribuisce ad alimentare la spirale di instabilità; 

Ricordato che:
-  in Israele si sono registrate manifestazioni pubbliche di dissenso da parte di migliaia di cittadini che contestano la linea del Governo Netanyahu, giudicata contraria agli interessi di sicurezza e ostile al negoziato per la liberazione degli ostaggi, mentre anche nella Striscia di Gaza si sono svolte proteste popolari contro Hamas, accompagnate da richieste di ritorno alla gestione istituzionale da parte dell’Autorità nazionale palestinese;

Preso atto che:
- in una recente intervista anche la senatrice a vita Liliana Segre ha espresso profonda preoccupazione per l’evoluzione del conflitto in corso nella Striscia di Gaza, sottolineando la necessità che la comunità internazionale si impegni con fermezza per fermare la spirale di odio ed esprimendo “profonda repulsione governo di Benjamin Netanyahu e verso la destra estremista, iper-nazionalista e con componenti fascistoidi e razziste al potere oggi in Israele”; (https://www.corriere.it/esteri/25_maggio_05/liliana-segre-intervista-ebd3608b-e4e6-4249-8d78-db4aed6b5xlk.shtml);

Ritenuto che:
- la comunità internazionale ha il dovere morale e giuridico di intervenire, anche a livello diplomatico e umanitario, per proteggere la popolazione civile e promuovere una soluzione pacifica del conflitto;

Valutato che:
- il 9 maggio 2024, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione intitolata “Admission of new Members to the United Nations” che riconosce la Palestina come “qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite”, raccomandando al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione”: il testo è stato adottato con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti, tra cui l’Italia;
- il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto ufficialmente, lo Stato di Palestina, e anche il Presidente francese Macron ha recentemente dichiarato che a giugno 2025 la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina;
- il riconoscimento dello Stato di Palestina oggi rappresenta il presupposto necessario per preservare la prospettiva politica dei “due popoli, due Stati” e, dunque, per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, soprattutto di fronte all’esplicita negazione di questa prospettiva da parte delle leadership politiche al momento al Governo in Israele e agli obiettivi dell’organizzazione terroristica Hamas;
- il 27 febbraio del 2015 il Parlamento italiano ha impegnato il Governo italiano a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 ed anche il Parlamento europeo con la risoluzione del 17 dicembre 2014 ha chiesto il riconoscimento dello Stato palestinese;
- il 5 settembre 2024, questo stesso Consiglio Comunale ha approvato a larga maggioranza un Ordine del giorno intitolato “Ordine del giorno per il riconoscimento dello Stato di Palestina”, con il quale si è voluto ribadire la necessità di tale riconoscimento come premessa per la costruzione di una pacifica convivenza tra Israele e Palestina;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE

ad attivarsi nei confronti del Governo affinché sia affermato con determinazione l’impegno dell’Italia:

- a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, riaffermando con forza la prospettiva dei “due popoli, due Stati”;
- a promuovere – forte dell’impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, fermo restando il reciproco riconoscimento dei due Stati;
- a sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia;
- a sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele;
- a sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania.

IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

a dare massima diffusione del presente Ordine del Giorno alla cittadinanza, alle associazioni, e ad inoltrarlo: 

alla Presidente del Parlamento Europeo;
al Presidente della Repubblica Italiana;
alla Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana;
al Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica italiana;
al Presidente del Senato della Repubblica Italiana;
al Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana;
ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari;
al Presidente della Regione Toscana;
alla Sindaca della Città Metropolitana di Firenze;
ai Sindaci e ai Presidenti dei Consigli comunali della Città Metropolitana di Firenze

Gruppo Consiliare “Lista Civica Carlo Boni Sindaco”
Giulia Selvi
(Capogruppo)
Gruppo Consiliare “Partito Democratico”
Paolo Belardinelli
(Capogruppo)
Gruppo Consiliare “Pontassieve al Centro”
Simone Pasquini
(Capogruppo)
Gruppo Consiliare “Alternativa Comune”
Alessandro Cresci 
(Capogruppo)

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

mercoledì 16 luglio 2025

Ordine del giorno su "Basta favori ai mercanti di armi!" Presentato dal capogruppo consiliare Alternativa Comune; C.C. 27-5-25

 Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni


Pontassieve, 19 maggio 2025

Oggetto: sostegno alla Campagna “Basta favori ai mercanti di armi!” per impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Considerato che:
a inizio marzo 2024 è stato incardinato nelle commissioni competenti della Camera dei Deputati il Disegno di Legge di iniziativa governativa con modifiche alla Legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti (Atto Camera 1730). Il DDL ha già esaurito il proprio passaggio al Senato, e dunque manca solo un passaggio parlamentare prima di rendere definitiva questa modifica peggiorativa delle norme che regolamentano la vendita all’estero di sistemi d’arma;
molte organizzazioni della società civile italiana hanno seguito l’iter del DDL al Senato esprimendo fin dall’inizio preoccupazione per le modalità con cui si stava modificando la normativa ed evidenziando l’intenzione di indebolire il controllo sulle vendite all’estero di armi esplicitata già da anni da alcuni gruppi di potere e pressione legati all’industria militare;
esponenti della Rete Italiana Pace Disarmo (in rappresentanza di tante altre organizzazioni) sono intervenuti nel dibattito al Senato (sia in audizione sia con documenti di approfondimento) con considerazioni e proposte che sono entrate nel merito del testo del DDL governativo;
nonostante l’attenzione delle strutture della Commissione Esteri e Difesa del Senato e di alcune forze politiche, tali proposte sono state completamente ignorate e rigettate dal Governo, che addirittura ha sconfessato anche gli emendamenti migliorativi promossi dalla stessa Presidente della Commissione;
la Legge 185 è una norma innovativa che il Parlamento ha approvato nel 1990 dopo una grande campagna di mobilitazione della società civile, inserendo per la prima volta dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane. Un approccio che è stato poi ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull’export di armi sia dal Trattato ATT (Arms Trade Treaty);
sebbene nel corso degli anni anche questa Legge che prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto, che spendono troppo per gli eserciti, in cui ci siano gravi violazioni dei diritti umani non è stata in grado di fermare esportazioni di sistemi militari con impatti negativi, è indubbio e cruciale il grande ruolo di trasparenza che essa ha avuto permettendo al Parlamento e alla società civile - in nome di tutta l’opinione pubblica italiana - di conoscere i dettagli di un mercato che di solito è altamente opaco.

Preso atto che:
la trasparenza sulle vendite estere di armi italiane è messa in pericolo a causa di decisioni che vogliono rendere sempre più liberalizzata la vendita di armi, con l’utilizzo di false retoriche: non è vero che c’è un problema di eccessivi controlli sull’esportazione di armi italiane e non è vero che questa modifica della Legge185/90 favorirà una maggiore sicurezza per l’Italia in un momento di crisi internazionale. Al contrario facilitare la vendita all’estero di armi che sicuramente finiranno nelle zone più conflittuali del mondo aumenterà l’insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi, solo per garantire un facile profitto di pochi;
già nella situazione attuale è evidente come in diversi casi le autorizzazioni all’export rilasciate non sono state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei Trattati internazionali;
se il Disegno di Legge di iniziativa governativa dovesse essere approvato definitivamente la situazione peggiorerebbe, in particolare sull’aspetto relativo agli intrecci tra finanza e produzione di armamenti. 

Ricordando che:
è in corso una grande mobilitazione della società civile italiana denominata “Basta favori ai mercanti di armi!” volta ad impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti che si avrebbe con l’approvazione del testo di DDL governativo di modifica attualmente presentato alla Camera dei Deputati. 

Ritenendo che:
è opportuno che questo Ente Locale si unisca alla voce della società civile che non vuole rassegnarsi al fatto che sia solo il profitto di pochi a dover guidare le scelte sull’export di armi, che ha invece importanti ripercussioni sulla politica estera e sui diritti umani e dunque incide sulla vita di tutti;
la richiesta della campagna è quella di migliorare (e non peggiorare) la normativa sulle vendite all’estero di sistemi d’armamento intervenendo con modifiche che vadano nella direzione degli emendamenti al DDL già illustrati e proposti durante il dibattito al Senato, in particolare:
fare in modo che la reintroduzione del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD), utile luogo di presa di responsabilità da parte della politica sulle questioni riguardanti l’export di armi, non si trasformi in un “via libera” preventivo a qualsiasi vendita di armi ma sia sempre bilanciato dall’analisi tecnica e informata degli uffici preposti presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Difesa;
inserire nella norma nazionale un richiamo esplicito al Trattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty) – che non era presente nel testo originario della Legge 185/90 in quanto entrato in vigore solo nel 2014 – e ai suoi principi e criteri decisionali che hanno precedenza sulle leggi nazionali, con forza normativa maggiore di natura internazionale;
migliorare la trasparenza complessiva sull’export di armi rendendo più completi e leggibili i dati della Relazione al Parlamento, in particolare contenendo indicazioni analitiche per tipi, quantità, valori monetari e Paesi destinatari delle armi autorizzate con esplicitazione del numero della Autorizzazione MAE (Maeci), gli stati di avanzamento annuali sulle esportazioni, importazioni e transiti di materiali di armamento e sulle esportazioni di servizi oggetto dei controlli e delle autorizzazioni previste dalla legge;
impedire la cancellazione integrale della parte della Relazione annuale al Parlamento che riporta i dettagli dell’interazione tra Istituti di Credito e aziende militari;
impedire l’eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento presso la Presidenza del Consiglio, unico che potrebbe avanzare pareri, informazioni e proposte per la riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa;
reintrodurre la possibilità per il CISD di ricevere informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte delle organizzazioni riconosciute dall’ONU e dall’Unione Europea e da parte delle organizzazioni non governative riconosciute”. 

Tutto ciò premesso, e ritenendo che un commercio irresponsabile e incontrollato di armamenti sia deleterio per la Pace e la sicurezza del mondo e che le vendite di armi debbano allinearsi (come previsto dalle norme internazionali sottoscritte dall’Italia) a principi di rispetto dei diritti umani e riduzione dei conflitti e non ai vantaggi economici di pochi

il Consiglio Comunale di Pontassieve
delibera di:

sostenere la Campagna “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90 - Miglioriamo il controllo dell’export di armi - Stop agli affari armati irresponsabili che alimentano guerre e insicurezza” promossa dalla società civile italiana;
segnalare questa adesione alle Commissioni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati e in subordine a tutti i Deputati e le Deputate che dovranno poi votare in Aula il provvedimento in oggetto.



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Mozione su "Divieto di fumo aree pubbliche per la salvaguardia della salute" Presentata Dai capigruppo Alternativa Comune, PD, Lista Civica, Pontassieve al Centro; C.C. 27-5-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli
Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: “Divieto di fumo aree pubbliche per la salvaguardia della salute” 

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Premesso che:
vi è la necessità di perseguire l’obiettivo di una città più vivibile e pulita, a misura di tutti gli abitanti, con particolare attenzione alle fasce protette, deboli o svantaggiate, ovvero bambini, che costituiscono una percentuale alta di fumatori passivi;
i fumatori tengono usualmente le sigarette ad altezza di bambino, colpendo in tal modo proprio le fasce d’età a cui sono riservate le zone verdi attrezzate per i giochi nel territorio comunale;
secondo i dati del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità il fumo di tabacco è al secondo posto, dopo l’ipertensione arteriosa, come causa di morte e al primo posto per anni di vita persi in disabilità;
è necessario favorire scelte salutari, in linea con quanto previsto dalla normativa in vigore, che vede un crescente impegno contro il fumo passivo;

Rilevato che:
sia necessario estendere il divieto di fumo anche alle fermate dei trasporti pubblici (autobus, treno), nei cimiteri, nelle aree cani, nelle aree attrezzate per mangiare all'esterno e nelle zone di aggregazione;

Evidenziato che:
occorre portare avanti iniziative promosse dal Comune in materia di divieto di fumo, prevedendo altresì apposita cartellonistica che informi la cittadinanza dei divieti ma anche un sistema di sanzioni per chi non rispetta le disposizioni dell’Amministrazione Comunale;

Dato atto che:
per l’attuazione delle misure inerenti il divieto di fumo di cui sopra è necessaria l’adozione di apposite ordinanze da parte del Sindaco del Comune di Pontassieve;

Ritenuto che:
la scelta di vietare il fumo nelle aree gioco destinate ai bimbi, negli impianti sportivi all’aperto, alle fermate di autobus, nonché la possibilità di prevedere appositi spazi riservati ai fumatori laddove possibile, sia necessaria per tutelare la salute dei cittadini e la qualità dell’aria;
Impegna il Sindaco e la Giunta: 
ad adottare tutti gli atti necessari per istituire delle aree di divieto di fumo sul territorio comunale, e in particolare nelle aree gioco destinate ai bimbi e negli impianti sportivi all’aperto;
a valutare la possibilità di introdurre il divieto di fumo anche alle fermate dei trasporti pubblici, nei cimiteri, nelle aree cani, nelle aree attrezzate per mangiare all’aperto e nelle zone di aggregazione;
a valutare la possibilità di prevedere la realizzazione di appositi spazi riservati ai fumatori sul territorio comunale. 

Gruppo Consiliare “Alternativa Comune”
Alessandro Cresci 
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Partito Democratico”
Paolo Belardinelli
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Lista Civica Carlo Boni Sindaco”
Giulia Selvi
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Pontassieve al Centro”
Simone Pasquini
(Capogruppo)

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Interrogazione a risposta orale su: "Discarica sul torrente Argomenna" Presentata da Alternativa Comune. C.C. 27-5-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente
Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato che
gli eventi temporaleschi avvenuti nei giorni tra il 14 e 15 marzo che hanno colpito in modo pesante e duraturo il nostro territorio causando allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti riportando alla luce la discarica comunale sul torrente Argomenna

chiede: 
di conoscere la situazione attuale dopo gli eventi suddetti;
quali lavori sono stati svolti e quali verranno eseguiti nel breve, medio e lungo periodo;
se l’Amministrazione intende far analizzare, o ha già analizzato, il terreno circostante, dove sono evidenti i segni delle ceneri dati dalla combustione dei rifiuti quando venivano accatastati nella discarica a cielo aperto, per bonificare la zona nel caso risultassero segni di diossina e/o altre sostanze pericolose e nocive.

Pontassieve 20 maggio 2025


 


               Alessandro Cresci                                                                        
        Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Interrogazione a risposta orale su: "Cassonetti raccolta differenziata" Presentata dal capogruppo consiliare Alternativa Comune. C.C. 27-5-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente

Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato che:
gli spazi per i cassonetti per la raccolta differenziata, sul territorio comunale, sono stati individuati dall’Amministrazione Comunale e dall’ente gestore del servizio;
in alcune zone sono state collocate in modo che le aperture dei cassonetti risultino pericolose per gli utenti, mentre in altre zone è la disposizione stessa che può generare un rischio visto che generalmente sono fronte strada dove passano gli autoveicoli; 
laddove sono state create delle postazioni ad hoc per i cassonetti, generalmente sono usate come discariche dai cittadini che vi abbandonano qualsiasi tipo di rifiuto e che questo, purtroppo, staziona lì anche per giorni prima che il gestore lo raccolga. Dove, per le postazioni situate sul territorio rurale, ciò accade più frequantemente. Ci sono casi in cui non sono rispettate le tempistiche neanche per gli utenti che espongono gli ingombranti con numero e giorno di ritiro;

Ricordando anche che:
per quanto riguarda i “rifiuti tessili”, il Decreto Legislativo n. 116/2020, recependo quanto stabilito dalla Direttiva (UE) 2018/851 (in modifica della direttiva 2008/98/CE), a partire dal 1° gennaio 2025 obbliga gli Stati membri dell’Ue a garantire la raccolta differenziata degli stessi;
per rifiuti tessili non si intende esclusivamente i capi di abbigliamento in buono stato, ma tutti i rifiuti tessili, anche danneggiati, affinché non finiscano nella raccolta indifferenziata quindi o in discarica o in inceneritori;
gli utenti che non raccolgono i rifiuti tessili in modo corretto, ma li conferiscono nell’indifferenziato, potrebbero rischiare anche multe salate; 

chiede: 
se l’Amministrazione ha controllato la consona distribuzione dei cassonetti sul territorio e la loro sicura posizione onde evitare pericolo per i cittadini; 
cosa intende fare l’Amministrazione per prevenire futuri accumuli di rifiuti vicino ai cassonetti;
se l’Amministrazione è a conoscenza che tutt’ora non sono disponibili sul territorio comunale cassonetti per il tessile così come richiesto dalle Direttive Europee recepite anche dall’Italia, e cosa intende fare, compreso pubblicizzare l’obbligo della differenziata da parte dei cittadini e comunque una migliore e capillare informazione da parte del nuovo gestore su questo tema, anche per chi non usa i social o i mezzi informatici.

Pontassieve 20 maggio 2025
     


         Alessandro Cresci                                                                        
        Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Interrogazione su eventi temporaleschi avvenuti nei giorni tra il 14 e 15 marzo. Di Alternativa Comune. C.C. 3-4-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente
Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato
gli eventi temporaleschi avvenuti nei giorni tra il 14 e 15 marzo che hanno colpito in modo pesante e duraturo il nostro territorio causando allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti

CHIEDE
di conoscere la situazione attuale dopo gli eventi suddetti riguardanti le abitazioni colpite, le frane e gli smottamenti conseguenti il maltempo; 
cosa intende fare l’Amministrazione per prevenire eventuali criticità future dovute a precipitazioni sopra la media stagionale.

Pontassieve 27 marzo 2025


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/MBVUZubcBPE?si=svfpWA_NDrSdN8be 

Mozione su "Recepire la campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma” di Alternativa Comune. C.C. 3-4-25

 
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: Recepire la campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma”

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Visto:
l’art. 42 Cost, che recita: “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti";
Ricordando:
quanto alla campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma - Campagna nazionale per l’acquisizione al patrimonio comunale dei beni di proprietà privata in stato di abbandono”;
Preso atto:
che il Forum Salviamo il Paesaggio ha già avviato “una nuova campagna nazionale per suggerire a tutte le amministrazioni comunali italiane la possibilità di utilizzare uno strumento normativo in grado di fronteggiare il preoccupante fenomeno degli immobili abbandonati”;
Considerato:
che il patrimonio immobiliare “fantasma” di proprietà privata conta oltre 10 milioni di abitazioni e moltissimi capannoni produttivi o commerciali;
che pertanto quasi un terzo degli edifici esistenti in Italia è in condizioni di inutilizzo o degrado, con ricadute sulle condizioni di degrado del tessuto urbano, della convivenza civile, dell’incolumità pubblica;
come tale situazione di malversazione immobiliare si accompagni a piani urbanistici che continuano a prevedere nuove edificazioni, pertanto con ulteriore consumo di suolo, che invece andrebbe azzerato senza penalizzare i bisogni della popolazione;

Evidenziato come:
allo stato delle norme, ad ordinamento vigente, tale situazione di generalizzato abbandono possa essere contrastato con un apposito regolamento comunale basato su una corretta applicazione dell'articolo 42 della Costituzione Italiana; 
un immobile abbandonato non svolga più alcuna funzione sociale, mentre, tornando nella proprietà comune o collettiva mediante l’acquisizione al patrimonio comunale, potrà invece recuperarla;
tale opzione sia declinazione amministrativa di una scelta politica, che non deve essere confusa come un atto di esproprio, che è invece altro istituto giuridico;
Richiamati:
il parere favorevole di insigni giuristi, quali Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale;
l’adozione in concreto di regolamenti in tal senso, quale quello del Comune di Terre Roveresche (PU), comune marchigiano che ha adottato il regolamento già dal 2017;
Esprime:
il proprio interessamento a tale soluzione, onde adottare ogni strumento utile ad incidere realmente sulla conservazione del tessuto urbano nella sua integrità e funzionalità, anche quale elemento primario di conservazione di adeguati standard della sicurezza urbana;
Impegna la Giunta ad adottare ogni atto necessario per:
censire il patrimonio immobiliare esistente nel Comune, mettendo in luce:
il dato numerico di quanto già presente in condizioni di inutilizzo;
i beni inutilizzati e/o derelitti di proprietà pubblica, privata o di altra natura che si trovino in uno stato di abbandono e/o di degrado;
i beni che possano determinare danni per l’ambiente, pericoli per la pubblica o privata incolumità, preoccupazioni per le testimonianze culturali e storiche;
i beni che possano essere occasione per attività e comportamenti illeciti;
i beni in qualunque modo abbandonati e/o inutilizzati e quindi non più rispondenti ad alcuna funzione sociale e/o che possano ledere l’interesse generale come disciplinato dalla nostra Costituzione repubblicana, nonché dall’art. 17 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea;
affrontare il tema all’interno del Consiglio comunale e in pubbliche assemblee aperte a tutta la cittadinanza, per una necessaria disseminazione culturale e presa di coscienza individuale e collettiva;
aggiornare in modo partecipato l’elenco di beni con le caratteristiche di “beni comuni”, aggiornando il protocollo di responsabilità che disciplina l’utilizzo dei beni così individuati, anche alla luce di un confronto con il Forum Salviamo il Paesaggio; 
sviluppare una campagna di ordinanze atte a intimare alle relative proprietà di adottare entro 120 giorni tutti i provvedimenti necessari per:
 eliminare condizioni di pericolo e condizioni di pregiudizio alla sanità e igiene pubblica;
predisporre urgenti opere di messa in sicurezza degli immobili;
ripristinare condizioni di decoro dei beni fatiscenti o in stato di abbandono e inutilizzo; perseguire la funzione sociale;
Decorsi i 120 giorni dalla notifica dell'atto, le proprietà hanno facoltà di presentare le proprie deduzioni o richiedere una proroga di 180 giorni. Decorsi i termini di cui sopra senza che sia stato adempiuto a quanto intimato, il Comune avrà la facoltà di dichiarare acquisito il bene al patrimonio comunale ope constitutionis e iniziare la procedura relativa mediante deliberazione del Consiglio Comunale, successivamente trascritta nei pubblici registri immobiliari. 

In subordine, impegna la Giunta:
ad approfondire la soluzione normativa adottata dal Comune marchigiano di Terre Roveresche (PU), che ha elaborato soluzioni normative per fronteggiare il fenomeno degli immobili abbandonati nel suo territorio, riferendo al Consiglio entro tre mesi, onde adottare atti confacenti alla persecuzione dei medesimi scopi e risultati.



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/MBVUZubcBPE?si=svfpWA_NDrSdN8be


 

Mozione su "Individuazione di modalità e i criteri per dar vita all’iniziativa “Regala un albero” presentata dal capogruppo Alternativa Comune; C.C. 3-4-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale Leonardo Ceccarelli
Al Signor Sindaco Carlo Boni

Mozione: “Regala un albero”
Il Consiglio comunale di Pontassieve

Premesso che:
gli alberi, le aree verdi e gli ecosistemi più in generale svolgono innumerevoli funzioni vantaggiose per la salute pubblica e la qualità urbana. Il patrimonio arboreo in ambito urbano apporta infatti numerosi benefici:
ha una valenza urbana e ambientale intesa come riqualificazione, valorizzazione e miglioramento del verde urbano;
contribuisce alla biodiversità con interventi che tengano conto delle esigenze ambientali specifiche del territorio;
potenzia l'assorbimento di CO2 e riduce l’inquinamento atmosferico con conseguente miglioramento della qualità dell’aria e attenuazione dell’effetto “isola di calore”, causato da un paesaggio sempre più urbanizzato e impermeabilizzato;
aiuta a ridurre il deflusso delle acque piovane grazie alla risposta che le aree verdi e alberate offrono in termini di intercettazione e stoccaggio dell’acqua piovana e capacità di restituzione della risorsa idrica al terreno e alla falda.
Ricordando che:
la Legge n. 10 del 14 gennaio 2013 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani - (G.U. n. 27 del 01/02/2013) al comma 2 art. 1 ha previsto che i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti stabiliscano una procedura di messa a dimora di alberi per contribuire al miglioramento urbano.
Considerato che:
sempre più cittadini, imprese e associazioni chiedono per finalità celebrative o commemorative di piantumare un albero nelle aree verdi pubbliche.

Visto che:
altri Comuni hanno già dato vita a iniziative simili con riscontri favorevoli da parte della popolazione oltre ogni più rosea aspettativa.
Chiede che:
il Sindaco e la Giunta si adoperino affinché vengano individuate le modalità e i criteri per dar vita all’iniziativa “Regala un albero” per far sì che ogni cittadino, impresa o associazione possano donare singoli alberi.   


Pontassieve, 26 marzo 2025 

Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/MBVUZubcBPE?si=svfpWA_NDrSdN8be


ODG su "sostegno al trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW" Presentato dal Capogruppo Consiliare Alternativa Comune. C.C. 25-2-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Pontassieve, 21 gennaio 2025

Oggetto: sostegno al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Considerato che:
la presenza negli arsenali e la diffusione di armi nucleari rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
l’Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione (TNP) che impone a tutti gli Stati parte di impegnarsi per realizzare il disarmo nucleare totale e globale; e aderisce al TNP in qualità di Stato non dotato di armamenti nucleari, essendosi impegnata a non costruirne né a procurarsene in alcun modo;
sebbene gli accordi sul disarmo nucleare concordati tra le grandi potenze abbiano portato nei decenni allo smantellamento di decine di migliaia di armi nucleari, negli ultimi anni le operazioni di eliminazione sono talmente rallentate che, oltre 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda, rimangono ancora negli arsenali circa 12.500 armi nucleari;
un percorso denominato Iniziativa Umanitaria e promosso dalla società civile internazionale ha portato a una serie di conferenze internazionali, aperte agli Stati membri delle Nazioni Unite, il cui fine era di negoziare un Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW;
il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari è stato in seguito negoziato ed adottato con il voto positivo di 122 Stati il 7 luglio 2017; aperto alla firma il 20 settembre 2017 ha raccolto al momento la firma di oltre 90 Stati; lo strumento di ratifica del 50° Stato è stato depositato alle Nazioni Unite il 24 ottobre 2020, per cui il Trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021;
sono già, a oggi, 73 i Paesi ad aver ratificato il Trattato e alla fine del 2024 la metà degli Stati del mondo lo ha firmato o ratificato;
nel giugno del 2022 si è svolta a Vienna la Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato TPNW, che ha adottato per acclamazione una Dichiarazione che condanna in modo inequivocabile “qualsiasi minaccia nucleare, sia essa esplicita o implicita e a prescindere dalle circostanze” e un Piano d’azione in 50 punti che delinea i passi concreti per raggiungere un disarmo nucleare globale attraverso il Trattato TPNW: “Di fronte ai rischi catastrofici posti dalle armi nucleari e nell’interesse della stessa sopravvivenza dell’umanità… Non ci fermeremo finché l’ultimo Stato non avrà aderito al Trattato, l’ultima testata non sarà stata smantellata e distrutta e le armi nucleari non saranno state totalmente eliminate dalla Terra”;
nel dicembre del 2023 si è svolta a New York la Seconda Conferenza degli Stati Parti del Trattato TPNW, nella cui Dichiarazione finale si è sottolineato come sia necessario “Sfidare il paradigma di sicurezza basato sulla deterrenza nucleare, evidenziando e promuovendo nuove prove scientifiche sulle conseguenze e sui rischi umanitari delle armi nucleari e contrapponendole ai rischi e ai presupposti insiti nella deterrenza nucleare“;
nel marzo 2025 si celebra a New York la Terza Conferenza degli Stati Parti del Trattato TPNW, ulteriore occasione di confronto e dialogo internazionale per costruire un percorso concreto di totale messa al bando di queste armi di distruzione di massa, le più terribili e distruttive mai costruite dall’Umanità.
Preso atto che:
il Governo italiano e i suoi rappresentanti hanno dichiarato in più occasioni di non avere intenzione di aderire a tale Trattato.
Ritenendo che:
l’adesione al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari sia un’azione che contribuisce a promuovere il dialogo e la diplomazia, lasciandosi alle spalle la logica obsoleta della deterrenza nucleare fondata sulla sfiducia reciproca;
l’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari potrà rafforzare la costruzione del paradigma di sicurezza internazionale costruito sulla multilateralità, sugli accordi per il disarmo, sulla sicurezza umana, che anche l’Italia in tante altre occasioni ha sostenuto;
l’Appello delle Città promosso dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons recita: “La nostra Città esprime forte preoccupazione per la grave minaccia posta dalle armi nucleari alle comunità in ogni parte del mondo. Crediamo fermamente che i residenti nelle nostre città abbiano il diritto di vivere in un mondo libero da questa minaccia. Qualsiasi uso di armi nucleari, intenzionale o accidentale, avrebbe conseguenze catastrofiche, vastissime e durature per gli esseri umani e per l’ambiente. Noi quindi esprimiamo il nostro sostegno al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari e ci appelliamo ai nostri governi nazionali affinché vi aderiscano”;
in Italia l’Appello delle Città è rilanciato dalla mobilitazione “Italia, ripensaci” e ha già visto il sostegno di oltre cento Comuni e due Regioni.

Ricordando che:
il Comune di Pontassieve ha aderito con delibera di giunta n. 42 del 05/05/2005 all’associazione Mayors for Peace, presieduta dal Sindaco di Hiroshima che si prefigge come obiettivo la messa al bando delle armi nucleari e il loro completo smantellamento.
Tutto ciò premesso, ritenendo che la costruzione di un Mondo libero dalle armi nucleari sia un obiettivo comune da perseguire,
il Consiglio Comunale di Pontassieve
delibera di:
aderire alla Campagna “Italia, Ripensaci”, promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e da Senzatomica;
aderire all’Appello delle Città (Cities’ Appeal), promosso in tutto il mondo dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel 2017);
invitare la Cittadinanza a un Consiglio aperto sul tema del Disarmo Nucleare;
chiedere al Governo italiano che il nostro Paese possa fare passi concreti di avvicinamento ai contenuti del Trattato TPNW sia concretizzando progetti di assistenza alle vittime e rimedio ambientale per i territori coinvolti in uso o test di armi nucleare, sia ipotizzando la partecipazione come “Osservatore” alla prossima Conferenza degli Stati Parti del Trattato;
apporre la firma del Sindaco e del Presidente del Consiglio in calce al Trattato TPNW, come atto simbolico da comunicare alla Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, invitandola a rivedere la posizione finora espressa, cercando le modalità per aderire al percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari;
condividere con le Commissioni Esteri della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica questo impegno a promuovere le modalità per portare l’Italia nel consesso degli Stati che si impegnano a favore della realizzazione di un mondo libero da armi nucleari;
inviare il presente ordine del giorno assieme al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW ai gruppi parlamentari presenti alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica con l’invito a sottoscrivere il “Pledge” proposto dalla campagna ICAN;
inviare il presente ordine del giorno alla Regione Toscana, alla Città Metropolitana di Firenze e a tutti i Comuni della Città Metropolitana di Firenze.


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/7q-FvsMTvL0?si=ClZanPIOA1aYnyPu

Mozione su "Emergenza PFAS – Richiesta di approvazione urgente di una legge – Richiesta analisi per valutare la presenza dei PFAS nell’acqua potabile dell’acquedotto comunale" di Alternativa Comune. C.C. 25-2-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: Emergenza PFAS – Richiesta di approvazione urgente di una legge che metta al bando la produzione, l’utilizzo e la commercializzazione dei PFAS e nei regolamenti gli usi indispensabili – richiesta analisi per valutare la presenza dei PFAS nell’acqua potabile dell’acquedotto comunale

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Premesso che:
- i PFAS sono un ampio gruppo di oltre 10 mila molecole di sintesi, non presenti in natura e prodotte solo dalle attività umane, utilizzate in numerosi processi industriali e per la realizzazione di diversi prodotti di uso comune. Sono definiti “inquinanti eterni” per la loro stabilità chimica impossibile da degradare nell’ambiente. Hanno effetti nocivi sul fegato, la tiroide, provocano obesità, infertilità e cancro;
- in Italia manca una legge nazionale che limiti o meglio vieti la presenza di PFAS nelle acque potabili. Solo dal gennaio 2026 entrerà in vigore la direttiva comunitaria 2184/2020   che limita a 100 ng/l (nanogrammi per litro), la somma di 24 molecole appartenenti all’ampio gruppo delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS), mentre in Danimarca la concentrazione di sicurezza è stata fissata a 2 ng/l, in Svezia e nella regione belga delle Fiandre il valore raccomandato è di 4 ng/l e negli Stati Uniti è stata fissata a 4 ng/l per PFOA e PFOS;
- anche l’OMS, che nel 2022 aveva proposto un limite di 100 ppt per i PFAS, sta rivedendo le linee guida degli inquinanti nell’acqua potabile e ha costituito un nuovo gruppo consultivo proprio sulla valutazione delle sostanze per- e polifluoroalchiliche;
- nel 2020 l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito una soglia massima di assunzione settimanale per la somma di quattro molecole (PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS) pari a 4,4 nanogrammi per chilo di peso corporeo. Partendo da tale riferimento a un bambino dal peso di 10 kg basterebbe bere 4,5 litri di acqua contaminata con 10 nanogrammi di PFOA (PFOS, PFNA o PFHxS) a settimana per ingerire una quantità ritenuta non sicura per la salute;
- si era ritenuto che i PFAS fossero presenti nell’acqua potabile solo in alcune zone del Paese, in particolare nel Veneto e in Provincia di Alessandria, intorno al polo chimico di Spinetta Marengo.
Appreso che:
- Recentemente il Consiglio regionale del Veneto, con la risoluzione n. 79 del 12 marzo 2024 si è espresso all’unanimità per l’urgente messa al bando dei Pfas;
- che nel rapporto di Greenpeace sulla Toscana del marzo 2024 intitolato: “INQUINAMENTO DA PFAS IN TOSCANA: AMBIENTE E SALUTE SONO AL SICURO?” ha evidenziato in alcune aree della regione una forte presenza nelle nostre acque di questi pericolosi inquinanti pericolosi;
- Stando ai dati raccolti da ARPAT nel 2022, i PFAS erano presenti nel 76% delle acque superficiali, nel 36% delle acque sotterranee e nel 56% dei campioni di biota (animali) monitorati; considerando che Arpat monitora abitualmente solo le sei molecole incluse nei decreti già vigenti in Italia, il dato è sicuramente preoccupante. La presenza di PFAS e le concentrazioni misurate sono state confrontate con gli Standard di Qualità Ambientale (SQA), nelle acque superficiali vi è un superamento degli SQA compresi tra il 31 e l’87%;
Ritenuto che:
- La conoscenza puntuale e dettagliata dello stato di contaminazione dell’acqua potabile sia elemento imprescindibile al fine di sviluppare le necessarie azioni a tutela della salute pubblica essendo il Sindaco ed il Consiglio Comunale responsabili su tale materia.
Considerato che:
- l’adesione a questa mozione da parte del comune potrebbe sensibilizzare il Parlamento italiano accelerando la presa in carico di questo problema per la costruzione ed approvazione di una legge partecipata che metta al bando i PFAS. (allegati “I SETTE CAPISALDI DI UNA LEGGE NAZIONALE CHE VIETI LUSO E LA PRODUZIONE DI PFAS”).

Auspica che:
- Il Governo nazionale emani al più presto una legge che proibisca la produzione e il consumo dei PFAS.
Impegna il Sindaco e la Giunta comunale a:
• richiedere al proprio gestore del servizio idrico e alla propria Azienda Usl di riferimento:
- la quantificazione della somma di PFAS nell’acqua destinata al consumo umano nel nostro Comune, di cui all’allegato III, parte B, punto 3 della direttiva europea 2184/2020,
- l’analisi dell’acqua potabile, o dell’acqua in bottiglia, erogata nelle scuole pubbliche presenti nel Comune;
• rendere pubbliche integralmente le risultanze provenienti dal gestore del servizio idrico e dalla Azienda Usl di riferimento e, eventualmente da indagini effettuate in autonomia dal Comune stesso, circa la quantificazione della presenza delle singole sostanze PFAS, e di farne capillare pubblicità, attraverso tutti i canali istituzionali, al fine di aumentare la consapevolezza della popolazione circa la qualità dell’acqua consumata;
• richiedere alla Regione Toscana di varare un piano di monitoraggio capillare su tutto il territorio regionale al fine di accertare il reale stato di contaminazione delle acque destinate al consumo umano.


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/7q-FvsMTvL0?si=ClZanPIOA1aYnyPu


Mozione su "Modifica rilascio del contrassegno di sosta per i lavoratori non residenti e implementazione di un sistema di rinnovo digitale per la richiesta del contrassegno" presentata dal capogruppo Alternativa Comune. C.C. 25-2-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: modifica rilascio del contrassegno di sosta per i lavoratori non residenti e implementazione di un sistema di rinnovo digitale per la richiesta del contrassegno

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Premesso che:
- occorra disincentivare il traffico su gomma, spesso con un solo passeggero alla guida, per spostamenti verso il luogo di lavoro e/o studio per evitare di intasare le strade nelle ore di punta;
- uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, è il settore dei trasporti che produce circa un quarto dell’anidride carbonica in Europa, di cui il 71,7% proviene dalla circolazione stradale dei veicoli;
- occorra rendere più efficiente il trasporto pubblico locale per renderlo più appetibile sia da un punto di vista economico che pratico;
Visto che:
- la tabella riepilogativa delle tariffe di sosta del Comune di Pontassieve, al punto 11, prevede la possibilità per i residenti e gli equiparati di ottenere un’autorizzazione annuale per la sosta dei veicoli con un costo pari a 15 euro come rimborso spese di procedimento per il rilascio;
- i lavoratori che provengono da fuori comune e necessitano di utilizzare il mezzo privato per recarsi al lavoro non beneficiano della stessa agevolazione e sono soggetti ad abbonamenti giornalieri, settimanali, mensili o trimestrali che variano rispettivamente da euro 5, 20, 40 o 80, per la zona Nord del Capoluogo e rispettivamente da euro 5, 20, 30 o 60 per la zona Sud del Capoluogo e Sieci che comportano un onere annuale rilevante (320 euro se acquistati quelli trimestrali della zona Nord e 240 euro della zona Sud e Sieci);
- tali abbonamenti devono essere rinnovati presso gli uffici della Polizia Municipale massimo ogni tre mesi, comportando una perdita di tempo per i lavoratori e un aggravio gestionale per l’ente stesso.
Considerato che:
- molti lavoratori non residenti sono costretti a utilizzare l’auto per motivi organizzativi, come la necessità di accompagnare i figli a scuola o la mancanza di alternative efficienti di trasporto pubblico;
- le spese per il parcheggio gravano maggiormente sui redditi più bassi, penalizzando chi già affronta difficoltà economiche;
- l’implementazione di sistemi digitali aggiornati e funzionali permette agli enti pubblici di migliorare l’efficienza amministrativa e rendere i servizi più accessibili ai cittadini e ai lavoratori.
Ritenuto che:
- l’equiparazione dei lavoratori non residenti ai residenti garantirebbe una maggiore equità nell’accesso alle agevolazioni, considerando che i lavoratori contribuiscono al tessuto economico del Comune;
- la digitalizzazione del servizio rappresenta un passo fondamentale verso una pubblica amministrazione più moderna, riducendo burocrazia e migliorando l’esperienza per cittadini e lavoratori.
Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Pontassieve
Impegna il Sindaco e la Giunta a:
1. equiparare i lavoratori non residenti che dimostrino di svolgere attività lavorativa nel Comune di Pontassieve ai residenti per quanto riguarda le tariffe di sosta, con possibilità di ottenere autorizzazioni annuali;
2. implementare un sistema digitale che consenta ai residenti, agli equiparati e ai lavoratori non residenti di richiedere e rinnovare i permessi di sosta online, tramite il portale comunale e con pagamento attraverso il sistema PagoPA, riducendo così i tempi e i costi amministrativi;



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”


Youtube https://www.youtube.com/live/7q-FvsMTvL0?si=ClZanPIOA1aYnyPu

Interrogazione a risposta orale su: "Biodigestore" Presentata dal Capogruppo Alternativa Comune; C.C. 1-7-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente Interrogazione a risposta orale   Come previsto dall’art.36 del vigente Rego...