mercoledì 16 luglio 2025

Ordine del giorno su "Basta favori ai mercanti di armi!" Presentato dal capogruppo consiliare Alternativa Comune; C.C. 27-5-25

 Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni


Pontassieve, 19 maggio 2025

Oggetto: sostegno alla Campagna “Basta favori ai mercanti di armi!” per impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Considerato che:
a inizio marzo 2024 è stato incardinato nelle commissioni competenti della Camera dei Deputati il Disegno di Legge di iniziativa governativa con modifiche alla Legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti (Atto Camera 1730). Il DDL ha già esaurito il proprio passaggio al Senato, e dunque manca solo un passaggio parlamentare prima di rendere definitiva questa modifica peggiorativa delle norme che regolamentano la vendita all’estero di sistemi d’arma;
molte organizzazioni della società civile italiana hanno seguito l’iter del DDL al Senato esprimendo fin dall’inizio preoccupazione per le modalità con cui si stava modificando la normativa ed evidenziando l’intenzione di indebolire il controllo sulle vendite all’estero di armi esplicitata già da anni da alcuni gruppi di potere e pressione legati all’industria militare;
esponenti della Rete Italiana Pace Disarmo (in rappresentanza di tante altre organizzazioni) sono intervenuti nel dibattito al Senato (sia in audizione sia con documenti di approfondimento) con considerazioni e proposte che sono entrate nel merito del testo del DDL governativo;
nonostante l’attenzione delle strutture della Commissione Esteri e Difesa del Senato e di alcune forze politiche, tali proposte sono state completamente ignorate e rigettate dal Governo, che addirittura ha sconfessato anche gli emendamenti migliorativi promossi dalla stessa Presidente della Commissione;
la Legge 185 è una norma innovativa che il Parlamento ha approvato nel 1990 dopo una grande campagna di mobilitazione della società civile, inserendo per la prima volta dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane. Un approccio che è stato poi ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull’export di armi sia dal Trattato ATT (Arms Trade Treaty);
sebbene nel corso degli anni anche questa Legge che prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto, che spendono troppo per gli eserciti, in cui ci siano gravi violazioni dei diritti umani non è stata in grado di fermare esportazioni di sistemi militari con impatti negativi, è indubbio e cruciale il grande ruolo di trasparenza che essa ha avuto permettendo al Parlamento e alla società civile - in nome di tutta l’opinione pubblica italiana - di conoscere i dettagli di un mercato che di solito è altamente opaco.

Preso atto che:
la trasparenza sulle vendite estere di armi italiane è messa in pericolo a causa di decisioni che vogliono rendere sempre più liberalizzata la vendita di armi, con l’utilizzo di false retoriche: non è vero che c’è un problema di eccessivi controlli sull’esportazione di armi italiane e non è vero che questa modifica della Legge185/90 favorirà una maggiore sicurezza per l’Italia in un momento di crisi internazionale. Al contrario facilitare la vendita all’estero di armi che sicuramente finiranno nelle zone più conflittuali del mondo aumenterà l’insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi, solo per garantire un facile profitto di pochi;
già nella situazione attuale è evidente come in diversi casi le autorizzazioni all’export rilasciate non sono state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei Trattati internazionali;
se il Disegno di Legge di iniziativa governativa dovesse essere approvato definitivamente la situazione peggiorerebbe, in particolare sull’aspetto relativo agli intrecci tra finanza e produzione di armamenti. 

Ricordando che:
è in corso una grande mobilitazione della società civile italiana denominata “Basta favori ai mercanti di armi!” volta ad impedire il peggioramento della Legge 185/90 sull’export di armamenti che si avrebbe con l’approvazione del testo di DDL governativo di modifica attualmente presentato alla Camera dei Deputati. 

Ritenendo che:
è opportuno che questo Ente Locale si unisca alla voce della società civile che non vuole rassegnarsi al fatto che sia solo il profitto di pochi a dover guidare le scelte sull’export di armi, che ha invece importanti ripercussioni sulla politica estera e sui diritti umani e dunque incide sulla vita di tutti;
la richiesta della campagna è quella di migliorare (e non peggiorare) la normativa sulle vendite all’estero di sistemi d’armamento intervenendo con modifiche che vadano nella direzione degli emendamenti al DDL già illustrati e proposti durante il dibattito al Senato, in particolare:
fare in modo che la reintroduzione del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD), utile luogo di presa di responsabilità da parte della politica sulle questioni riguardanti l’export di armi, non si trasformi in un “via libera” preventivo a qualsiasi vendita di armi ma sia sempre bilanciato dall’analisi tecnica e informata degli uffici preposti presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Difesa;
inserire nella norma nazionale un richiamo esplicito al Trattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty) – che non era presente nel testo originario della Legge 185/90 in quanto entrato in vigore solo nel 2014 – e ai suoi principi e criteri decisionali che hanno precedenza sulle leggi nazionali, con forza normativa maggiore di natura internazionale;
migliorare la trasparenza complessiva sull’export di armi rendendo più completi e leggibili i dati della Relazione al Parlamento, in particolare contenendo indicazioni analitiche per tipi, quantità, valori monetari e Paesi destinatari delle armi autorizzate con esplicitazione del numero della Autorizzazione MAE (Maeci), gli stati di avanzamento annuali sulle esportazioni, importazioni e transiti di materiali di armamento e sulle esportazioni di servizi oggetto dei controlli e delle autorizzazioni previste dalla legge;
impedire la cancellazione integrale della parte della Relazione annuale al Parlamento che riporta i dettagli dell’interazione tra Istituti di Credito e aziende militari;
impedire l’eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento presso la Presidenza del Consiglio, unico che potrebbe avanzare pareri, informazioni e proposte per la riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa;
reintrodurre la possibilità per il CISD di ricevere informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte delle organizzazioni riconosciute dall’ONU e dall’Unione Europea e da parte delle organizzazioni non governative riconosciute”. 

Tutto ciò premesso, e ritenendo che un commercio irresponsabile e incontrollato di armamenti sia deleterio per la Pace e la sicurezza del mondo e che le vendite di armi debbano allinearsi (come previsto dalle norme internazionali sottoscritte dall’Italia) a principi di rispetto dei diritti umani e riduzione dei conflitti e non ai vantaggi economici di pochi

il Consiglio Comunale di Pontassieve
delibera di:

sostenere la Campagna “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90 - Miglioriamo il controllo dell’export di armi - Stop agli affari armati irresponsabili che alimentano guerre e insicurezza” promossa dalla società civile italiana;
segnalare questa adesione alle Commissioni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati e in subordine a tutti i Deputati e le Deputate che dovranno poi votare in Aula il provvedimento in oggetto.



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Mozione su "Divieto di fumo aree pubbliche per la salvaguardia della salute" Presentata Dai capigruppo Alternativa Comune, PD, Lista Civica, Pontassieve al Centro; C.C. 27-5-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli
Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: “Divieto di fumo aree pubbliche per la salvaguardia della salute” 

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Premesso che:
vi è la necessità di perseguire l’obiettivo di una città più vivibile e pulita, a misura di tutti gli abitanti, con particolare attenzione alle fasce protette, deboli o svantaggiate, ovvero bambini, che costituiscono una percentuale alta di fumatori passivi;
i fumatori tengono usualmente le sigarette ad altezza di bambino, colpendo in tal modo proprio le fasce d’età a cui sono riservate le zone verdi attrezzate per i giochi nel territorio comunale;
secondo i dati del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità il fumo di tabacco è al secondo posto, dopo l’ipertensione arteriosa, come causa di morte e al primo posto per anni di vita persi in disabilità;
è necessario favorire scelte salutari, in linea con quanto previsto dalla normativa in vigore, che vede un crescente impegno contro il fumo passivo;

Rilevato che:
sia necessario estendere il divieto di fumo anche alle fermate dei trasporti pubblici (autobus, treno), nei cimiteri, nelle aree cani, nelle aree attrezzate per mangiare all'esterno e nelle zone di aggregazione;

Evidenziato che:
occorre portare avanti iniziative promosse dal Comune in materia di divieto di fumo, prevedendo altresì apposita cartellonistica che informi la cittadinanza dei divieti ma anche un sistema di sanzioni per chi non rispetta le disposizioni dell’Amministrazione Comunale;

Dato atto che:
per l’attuazione delle misure inerenti il divieto di fumo di cui sopra è necessaria l’adozione di apposite ordinanze da parte del Sindaco del Comune di Pontassieve;

Ritenuto che:
la scelta di vietare il fumo nelle aree gioco destinate ai bimbi, negli impianti sportivi all’aperto, alle fermate di autobus, nonché la possibilità di prevedere appositi spazi riservati ai fumatori laddove possibile, sia necessaria per tutelare la salute dei cittadini e la qualità dell’aria;
Impegna il Sindaco e la Giunta: 
ad adottare tutti gli atti necessari per istituire delle aree di divieto di fumo sul territorio comunale, e in particolare nelle aree gioco destinate ai bimbi e negli impianti sportivi all’aperto;
a valutare la possibilità di introdurre il divieto di fumo anche alle fermate dei trasporti pubblici, nei cimiteri, nelle aree cani, nelle aree attrezzate per mangiare all’aperto e nelle zone di aggregazione;
a valutare la possibilità di prevedere la realizzazione di appositi spazi riservati ai fumatori sul territorio comunale. 

Gruppo Consiliare “Alternativa Comune”
Alessandro Cresci 
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Partito Democratico”
Paolo Belardinelli
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Lista Civica Carlo Boni Sindaco”
Giulia Selvi
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Pontassieve al Centro”
Simone Pasquini
(Capogruppo)

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Interrogazione a risposta orale su: "Discarica sul torrente Argomenna" Presentata da Alternativa Comune. C.C. 27-5-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente
Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato che
gli eventi temporaleschi avvenuti nei giorni tra il 14 e 15 marzo che hanno colpito in modo pesante e duraturo il nostro territorio causando allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti riportando alla luce la discarica comunale sul torrente Argomenna

chiede: 
di conoscere la situazione attuale dopo gli eventi suddetti;
quali lavori sono stati svolti e quali verranno eseguiti nel breve, medio e lungo periodo;
se l’Amministrazione intende far analizzare, o ha già analizzato, il terreno circostante, dove sono evidenti i segni delle ceneri dati dalla combustione dei rifiuti quando venivano accatastati nella discarica a cielo aperto, per bonificare la zona nel caso risultassero segni di diossina e/o altre sostanze pericolose e nocive.

Pontassieve 20 maggio 2025


 


               Alessandro Cresci                                                                        
        Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Interrogazione a risposta orale su: "Cassonetti raccolta differenziata" Presentata dal capogruppo consiliare Alternativa Comune. C.C. 27-5-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente

Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato che:
gli spazi per i cassonetti per la raccolta differenziata, sul territorio comunale, sono stati individuati dall’Amministrazione Comunale e dall’ente gestore del servizio;
in alcune zone sono state collocate in modo che le aperture dei cassonetti risultino pericolose per gli utenti, mentre in altre zone è la disposizione stessa che può generare un rischio visto che generalmente sono fronte strada dove passano gli autoveicoli; 
laddove sono state create delle postazioni ad hoc per i cassonetti, generalmente sono usate come discariche dai cittadini che vi abbandonano qualsiasi tipo di rifiuto e che questo, purtroppo, staziona lì anche per giorni prima che il gestore lo raccolga. Dove, per le postazioni situate sul territorio rurale, ciò accade più frequantemente. Ci sono casi in cui non sono rispettate le tempistiche neanche per gli utenti che espongono gli ingombranti con numero e giorno di ritiro;

Ricordando anche che:
per quanto riguarda i “rifiuti tessili”, il Decreto Legislativo n. 116/2020, recependo quanto stabilito dalla Direttiva (UE) 2018/851 (in modifica della direttiva 2008/98/CE), a partire dal 1° gennaio 2025 obbliga gli Stati membri dell’Ue a garantire la raccolta differenziata degli stessi;
per rifiuti tessili non si intende esclusivamente i capi di abbigliamento in buono stato, ma tutti i rifiuti tessili, anche danneggiati, affinché non finiscano nella raccolta indifferenziata quindi o in discarica o in inceneritori;
gli utenti che non raccolgono i rifiuti tessili in modo corretto, ma li conferiscono nell’indifferenziato, potrebbero rischiare anche multe salate; 

chiede: 
se l’Amministrazione ha controllato la consona distribuzione dei cassonetti sul territorio e la loro sicura posizione onde evitare pericolo per i cittadini; 
cosa intende fare l’Amministrazione per prevenire futuri accumuli di rifiuti vicino ai cassonetti;
se l’Amministrazione è a conoscenza che tutt’ora non sono disponibili sul territorio comunale cassonetti per il tessile così come richiesto dalle Direttive Europee recepite anche dall’Italia, e cosa intende fare, compreso pubblicizzare l’obbligo della differenziata da parte dei cittadini e comunque una migliore e capillare informazione da parte del nuovo gestore su questo tema, anche per chi non usa i social o i mezzi informatici.

Pontassieve 20 maggio 2025
     


         Alessandro Cresci                                                                        
        Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/sAAXZq5x40s?si=L2qUyY_cxikfx9NR

Interrogazione su eventi temporaleschi avvenuti nei giorni tra il 14 e 15 marzo. Di Alternativa Comune. C.C. 3-4-25

Alla cortese attenzione del Sindaco e dell’Assessore competente
Interrogazione a risposta orale

Come previsto dall’art.36 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Pontassieve, il sottoscritto Alessandro Cresci, nella sua qualità di Consigliere Comunale del gruppo consiliare “Alternativa Comune”,

Considerato
gli eventi temporaleschi avvenuti nei giorni tra il 14 e 15 marzo che hanno colpito in modo pesante e duraturo il nostro territorio causando allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti

CHIEDE
di conoscere la situazione attuale dopo gli eventi suddetti riguardanti le abitazioni colpite, le frane e gli smottamenti conseguenti il maltempo; 
cosa intende fare l’Amministrazione per prevenire eventuali criticità future dovute a precipitazioni sopra la media stagionale.

Pontassieve 27 marzo 2025


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/MBVUZubcBPE?si=svfpWA_NDrSdN8be 

Mozione su "Recepire la campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma” di Alternativa Comune. C.C. 3-4-25

 
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: Recepire la campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma”

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Visto:
l’art. 42 Cost, che recita: “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti";
Ricordando:
quanto alla campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma - Campagna nazionale per l’acquisizione al patrimonio comunale dei beni di proprietà privata in stato di abbandono”;
Preso atto:
che il Forum Salviamo il Paesaggio ha già avviato “una nuova campagna nazionale per suggerire a tutte le amministrazioni comunali italiane la possibilità di utilizzare uno strumento normativo in grado di fronteggiare il preoccupante fenomeno degli immobili abbandonati”;
Considerato:
che il patrimonio immobiliare “fantasma” di proprietà privata conta oltre 10 milioni di abitazioni e moltissimi capannoni produttivi o commerciali;
che pertanto quasi un terzo degli edifici esistenti in Italia è in condizioni di inutilizzo o degrado, con ricadute sulle condizioni di degrado del tessuto urbano, della convivenza civile, dell’incolumità pubblica;
come tale situazione di malversazione immobiliare si accompagni a piani urbanistici che continuano a prevedere nuove edificazioni, pertanto con ulteriore consumo di suolo, che invece andrebbe azzerato senza penalizzare i bisogni della popolazione;

Evidenziato come:
allo stato delle norme, ad ordinamento vigente, tale situazione di generalizzato abbandono possa essere contrastato con un apposito regolamento comunale basato su una corretta applicazione dell'articolo 42 della Costituzione Italiana; 
un immobile abbandonato non svolga più alcuna funzione sociale, mentre, tornando nella proprietà comune o collettiva mediante l’acquisizione al patrimonio comunale, potrà invece recuperarla;
tale opzione sia declinazione amministrativa di una scelta politica, che non deve essere confusa come un atto di esproprio, che è invece altro istituto giuridico;
Richiamati:
il parere favorevole di insigni giuristi, quali Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale;
l’adozione in concreto di regolamenti in tal senso, quale quello del Comune di Terre Roveresche (PU), comune marchigiano che ha adottato il regolamento già dal 2017;
Esprime:
il proprio interessamento a tale soluzione, onde adottare ogni strumento utile ad incidere realmente sulla conservazione del tessuto urbano nella sua integrità e funzionalità, anche quale elemento primario di conservazione di adeguati standard della sicurezza urbana;
Impegna la Giunta ad adottare ogni atto necessario per:
censire il patrimonio immobiliare esistente nel Comune, mettendo in luce:
il dato numerico di quanto già presente in condizioni di inutilizzo;
i beni inutilizzati e/o derelitti di proprietà pubblica, privata o di altra natura che si trovino in uno stato di abbandono e/o di degrado;
i beni che possano determinare danni per l’ambiente, pericoli per la pubblica o privata incolumità, preoccupazioni per le testimonianze culturali e storiche;
i beni che possano essere occasione per attività e comportamenti illeciti;
i beni in qualunque modo abbandonati e/o inutilizzati e quindi non più rispondenti ad alcuna funzione sociale e/o che possano ledere l’interesse generale come disciplinato dalla nostra Costituzione repubblicana, nonché dall’art. 17 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea;
affrontare il tema all’interno del Consiglio comunale e in pubbliche assemblee aperte a tutta la cittadinanza, per una necessaria disseminazione culturale e presa di coscienza individuale e collettiva;
aggiornare in modo partecipato l’elenco di beni con le caratteristiche di “beni comuni”, aggiornando il protocollo di responsabilità che disciplina l’utilizzo dei beni così individuati, anche alla luce di un confronto con il Forum Salviamo il Paesaggio; 
sviluppare una campagna di ordinanze atte a intimare alle relative proprietà di adottare entro 120 giorni tutti i provvedimenti necessari per:
 eliminare condizioni di pericolo e condizioni di pregiudizio alla sanità e igiene pubblica;
predisporre urgenti opere di messa in sicurezza degli immobili;
ripristinare condizioni di decoro dei beni fatiscenti o in stato di abbandono e inutilizzo; perseguire la funzione sociale;
Decorsi i 120 giorni dalla notifica dell'atto, le proprietà hanno facoltà di presentare le proprie deduzioni o richiedere una proroga di 180 giorni. Decorsi i termini di cui sopra senza che sia stato adempiuto a quanto intimato, il Comune avrà la facoltà di dichiarare acquisito il bene al patrimonio comunale ope constitutionis e iniziare la procedura relativa mediante deliberazione del Consiglio Comunale, successivamente trascritta nei pubblici registri immobiliari. 

In subordine, impegna la Giunta:
ad approfondire la soluzione normativa adottata dal Comune marchigiano di Terre Roveresche (PU), che ha elaborato soluzioni normative per fronteggiare il fenomeno degli immobili abbandonati nel suo territorio, riferendo al Consiglio entro tre mesi, onde adottare atti confacenti alla persecuzione dei medesimi scopi e risultati.



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/MBVUZubcBPE?si=svfpWA_NDrSdN8be


 

Mozione su "Individuazione di modalità e i criteri per dar vita all’iniziativa “Regala un albero” presentata dal capogruppo Alternativa Comune; C.C. 3-4-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale Leonardo Ceccarelli
Al Signor Sindaco Carlo Boni

Mozione: “Regala un albero”
Il Consiglio comunale di Pontassieve

Premesso che:
gli alberi, le aree verdi e gli ecosistemi più in generale svolgono innumerevoli funzioni vantaggiose per la salute pubblica e la qualità urbana. Il patrimonio arboreo in ambito urbano apporta infatti numerosi benefici:
ha una valenza urbana e ambientale intesa come riqualificazione, valorizzazione e miglioramento del verde urbano;
contribuisce alla biodiversità con interventi che tengano conto delle esigenze ambientali specifiche del territorio;
potenzia l'assorbimento di CO2 e riduce l’inquinamento atmosferico con conseguente miglioramento della qualità dell’aria e attenuazione dell’effetto “isola di calore”, causato da un paesaggio sempre più urbanizzato e impermeabilizzato;
aiuta a ridurre il deflusso delle acque piovane grazie alla risposta che le aree verdi e alberate offrono in termini di intercettazione e stoccaggio dell’acqua piovana e capacità di restituzione della risorsa idrica al terreno e alla falda.
Ricordando che:
la Legge n. 10 del 14 gennaio 2013 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani - (G.U. n. 27 del 01/02/2013) al comma 2 art. 1 ha previsto che i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti stabiliscano una procedura di messa a dimora di alberi per contribuire al miglioramento urbano.
Considerato che:
sempre più cittadini, imprese e associazioni chiedono per finalità celebrative o commemorative di piantumare un albero nelle aree verdi pubbliche.

Visto che:
altri Comuni hanno già dato vita a iniziative simili con riscontri favorevoli da parte della popolazione oltre ogni più rosea aspettativa.
Chiede che:
il Sindaco e la Giunta si adoperino affinché vengano individuate le modalità e i criteri per dar vita all’iniziativa “Regala un albero” per far sì che ogni cittadino, impresa o associazione possano donare singoli alberi.   


Pontassieve, 26 marzo 2025 

Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/MBVUZubcBPE?si=svfpWA_NDrSdN8be


ODG su "sostegno al trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW" Presentato dal Capogruppo Consiliare Alternativa Comune. C.C. 25-2-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Pontassieve, 21 gennaio 2025

Oggetto: sostegno al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Considerato che:
la presenza negli arsenali e la diffusione di armi nucleari rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
l’Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione (TNP) che impone a tutti gli Stati parte di impegnarsi per realizzare il disarmo nucleare totale e globale; e aderisce al TNP in qualità di Stato non dotato di armamenti nucleari, essendosi impegnata a non costruirne né a procurarsene in alcun modo;
sebbene gli accordi sul disarmo nucleare concordati tra le grandi potenze abbiano portato nei decenni allo smantellamento di decine di migliaia di armi nucleari, negli ultimi anni le operazioni di eliminazione sono talmente rallentate che, oltre 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda, rimangono ancora negli arsenali circa 12.500 armi nucleari;
un percorso denominato Iniziativa Umanitaria e promosso dalla società civile internazionale ha portato a una serie di conferenze internazionali, aperte agli Stati membri delle Nazioni Unite, il cui fine era di negoziare un Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW;
il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari è stato in seguito negoziato ed adottato con il voto positivo di 122 Stati il 7 luglio 2017; aperto alla firma il 20 settembre 2017 ha raccolto al momento la firma di oltre 90 Stati; lo strumento di ratifica del 50° Stato è stato depositato alle Nazioni Unite il 24 ottobre 2020, per cui il Trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021;
sono già, a oggi, 73 i Paesi ad aver ratificato il Trattato e alla fine del 2024 la metà degli Stati del mondo lo ha firmato o ratificato;
nel giugno del 2022 si è svolta a Vienna la Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato TPNW, che ha adottato per acclamazione una Dichiarazione che condanna in modo inequivocabile “qualsiasi minaccia nucleare, sia essa esplicita o implicita e a prescindere dalle circostanze” e un Piano d’azione in 50 punti che delinea i passi concreti per raggiungere un disarmo nucleare globale attraverso il Trattato TPNW: “Di fronte ai rischi catastrofici posti dalle armi nucleari e nell’interesse della stessa sopravvivenza dell’umanità… Non ci fermeremo finché l’ultimo Stato non avrà aderito al Trattato, l’ultima testata non sarà stata smantellata e distrutta e le armi nucleari non saranno state totalmente eliminate dalla Terra”;
nel dicembre del 2023 si è svolta a New York la Seconda Conferenza degli Stati Parti del Trattato TPNW, nella cui Dichiarazione finale si è sottolineato come sia necessario “Sfidare il paradigma di sicurezza basato sulla deterrenza nucleare, evidenziando e promuovendo nuove prove scientifiche sulle conseguenze e sui rischi umanitari delle armi nucleari e contrapponendole ai rischi e ai presupposti insiti nella deterrenza nucleare“;
nel marzo 2025 si celebra a New York la Terza Conferenza degli Stati Parti del Trattato TPNW, ulteriore occasione di confronto e dialogo internazionale per costruire un percorso concreto di totale messa al bando di queste armi di distruzione di massa, le più terribili e distruttive mai costruite dall’Umanità.
Preso atto che:
il Governo italiano e i suoi rappresentanti hanno dichiarato in più occasioni di non avere intenzione di aderire a tale Trattato.
Ritenendo che:
l’adesione al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari sia un’azione che contribuisce a promuovere il dialogo e la diplomazia, lasciandosi alle spalle la logica obsoleta della deterrenza nucleare fondata sulla sfiducia reciproca;
l’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari potrà rafforzare la costruzione del paradigma di sicurezza internazionale costruito sulla multilateralità, sugli accordi per il disarmo, sulla sicurezza umana, che anche l’Italia in tante altre occasioni ha sostenuto;
l’Appello delle Città promosso dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons recita: “La nostra Città esprime forte preoccupazione per la grave minaccia posta dalle armi nucleari alle comunità in ogni parte del mondo. Crediamo fermamente che i residenti nelle nostre città abbiano il diritto di vivere in un mondo libero da questa minaccia. Qualsiasi uso di armi nucleari, intenzionale o accidentale, avrebbe conseguenze catastrofiche, vastissime e durature per gli esseri umani e per l’ambiente. Noi quindi esprimiamo il nostro sostegno al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari e ci appelliamo ai nostri governi nazionali affinché vi aderiscano”;
in Italia l’Appello delle Città è rilanciato dalla mobilitazione “Italia, ripensaci” e ha già visto il sostegno di oltre cento Comuni e due Regioni.

Ricordando che:
il Comune di Pontassieve ha aderito con delibera di giunta n. 42 del 05/05/2005 all’associazione Mayors for Peace, presieduta dal Sindaco di Hiroshima che si prefigge come obiettivo la messa al bando delle armi nucleari e il loro completo smantellamento.
Tutto ciò premesso, ritenendo che la costruzione di un Mondo libero dalle armi nucleari sia un obiettivo comune da perseguire,
il Consiglio Comunale di Pontassieve
delibera di:
aderire alla Campagna “Italia, Ripensaci”, promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e da Senzatomica;
aderire all’Appello delle Città (Cities’ Appeal), promosso in tutto il mondo dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel 2017);
invitare la Cittadinanza a un Consiglio aperto sul tema del Disarmo Nucleare;
chiedere al Governo italiano che il nostro Paese possa fare passi concreti di avvicinamento ai contenuti del Trattato TPNW sia concretizzando progetti di assistenza alle vittime e rimedio ambientale per i territori coinvolti in uso o test di armi nucleare, sia ipotizzando la partecipazione come “Osservatore” alla prossima Conferenza degli Stati Parti del Trattato;
apporre la firma del Sindaco e del Presidente del Consiglio in calce al Trattato TPNW, come atto simbolico da comunicare alla Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, invitandola a rivedere la posizione finora espressa, cercando le modalità per aderire al percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari;
condividere con le Commissioni Esteri della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica questo impegno a promuovere le modalità per portare l’Italia nel consesso degli Stati che si impegnano a favore della realizzazione di un mondo libero da armi nucleari;
inviare il presente ordine del giorno assieme al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW ai gruppi parlamentari presenti alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica con l’invito a sottoscrivere il “Pledge” proposto dalla campagna ICAN;
inviare il presente ordine del giorno alla Regione Toscana, alla Città Metropolitana di Firenze e a tutti i Comuni della Città Metropolitana di Firenze.


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/7q-FvsMTvL0?si=ClZanPIOA1aYnyPu

Mozione su "Emergenza PFAS – Richiesta di approvazione urgente di una legge – Richiesta analisi per valutare la presenza dei PFAS nell’acqua potabile dell’acquedotto comunale" di Alternativa Comune. C.C. 25-2-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: Emergenza PFAS – Richiesta di approvazione urgente di una legge che metta al bando la produzione, l’utilizzo e la commercializzazione dei PFAS e nei regolamenti gli usi indispensabili – richiesta analisi per valutare la presenza dei PFAS nell’acqua potabile dell’acquedotto comunale

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Premesso che:
- i PFAS sono un ampio gruppo di oltre 10 mila molecole di sintesi, non presenti in natura e prodotte solo dalle attività umane, utilizzate in numerosi processi industriali e per la realizzazione di diversi prodotti di uso comune. Sono definiti “inquinanti eterni” per la loro stabilità chimica impossibile da degradare nell’ambiente. Hanno effetti nocivi sul fegato, la tiroide, provocano obesità, infertilità e cancro;
- in Italia manca una legge nazionale che limiti o meglio vieti la presenza di PFAS nelle acque potabili. Solo dal gennaio 2026 entrerà in vigore la direttiva comunitaria 2184/2020   che limita a 100 ng/l (nanogrammi per litro), la somma di 24 molecole appartenenti all’ampio gruppo delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS), mentre in Danimarca la concentrazione di sicurezza è stata fissata a 2 ng/l, in Svezia e nella regione belga delle Fiandre il valore raccomandato è di 4 ng/l e negli Stati Uniti è stata fissata a 4 ng/l per PFOA e PFOS;
- anche l’OMS, che nel 2022 aveva proposto un limite di 100 ppt per i PFAS, sta rivedendo le linee guida degli inquinanti nell’acqua potabile e ha costituito un nuovo gruppo consultivo proprio sulla valutazione delle sostanze per- e polifluoroalchiliche;
- nel 2020 l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito una soglia massima di assunzione settimanale per la somma di quattro molecole (PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS) pari a 4,4 nanogrammi per chilo di peso corporeo. Partendo da tale riferimento a un bambino dal peso di 10 kg basterebbe bere 4,5 litri di acqua contaminata con 10 nanogrammi di PFOA (PFOS, PFNA o PFHxS) a settimana per ingerire una quantità ritenuta non sicura per la salute;
- si era ritenuto che i PFAS fossero presenti nell’acqua potabile solo in alcune zone del Paese, in particolare nel Veneto e in Provincia di Alessandria, intorno al polo chimico di Spinetta Marengo.
Appreso che:
- Recentemente il Consiglio regionale del Veneto, con la risoluzione n. 79 del 12 marzo 2024 si è espresso all’unanimità per l’urgente messa al bando dei Pfas;
- che nel rapporto di Greenpeace sulla Toscana del marzo 2024 intitolato: “INQUINAMENTO DA PFAS IN TOSCANA: AMBIENTE E SALUTE SONO AL SICURO?” ha evidenziato in alcune aree della regione una forte presenza nelle nostre acque di questi pericolosi inquinanti pericolosi;
- Stando ai dati raccolti da ARPAT nel 2022, i PFAS erano presenti nel 76% delle acque superficiali, nel 36% delle acque sotterranee e nel 56% dei campioni di biota (animali) monitorati; considerando che Arpat monitora abitualmente solo le sei molecole incluse nei decreti già vigenti in Italia, il dato è sicuramente preoccupante. La presenza di PFAS e le concentrazioni misurate sono state confrontate con gli Standard di Qualità Ambientale (SQA), nelle acque superficiali vi è un superamento degli SQA compresi tra il 31 e l’87%;
Ritenuto che:
- La conoscenza puntuale e dettagliata dello stato di contaminazione dell’acqua potabile sia elemento imprescindibile al fine di sviluppare le necessarie azioni a tutela della salute pubblica essendo il Sindaco ed il Consiglio Comunale responsabili su tale materia.
Considerato che:
- l’adesione a questa mozione da parte del comune potrebbe sensibilizzare il Parlamento italiano accelerando la presa in carico di questo problema per la costruzione ed approvazione di una legge partecipata che metta al bando i PFAS. (allegati “I SETTE CAPISALDI DI UNA LEGGE NAZIONALE CHE VIETI LUSO E LA PRODUZIONE DI PFAS”).

Auspica che:
- Il Governo nazionale emani al più presto una legge che proibisca la produzione e il consumo dei PFAS.
Impegna il Sindaco e la Giunta comunale a:
• richiedere al proprio gestore del servizio idrico e alla propria Azienda Usl di riferimento:
- la quantificazione della somma di PFAS nell’acqua destinata al consumo umano nel nostro Comune, di cui all’allegato III, parte B, punto 3 della direttiva europea 2184/2020,
- l’analisi dell’acqua potabile, o dell’acqua in bottiglia, erogata nelle scuole pubbliche presenti nel Comune;
• rendere pubbliche integralmente le risultanze provenienti dal gestore del servizio idrico e dalla Azienda Usl di riferimento e, eventualmente da indagini effettuate in autonomia dal Comune stesso, circa la quantificazione della presenza delle singole sostanze PFAS, e di farne capillare pubblicità, attraverso tutti i canali istituzionali, al fine di aumentare la consapevolezza della popolazione circa la qualità dell’acqua consumata;
• richiedere alla Regione Toscana di varare un piano di monitoraggio capillare su tutto il territorio regionale al fine di accertare il reale stato di contaminazione delle acque destinate al consumo umano.


Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”

Youtube https://www.youtube.com/live/7q-FvsMTvL0?si=ClZanPIOA1aYnyPu


Mozione su "Modifica rilascio del contrassegno di sosta per i lavoratori non residenti e implementazione di un sistema di rinnovo digitale per la richiesta del contrassegno" presentata dal capogruppo Alternativa Comune. C.C. 25-2-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: modifica rilascio del contrassegno di sosta per i lavoratori non residenti e implementazione di un sistema di rinnovo digitale per la richiesta del contrassegno

Il Consiglio comunale di Pontassieve
Premesso che:
- occorra disincentivare il traffico su gomma, spesso con un solo passeggero alla guida, per spostamenti verso il luogo di lavoro e/o studio per evitare di intasare le strade nelle ore di punta;
- uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, è il settore dei trasporti che produce circa un quarto dell’anidride carbonica in Europa, di cui il 71,7% proviene dalla circolazione stradale dei veicoli;
- occorra rendere più efficiente il trasporto pubblico locale per renderlo più appetibile sia da un punto di vista economico che pratico;
Visto che:
- la tabella riepilogativa delle tariffe di sosta del Comune di Pontassieve, al punto 11, prevede la possibilità per i residenti e gli equiparati di ottenere un’autorizzazione annuale per la sosta dei veicoli con un costo pari a 15 euro come rimborso spese di procedimento per il rilascio;
- i lavoratori che provengono da fuori comune e necessitano di utilizzare il mezzo privato per recarsi al lavoro non beneficiano della stessa agevolazione e sono soggetti ad abbonamenti giornalieri, settimanali, mensili o trimestrali che variano rispettivamente da euro 5, 20, 40 o 80, per la zona Nord del Capoluogo e rispettivamente da euro 5, 20, 30 o 60 per la zona Sud del Capoluogo e Sieci che comportano un onere annuale rilevante (320 euro se acquistati quelli trimestrali della zona Nord e 240 euro della zona Sud e Sieci);
- tali abbonamenti devono essere rinnovati presso gli uffici della Polizia Municipale massimo ogni tre mesi, comportando una perdita di tempo per i lavoratori e un aggravio gestionale per l’ente stesso.
Considerato che:
- molti lavoratori non residenti sono costretti a utilizzare l’auto per motivi organizzativi, come la necessità di accompagnare i figli a scuola o la mancanza di alternative efficienti di trasporto pubblico;
- le spese per il parcheggio gravano maggiormente sui redditi più bassi, penalizzando chi già affronta difficoltà economiche;
- l’implementazione di sistemi digitali aggiornati e funzionali permette agli enti pubblici di migliorare l’efficienza amministrativa e rendere i servizi più accessibili ai cittadini e ai lavoratori.
Ritenuto che:
- l’equiparazione dei lavoratori non residenti ai residenti garantirebbe una maggiore equità nell’accesso alle agevolazioni, considerando che i lavoratori contribuiscono al tessuto economico del Comune;
- la digitalizzazione del servizio rappresenta un passo fondamentale verso una pubblica amministrazione più moderna, riducendo burocrazia e migliorando l’esperienza per cittadini e lavoratori.
Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Pontassieve
Impegna il Sindaco e la Giunta a:
1. equiparare i lavoratori non residenti che dimostrino di svolgere attività lavorativa nel Comune di Pontassieve ai residenti per quanto riguarda le tariffe di sosta, con possibilità di ottenere autorizzazioni annuali;
2. implementare un sistema digitale che consenta ai residenti, agli equiparati e ai lavoratori non residenti di richiedere e rinnovare i permessi di sosta online, tramite il portale comunale e con pagamento attraverso il sistema PagoPA, riducendo così i tempi e i costi amministrativi;



Alessandro Cresci
Capogruppo “Alternativa Comune”


Youtube https://www.youtube.com/live/7q-FvsMTvL0?si=ClZanPIOA1aYnyPu

Ordine del Giorno su "Disservizi del trasporto su ferro" presentato congiuntamente da tutti i Gruppi Consiliari . C.C. 28-11-24

 Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Leonardo Ceccarelli

Al Signor Sindaco Carlo Boni
                        
                        Pontassieve, 19 novembre 2024

ORDINE DEL GIORNO: Disservizi del trasporto su ferro
 
Il Consiglio comunale di Pontassieve

Premesso che:
il trasporto pubblico su ferro rappresenta una risorsa fondamentale per i cittadini di Pontassieve e dei comuni limitrofi, in particolare per chi si sposta quotidianamente per motivi di lavoro, studio o salute. Molti pendolari si recano ogni giorno a Firenze, e il trasporto ferroviario è essenziale per garantire spostamenti rapidi, economici e sostenibili;
l’efficienza del servizio ferroviario ha un impatto diretto sulla qualità della vita di studenti, lavoratori, anziani e persone con esigenze sanitarie che necessitano di raggiungere i centri ospedalieri di Firenze, Borgo San Lorenzo e Figline Valdarno;
sono purtroppo noti i gravi disagi causati ai pendolari che usufruiscono del servizio di trasporto locale, in particolare ferroviario, e specialmente per la tratta Firenze - Borgo San Lorenzo via Pontassieve, tratta che interessa i cittadini di Pontassieve e della Valdisieve, i quali utilizzano le stazioni di Sieci, Pontassieve e Rufina. Nonché della tratta Arezzo – Firenze – Prato via Pontassieve;
che nel periodo estivo e specialmente negli ultimi mesi, si sono particolarmente intensificati disservizi quali la scarsa puntualità, la soppressione di molte corse senza preavviso, i numerosi guasti al materiale rotabile, in buona parte ormai vetusto, e il frequente sovraffollamento delle corse; 
Considerato che:
nei mesi scorsi sono state numerose le prese di posizioni in merito, sia dei Sindaci sia di tutte le forze politiche del territorio, concordi nel sottolineare l’importanza di un servizio di trasporto ferroviario pubblico efficiente e conveniente;
il Consiglio Comunale di Pontassieve nella seduta del 30 luglio 2024, dopo lunga discussione sui disagi dei pendolari causati dal trasporto su ferro, decise di inoltrare le mozioni presentate alla Commissione comunale competente al fine di presentare una nuova mozione congiunta e unitaria;
la 2° Commissione “trasporti e viabilità” del Comune di Pontassieve convocata per il 23 ottobre 2024 incontrò i rappresentanti del neo comitato di Cittadini sui disservizi TPL della Valdisieve nonché il Sindaco e l’Assessora competente dopo l’incontro con l’Assessore ai trasporti della Regione Toscana, i rappresentanti di RFI e Trenitalia;

Ritenuto che:
dagli incontri di cui sopra e dalle segnalazioni dei pendolari residenti sul nostro territorio sono emerse notevoli criticità riassumibili nei seguenti punti:
I continui ritardi e cancellazioni delle corse ferroviarie stanno penalizzando gravemente i pendolari, generando disagi e incertezza sui tempi di percorrenza;
Le corse mattutine e serali risultano sovraffollate, causando disagi sia per chi viaggia in piedi per lunghi tratti, sia per la sicurezza stessa dei passeggeri;
Una parte del materiale rotabile è obsoleta e necessita di sostituzione per garantire sicurezza e comfort adeguati ai viaggiatori;
La frequenza di guasti ai passaggi a livello crea ulteriori ritardi e disagi per chi deve attraversare questi punti critici;
Le stazioni necessitano di interventi di ammodernamento e manutenzione; occorre prevedere, specialmente per quelle non presidiate, l’installazione di telecamere di sorveglianza, e/o controlli più frequenti della Polizia Ferroviaria per prevenire atti di violenza, come già successo in altre città; occorre una costante apertura delle sale d’aspetto;  occorre adeguare i servizi igienici, spesso inesistenti o permanentemente chiusi; occorre inoltre installare, ove assenti, le necessarie pensiline per proteggere dalle intemperie i pendolari in attesa dell’arrivo dei treni, in special modo per la stazione di Sieci al binario 1;
Risulta estremamente penalizzante per i pendolari della Valdisieve la discesa e la partenza ai binari 17 e 18 della stazione di Firenze Santa Maria Novella distanti, di fatto, almeno 10 minuti di camminata in più rispetto alla stazione di testa e agli altri binari;
Le persone con disabilità, le famiglie con passeggini e altri utenti che necessitano di viaggiare trovano spesso difficoltà a utilizzare il servizio a causa del malfunzionamento degli ascensori nelle stazioni;
La carente copertura delle fasce orarie serali e notturne, del fine settimana e dei giorni festivi rende di fatto impossibile l’uso del servizio pubblico al di fuori delle fasce più strettamente dedicate al pendolarismo;
La mancanza del biglietto e abbonamento “Pegaso – Area Metropolitana Fiorentina” (ex unico metropolitano) per gli utenti di Pontassieve penalizza i pendolari della stazione di Pontassieve obbligati all’acquisto di altri tipi di biglietti o abbonamenti tipo Pegaso metropolitano a un costo più elevato rispetto ai pendolari di tanti altri comuni della Città metropolitana di Firenze; 
L’applicazione di Trenitalia, che dovrebbe facilitare l’accesso alle informazioni sul servizio ferroviario, soffre di frequenti malfunzionamenti, lasciando i viaggiatori senza informazioni aggiornate su orari e variazioni delle corse (per esempio i treni cancellati non vengono segnalati);
Gli indici di affidabilità pubblicati da RFI non risultano trasparenti, non spiegando i criteri con cui vengono calcolati e lasciando i pendolari privi di una visione reale della qualità del servizio; 
Il sistema di bonus di rimborso attualmente previsto per i disservizi risulta macchinoso da richiedere e insufficiente per compensare il disagio subito dai pendolari;
Ricordando che:
nella città di Firenze entrerà in vigore nel 2025 il cosiddetto scudo verde che impedirà l’accesso in città di molti veicoli adesso in circolazione, aumentando la necessità di un servizio di trasporto pubblico più efficiente;
molti pendolari oltre al trasporto su ferro usufruiscono anche del trasporto su gomma che presenta altre enormi criticità per i lavoratori e gli studenti;    
Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Pontassieve:
Esprime solidarietà a tutti i pendolari che ogni giorno affrontano difficoltà per recarsi a Firenze per lavoro, studio e cure mediche;
Impegna il Sindaco e la Giunta comunale ad attivarsi presso la Regione Toscana, al fine di ottenere un impegno più stringente nel rispetto del contratto di servizi da parte di Trenitalia riguardo alle problematiche sopra evidenziate, con particolare attenzione a:
Ridurre il numero di ritardi e cancellazioni delle corse ferroviarie, adottando misure preventive e correttive mirate;
Utilizzare convogli adatti a rispondere all’affluenza di pendolari nelle diverse fasce orarie, per evitare sovraffollamenti;
L’inserimento di Pontassieve nei comuni rientranti nella tariffazione metropolitana come Calenzano, Campi Bisenzio, Fiesole, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Signa, Bagno a Ripoli, Impruneta, Scandicci e Vaglia;
La creazione di una pensilina nella stazione di Sieci e la modifica dell’orario di accesso agli ascensori nella stazione di Pontassieve;
Aumentare l’entità del bonus rimborso per i disservizi, rendendolo proporzionato al disagio subito dai pendolari;
Garantire maggiore trasparenza nella redazione e pubblicazione degli indici di affidabilità, fornendo chiarimenti sui criteri utilizzati e, se del caso, prevedere un monitoraggio dei ritardi indipendente dal gestore.
Chiede alla 2° Commissione Consiliare del Comune di Pontassieve di monitorare la situazione riguardante le problematiche dei pendolari convocando, ogni qualvolta lo reputi necessario, il neonato comitato dei pendolari della Valdisieve, il Sindaco, la Giunta, nonché Trenitalia e RFI.  

Chiede che il presente ordine del giorno venga inviato alla Regione Toscana, alla Città Metropolitana di Firenze, a tutti i Comuni della Città Metropolitana di Firenze e ai vertici toscani di RFI e Trenitalia.    


Firmato:

Gruppo Consiliare “Alternativa Comune”
Alessandro Cresci
(Capogruppo) 

Gruppo Consiliare “Fratelli d’Italia Giorgia Meloni”
Roberto Lauri
(Capogruppo)

Gruppo Consiliare “Lega CambiAMO Pontassieve”
Cecilia Cappelletti
(Capogruppo) 


Gruppo Consiliare “Lista Civica Carlo Boni Sindaco”
Giulia Selvi
(Capogruppo) 

Gruppo Consiliare “Partito Democratico”
Paolo Belardinelli
(Capogruppo) 

Gruppo Consiliare “Pontassieve al Centro”
Simone Pasquini
(Capogruppo) 


YOUTUBE https://www.youtube.com/live/NLaGhxy2t_k?si=rGp4_KbluBRr8Udc

Mozione su "Istituzione di un salario minimo orario per i lavoratori dipendenti e in appalto per il Comune di Pontassieve” Presentata dal Capigruppo Alternativa Comune. C.C. 28-11-24

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale

Leonardo Ceccarelli

 Al Signor Sindaco Carlo Boni

Oggetto: Istituzione di un salario minimo orario per i lavoratori dipendenti e in appalto per il Comune di Pontassieve 



Il Consiglio comunale di Pontassieve

Premesso che:

  1. - La Costituzione, all’art. 36, recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”

  2. - Il successivo art. 39 della Costituzione sancisce che: "L'organizzazione sindacale è libera. Ai Sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce". Tale articolo della Costituzione rimane attualmente inapplicato nella parte che riguarda la misurazione della rappresentanza ed il valore erga omnes dei contratti; 

  3. - La mancanza di una legge sulla rappresentanza e l'assenza di efficacia obbligatoria, lascia aperte evidenti falle nel sistema provocando sacche di assenza di tutele per cospicue fasce di lavoratori; non è infatti obbligatoria la stipula di contratti collettivi, esistono imprese o tipologie di contratti di lavoro individuali cui non è applicabile nessun contratto collettivo e quindi nessuna forma di salario minimo;

  4. - Sono circa 2 milioni i lavoratori in Italia che non hanno un contratto collettivo di lavoro di riferimento e oltre 2,5 milioni possono essere considerati lavoratori in situazione di povertà proprio per gli stipendi: sono i cosiddetti “working poors”, che ricevono salari al di sotto dei minimi stabiliti dalla contrattazione, come nei casi di part-time obbligati e/o di salari molto bassi;

  5. - Secondo le rilevazioni INPS, nel nostro Paese 4,6 milioni di lavoratori - circa il 30% del totale - guadagnano meno di 9 euro l’ora: quota che diventa il 35% tra gli operai agricoli e il 90% dei lavoratori domestici, mentre 2,5 milioni non arrivano a 8 euro; 

  6. - Il salario minimo legale è già una realtà in 22 Paesi europei su 27, dove ha dimostrato di contribuire all’aumento degli stipendi dei lavoratori che venivano pagati di meno; 

  7. - Il 7 giugno 2022 l’Unione Europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo, attraverso una direttiva quadro che punta a fissare salari minimi adeguati ed equi, che i Paesi membri dovranno recepire;

  8. - L’Italia, come è possibile leggere nel rapporto OCSE “è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie”; alla fine del 2022, i salari reali nella penisola erano calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia contro una media Ocse del 2,2%;

  9. - Il salario minimo è uno strumento che consente di contrastare efficacemente forme di competizione salariale al ribasso e al “contempo” garantisce dunque la correttezza della competizione concorrenziale sul mercato da parte delle imprese;  

  10. - L'introduzione di un salario minimo ed equo, costituirebbe inoltre una scelta di politica saggia con l'obiettivo di contrastare la povertà sempre più crescente nel nostro Paese;

- Il sostegno all’introduzione di una legge sul salario minimo può essere un modo per i sindaci di dimostrare l'impegno in ordine ai valori di equità e giustizia sociale: garantire che tutti i lavoratori abbiano un reddito dignitoso può contribuire a creare una società più equa e inclusiva;

  1. - Con la recente sentenza 27711/2023 anche la Corte Suprema di Cassazione ha sancito il diritto del lavoratore al salario minimo costituzionale, congruo e dignitoso; la sentenza ha stabilito che il salario minimo possa essere fissato dal giudice in modo che sia proporzionale e sufficiente a garantire gli standard minimi di legge. 

Considerato che:

  1. - L’istituzione a livello nazionale di un salario minimo, se approvata, “rafforzerebbe la contrattazione collettiva", e farebbe aumentare di 804 euro in media le retribuzioni di 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori (dati presentati dall’Istat, in audizione nella commissione Lavoro alla Camera, sulla base del Registro annuale su retribuzioni, ore e costo del lavoro per individui e imprese);

  2. - Il Movimento 5 Stelle, così come il Partito Democratico, hanno presentato una tale proposta di Legge a livello nazionale per introdurre “una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora” a significare che, “se in un contratto collettivo il minimo tabellare è fissato a 11 euro lordi l’ora, questo resterà tale; laddove, invece, un contratto preveda una paga oraria di 6 o 7 euro, essa sarà alzata a 9 euro”, raccogliendo oltre 300 mila firme;

  3. - Anche altre forze politiche non rappresentate in parlamento come Potere al Popolo e Unione Popolare, il 28 novembre 2023, hanno consegnato in Senato oltre 70 mila firme raccolte in calce e validate per l’introduzione di un salario minimo di 10 euro l’ora;

  4. - Nonostante il forte supporto popolare all’iniziativa delle opposizioni, il governo nazionale ha deciso di affossare la proposta di legge presentata da PD e Movimento 5 Stelle, tradendo le attese di milioni di lavoratori. 

Visto che:

  1. - L’introduzione del salario minimo rappresenta un avanzamento fondamentale verso una società più giusta ed equa, e lancia un segnale forte e preciso a sostegno dei lavoratori;

  2. - Un salario minimo è un passo avanti nella tutela dei lavoratori a basso reddito, alla loro dignità, alla lotta alla povertà lavorativa, è un riconoscimento del valore del lavoro, al senso di rispetto e valore personale che spetta ad ogni lavoratore, senza perdere di vista l'impatto sulla competitività delle imprese: la proposta di legge di PD e M5S teneva conto anche di questo aspetto, cercando di bilanciare la protezione dei lavoratori con la sostenibilità economica delle aziende;

  3. - L’introduzione di un salario minimo adeguato può migliorare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti, beneficiando anche le imprese nel lungo termine; 

  4. - L'istituzione di un salario minimo orario per i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, non rappresenta un tema confinabile esclusivamente in ambito nazionale o di Assemblea parlamentare, ma che investe in pieno l’interesse e l’ambito Comunale, per le ricadute intrinseche verso i lavoratori diretti e indiretti, che sono prima di tutto cittadini, basti menzionare il conseguente miglioramento delle condizioni di lavoro, come anche tutti gli effetti connessi, in ordine alla riduzione delle disuguaglianze, alla riduzione della dipendenza dai sussidi statali e lo stimolo che porterebbe all'economia locale.

Ricordato che:

- la recente approvazione (settembre 2023) nel Consiglio regionale della Toscana di due mozioni, presentate sia dal Movimento 5 Stelle che dal Partito Democratico, rispettivamente a prima firma della consigliera Irene Galletti e della consigliera Ilaria Bugetti, che chiedono di sostenere, in Conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune, di concerto con le parti sociali, tutti gli atti e le misure volti a promuovere l’avanzamento con urgenza della proposta di legge N.1275 presentata il 04/07/2023 (Disposizioni per l’istituzione del salario minimo;

- il risultato raggiunto in Regione Toscana, con l’approvazione delle due Mozioni, rappresenta un avanzamento fondamentale verso una società più giusta ed equa, e lancia un segnale forte e preciso a sostegno dei lavoratori. Un salario minimo è un passo avanti nella tutela dei lavoratori a basso reddito, alla loro dignità, alla lotta alla povertà lavorativa, è un riconoscimento del valore del lavoro, al senso di rispetto e valore personale che spetta ad ogni lavoratore, senza perdere di vista l'impatto sulla competitività delle imprese: la proposta di legge di PD e M5S tiene conto anche di questo aspetto, cercando di bilanciare la protezione dei lavoratori con la sostenibilità economica delle aziende; viene considerato il fatto che un salario minimo adeguato può migliorare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti, beneficiando anche le imprese nel lungo termine;

- che l'istituzione di un salario minimo orario per i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, non rappresenta un tema confinabile esclusivamente in ambito nazionale o di Assemblea parlamentare, ma che investe in pieno l’interesse e l’ambito Comunale, per le ricadute intrinseche verso i lavoratori diretti e indiretti, che sono prima di tutto cittadini, basti menzionare il conseguente miglioramento delle condizioni di lavoro, come anche tutti gli effetti connessi, in ordine alla riduzione delle disuguaglianze, alla riduzione della dipendenza dai sussidi statali e lo stimolo che porterebbe all'economia locale.

Ritenuto che:

- Un salario minimo adeguato può contribuire a ridurre le disuguaglianze economiche all'interno di una comunità. Assicurare a tutti i lavoratori un reddito minimo garantito può aiutare a ridurre la povertà e migliorare la qualità della vita per le persone con redditi più bassi, ad esempio nell’accesso all’abitazione e alle spese di base come l'educazione e l'assistenza sanitaria; 

  1. - Il salario minimo più alto può stimolare l'economia locale. Quando i lavoratori guadagnano di più, hanno maggiori possibilità di spendere, il che può aumentare la domanda di beni e servizi locali. Ciò può a sua volta sostenere le imprese locali, creare posti di lavoro e favorire lo sviluppo economico del territorio; 

  2. - Un salario minimo adeguato può inoltre contribuire a migliorare le condizioni di lavoro per i dipendenti. Ciò potrebbe includere orari di lavoro più stabili, migliori benefit, maggiori opportunità di formazione e crescita professionale. Migliorare le condizioni di lavoro può aumentare la soddisfazione dei dipendenti e la produttività complessiva;

  3. - Infine, un salario minimo più alto può ridurre la dipendenza dei lavoratori dai sussidi statali o dai programmi di assistenza sociale erogati dal Comune. Quando i lavoratori guadagnano un reddito sufficiente per soddisfare le proprie esigenze di vita, è meno probabile che debbano fare affidamento sui sussidi governativi e distribuiti nel territorio dal Comune; Ciò può ridurre gli oneri finanziari complessivi per il governo e consentire di allocare risorse verso altre urgenti priorità sociali. 

Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Pontassieve

Impegna il Sindaco e la Giunta a:

- introdurre l’adeguamento per tutti i dipendenti del Comune di Pontassieve e per coloro che lavoreranno in un appalto comunale, a un salario minimo di 9 euro l’ora;

- introdurre la precondizione obbligatoria nella stesura del testo di tutti gli appalti comunali, che tutti i lavoratori che saranno impegnati da coloro che si aggiudicheranno un appalto del Comune di Pontassieve, dovranno avere un salario minimo di 9 euro l’ora, così come chiesto a livello nazionale da molte forze politiche, tra le quali il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Potere al Popolo e Unione Popolare.



 

Alessandro Cresci

Capogruppo “Alternativa Comune”

 

Youtube https://www.youtube.com/live/NLaGhxy2t_k?si=Y2nGKxsYuU8BMvSZ

Ordine del giorno urgente su “Difendiamo i Diritti e il Diritto” - in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani (10 dicembre 2024)” Presentato congiuntamente dai gruppi consiliari Alternativa Comuna, PD, Lista Civica, Pontassieve al Centro. C.C 28-11-24



Al Signor Presidente del Consiglio Comunale Leonardo Ceccarelli


Al Signor Sindaco Carlo Boni



Ordine del Giorno: “Difendiamo i Diritti e il Diritto” - in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani (10 dicembre 2024)

Il Consiglio comunale di Pontassieve

Considerato che:

- come ha affermato in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite l’Alto Commissario per i Diritti Umani, “ci troviamo in un periodo storico particolarmente pericoloso, in particolare quando il disprezzo e la mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario e per il diritto internazionale dei diritti umani sta raggiungendo un crescendo assordante” e che “il diritto internazionale è l'edificio che le generazioni che ci hanno preceduto hanno costruito per proteggere l'umanità dall'autodistruzione;

- “senza diritto, c'è solo violenza, ingiustizia e sfruttamento” e che “l'investimento nei diritti umani è un investimento nella pace, oggi è più che mai essenziale”; 

- l’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata creata nel 1945, dopo una terribile sequenza di guerre, genocidi, olocausto, gulag, pulizia etnica e bombe atomiche, per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”, “riaffermare la fede nei diritti fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana“ e “promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà”;

- l’Onu è all’origine della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel cui Preambolo si afferma che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”;

Visto che:

- il Patto per il Futuro adottato dai leaders di quasi tutti i paesi del mondo (settembre 2024), incluso la Presidente del Consiglio italiano, durante il Summit del Futuro che si è svolto a settembre presso la sede dell’Onu a New York, in cui si ribadisce la necessità di promuovere la “ripresa della cooperazione internazionale basata sul rispetto del diritto internazionale, senza il quale non possiamo né gestire i rischi né cogliere le opportunità che abbiamo di fronte”; si riconosce “che il sistema multilaterale e le sue istituzioni, con le Nazioni Unite e la sua Carta al centro, devono essere rafforzate per stare al passo con un mondo che cambia” e si riafferma “il nostro incrollabile impegno ad agire nel rispetto del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, i suoi obiettivi e principi”;

Fortemente preoccupato per:

- le continue manifeste massicce violazioni dei diritti umani, della legalità e del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, responsabili di scioccanti perdite e sofferenze umane e per i continui tentativi di paralizzare, condizionare, indebolire, delegittimare e marginalizzare il sistema dell’Onu;

- l’escalation di carneficine in corso e le tragiche conseguenze di tanti crimini di guerra e crimini contro l’umanità che restano impuniti e di tante decisioni vincolanti del Consiglio di Sicurezza e della Corte Internazionale di Giustizia che restano ignorate;

Fortemente allarmato per:

- i ripetuti attacchi armati alla missione di pace dell’Onu in Libano (Unifil) che hanno ucciso e ferito numerosi caschi blu e hanno distrutto strutture ed equipaggiamenti delle Nazioni Unite;

- la decisione del parlamento israeliano di impedire all'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) di continuare il suo lavoro essenziale per quasi 6 milioni di rifugiati nei Territori Palestinesi Occupati, compresa Gerusalemme Est, come da mandato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite; decisione che segue l’uccisione di oltre duecento impiegati dell’Onu e la distruzione di scuole, ospedali e altre strutture delle Nazioni Unite;

Considerato inoltre che:

- l’alternativa all’Onu è la legge del più forte, il dominio dell’illegalità, dell’arbitrio, e dell’impunità, il caos internazionale, la devastazione ambientale planetaria, la violazione sistematica dei fondamentali diritti umani, delle libertà e della democrazia;

Consapevole:

- dell’indissociabilità del destino delle Nazioni Unite, della legalità e del diritto internazionale dei diritti umani;  

Ricordando che:

- tali valori, principi e diritti sono anche inscritti nella Costituzione Italiana che sta alla base della nostra Repubblica e nel Trattato sull’Unione Europea; 

- i numerosi appelli, iniziative e proposte per l’Onu dei Popoli, la riforma e democratizzazione delle Nazioni Unite promosse, sin dal 1992, dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani in collaborazione con il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova e altre organizzazioni;

Richiamando:

- l’art. 6 – Valori Fondamentali dello Statuto comunale che recita: “Il Comune di Pontassieve riconosce nei valori fondamentali della libertà, della democrazia, della pace, della vita e della solidarietà i presupposti irrinunciabili della propria azione di governo”;

- l’art. 7 – Finalità dello Statuto comunale al punto 5 che recita: “Il Comune promuove e favorisce, in ambito culturale ed educativo, iniziative di pace, di collaborazione tra i popoli, per lo sviluppo di una cultura multietnica e per superare il sottosviluppo nel mondo.”

Condividendo:

- il programma 2024-2026 del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani teso a trasformare ogni città in un “Cantiere di pace e di futuro” e a ricostruire una coscienza, una cultura e una politica di pace che si esprima attraverso la cura degli altri, dell’umanità e del pianeta; 

Visto altresì:

- l’invito del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani ad aderire alla Campagna per il rafforzamento e la democratizzazione dell’Onu promossa in occasione dell’80° anniversario della nascita delle Nazioni Unite (1945-2025) che culminerà con l’Assemblea dell’Onu dei Popoli (6-12 ottobre 2025) e la Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità “Imagine All The People” del 12 ottobre 2025;

- l'invito del Coordinamento ad invitare e ospitare nella nostra città uno dei rappresentanti dei popoli che parteciperanno all’Assemblea dell’Onu dei Popoli e alle iniziative collegate;

Riafferma:

il proprio sostegno ai valori, ai principi e agli obiettivi enunciati nella Costituzione Italiana, nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ribadendo la centralità dell’Onu per la costruzione di un ordine mondiale di pace e di giustizia sociale ed economica come definito dall’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;

Chiede al Governo e al Parlamento italiano, alla Commissione e al Parlamento europeo di: 

  1. agire, in coerenza con quanto sottoscritto nel Patto per il Futuro, per difendere, rafforzare e rilanciare il ruolo di pace dell’Onu, a partire dalla sua capacità effettiva di proteggere e soccorrere le popolazioni travolte dalle guerre;

  2. operare per raggiungere la cessazione delle guerre e delle stragi in corso nel mondo, a partire dall’Ucraina, dalla Striscia di Gaza e dal Libano;

Decide di:

1. aderire alla Campagna per il rafforzamento e la democratizzazione dell’Onu promossa in occasione dell’80° anniversario della nascita delle Nazioni Unite (1945-2025) che culminerà con l’Assemblea dell’Onu dei Popoli (6-12 ottobre 2025) e la Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità “Imagine All The People” del 12 ottobre 2025;

2. accogliere l'invito del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani ad invitare e ospitare nella nostra città uno dei rappresentanti dei popoli che parteciperanno all’Assemblea dell’Onu dei Popoli e alle iniziative collegate;

3. collaborare alla realizzazione del programma di attività 2024-2026 del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani; 

Decide inoltre di:

aderire al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani che dal 1986 riunisce i Comuni, le Province e le Regioni impegnate in Italia a costruire la pace promuovendo i diritti umani, la solidarietà e la cooperazione internazionale, secondo le modalità previste dallo Statuto dell’organizzazione.



Gruppo Consiliare “Alternativa Comune”                   

Alessandro Cresci – (Capogruppo)                                      


Gruppo Consiliare “Partito Democratico”

Paolo Belardinelli – (Capogruppo)


Gruppo Consiliare “Lista Civica Carlo Boni Sindaco”

Giulia Selvi – (Capogruppo)


Gruppo Consiliare “Pontassieve al Centro”

Simone Pasquini – (Capogruppo)

YOUTUBE  https://www.youtube.com/live/NLaGhxy2t_k?si=QOWbP3dLgkuIRzcE

Ordine del Giorno su "Richiesta ritiro immediato del Ddl 1552 sulla riforma della Legge 157/92 sulla caccia. difendiamo la natura" presentato dal capogruppo consiliare Alternativa Comune; C.C. 31-7-25

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale Leonardo Ceccarelli Al Signor Sindaco Carlo Boni Ordine del giorno ai sensi dell’articolo 40 del...